Il nuovo rebranding Ard Raccanello per di rinnovare la propria immagine presentando una strategia che punta sull’ambiente, introduce una tecnologia innovativa e studia come conquistare i mercati esteri.
Crediamo nel benessere a colori e crediamo che il colore sia vita». È un manifesto di rinnovamento quello che ha presentato Ard Raccannello, che dopo 85 ha deciso un rebranding, senza dimenticarsi però delle proprie radici.
Un nuovo logo, nuovi prodotti, un cambio d’immagine a 360 gradi specialmente, e soprattutto, all’insegna della sostenibilità, basandosi su tre parole cardine: rispetto (della tradizione, delle persone e dell’ambiente), persistenza (innovandosi tecnologicamente in maniera che i prodotti durino molto di più) e dinamicità (la volontà di adattarsi ai cambiamenti).
Nata 85 anni fa, a Padova, dove si trova l’headquarter in via Prima Strada, con un distaccamento a Rovigo, l’azienda, che conta più di 100 dipendenti, è guidata dal rappresentante della quarta generazione della famiglia Raccanello, Luigi Gorza.
Un giovane manager (31 anni), che al Four Season di Milano ha raccontato come è nata la certosina operazione di rebranding e illustrato linee guida e prodotti, futuro dell’azienda che punta a crescere nel segno della sostenibilità, del wellness aziendale e della fiducia con i propri clienti.
Gorza un anno e mezzo fa ha dato il via a un piano studiato nei minimi dettagli, che comprende tantissime sfaccettature, quasi quante quelle dei colori che vende.
Il business plan
Sei gli step per migliorare. Come crescere? Come rinnovare la storia di un’azienda che ha ben 85 anni e garantirne almeno altri cento? Studiando (tanto) le prossime mosse e prefiggendosi degli obiettivi a scadenza.
«Dal 2019 eravamo a 20 milioni di fatturato, l’anno abbiamo superato i 28, anche se l’anno prima eravamo riusciti a fare ancora di più. Per quest’anno ci aspettiamo di crescere ancora, specialmente cercando di approdare in mercati esteri, non rimanendo solo su quello nazionale.
Abbiamo attraversato tante difficoltà, dei cigni neri, come si chiamano in economia gli eventi negativi: le guerre, il covid, l’inflazione. Hanno compensato queste negatività
i vari bonus edilizia, che ci hanno permesso di crescere, ma non possiamo fermarci qui.
Come ci siamo distinti?
Abbiamo lavorato duro e pensato a una strategia, creando il primo piano industriale, che si divide in sei missioni, composte a loro volta da 30 progetti. La prima è la crescita del fatturato, vendendo più prodotti, ma mantenendone la qualità.
Abbiamo deciso, poi, di migliorare l’immagine aziendale, con il rebranding, tra i progetti più importanti della strategia. In agenda c’è anche un approccio orientato al cliente e alla sostenibilità, la crescita delle competenze e la motivazione del personale, migliorare le capacità produttive e di approvvigionamento e la gestione delle scorte e del magazzino». Tutti obiettivi da raggiungere entro il 2026.
We ard green
«Da dieci anni Ard ha due stabilimenti che funzionano con energia elettrica rinnovabile. Lavoriamo e studiamo costantemente per avere prodotti a basso impatto ambientale, meno nocivi e quando è possibile utilizziamo materiale riciclato. Uno degli obiettivi è, entro il 2030, abbattere completamente le emissioni di Co2.
Il nostro bilancio di sostenibilità è interamente certificato: dal 2021 abbiamo ridotto consumi idrici, gas serra, l’82% degli imballi è di seconda vita, i nostri fornitori sono per la maggior parte nazionali (che è importante anche per la nostra economia) e abbiamo ottenuto diverse certificazioni a sostegno del nostro lavoro, che è interamente dimostrabile».
Il rebranding Ard Raccanello
«Siamo partiti dai valori principi della nostra azienda, rispetto, persistenza e dinamicità. Le sfide che dobbiamo affrontare sono quatto: l’internazionalizzazione, la contemporaneità, l’innovazione e la sostenibilità.
Il nostro logo storico non permetteva una comunicazione efficiente della nostra realtà, abbiamo deciso di cambiare senza dimenticarci da dove veniamo. La motivazione per la quale la mia famiglia si alza la mattina per andare al lavoro da 85 anni è diffondere il benessere attraverso il colore: così sia».
L’azienda si è concentrata sulla mascotte, conosciutissima da tutti: la raffigurazione di un nativo americano di una tribù dallo sguardo molto serio con il volto colorato. Affiancato, un omino stilizzato che dipinge e il logo Ard in rosso.
«I loghi sovrapposti creavano molta confusione, anche se storici, così abbiamo deciso di apportare qualche modifica, a partire proprio dal colore rosso, comune con molti competitor, sostituito con un verde Tiffany. Abbiamo scorporato i loghi: l’indiano, utilizzato per i prodotti per gli interni, è diventato molto più giovane, empatico, sorridente, e il nostro nome aziendale è stato inserito sotto e non a lato, con un font studiato in esclusiva per
noi. All’omino che dipinge, sono stati abbinati i prodotti per gli esterni. Tutti e due i loghi saranno sotto al logo corporate, per la nostra comunicazione ufficiale e per i decorativi, tipologia di prodotti specifici e che vendiamo maggiormente all’estero, marchio di lusso. A ruota è seguita la rivoluzione del packaging: differente e nuova per ognuna delle famiglie di prodotti, più snella e tecnologica. Hanno oggi una texture e un colore principale, così da essere sempre riconoscibili», racconta Gorza.
Le tappe
L’azienda è ancora nel mezzo dell’evoluzione. «Siamo in mutamento, tra sito web e altre operazioni: abbiamo iniziato un anno fa, ci vorrà ancora del tempo», sintetizza il manager. Ma il futuro per l’azienda ancora una volta è segnato: avrà tanti colori.
«Vogliamo uscire dai confini: nel target Unione Europea, anche se facciamo fatica ed è un mercato tradizionale e strutturato. Siamo più orientati verso l’Est, il Medio Oriente il Far East. Come i Paesi arabi, anche se ci preoccupa la guerra nello Yemen, e poi Cina, Corea e India, dove ci stiamo concretizzando di più.
I canali per cercare i partner e diffondere il nostro brand sono le fiere di settore. Sotto la lente adesso c’è la Cina, dove stiamo costruendo una partnership importante», rivela Gorza.
I prodotti
Con un’immagine totalmente rinnovata non potevano mancare anche nuovi prodotti, tutti più sostenibili, con ampie gamme e combinazioni pressoché infinite, spiega Marco Canciani, responsabile marketing di Ard Raccanello.
«Abbiamo circa 200 prodotti a listino, che combinati diventano infiniti. Il nostro cavallo di battaglia è Arderlast, finitura elastometrica che previene e risolve le criticità sulle pareti. E’ facilmente applicabile e resistente, indipendentemente dal clima. Un prodotto semplice e per tutti invece è Domotica, una pittura classica e lavabile per interno. Ma dietro questa c’è un mondo tecnico di cultura e sostenibilità: è in classe A+, poiché emette poche sostanze nocive nell’aria, è certificata Epd e Cam, è made in Italy ed è al 100% prodotta da fonti di energia rinnovabile».
C’è anche una new entry. «Il Rebuild System è una tecnologia innovativa e green per ripristinare i rivestimenti Etics. Un ciclo formato da due prodotti: un fondo e un intonachino. Sposa a pieno la sostenibilità, perché prima di tutto il prodotto è composto da vetro a fine vita, non più utilizzabile per realizzare bottiglie e bicchieri.
Va applicato nel ripristino dei cappotti, in un sistema che per definizione aiuta nel riSparmio energetico, alleggerito grazie alle piccole sfere al suo interno, quindi meno pesante e più facile da utilizzare. L’asciugatura è rapida ed è antialga.
Ha una performance di resistenza di 30 joule: praticamente antiproiettile e resistente ai fenomeni atmosferici avversi, basti pensare alle grandinate dell’estate scorsa. E anche questo porta dei vantaggi».
Una sfumatura iniziata nel 1939
Nata nel 1939 come una semplice drogheria (dei colori) in centro a Padova, in Piazza delle Erbe, fondata dal bisnonno Dante Aurelio Raccanello, diventa impresa familiare, Ard appunto, con i figli Gino e Giuseppe.
Il destino è stato chiaro sin da subito, quello di crescere: dal 1950 al 1980 l’azienda ha prodotto una gamma completa di sistemi vernicianti per l’edilizia professionale: dalle idropitture per interni, al grassello in calce per gli ambienti più prestigiosi, alle finiture elastometriche e silossaniche per esterni, all’applicazione del cappotto termico.
Uno stabilimento nella zona industriale di Padova afferma l’industria come punto di riferimento del mercato del colore. Ard Raccanello stipula accordi come quello di esclusiva con Goodyear per la fornitura di Pliolite, una resina particolare, adatta agli ambienti litoranei, che permette la posa in situazioni climatiche avverse.
Negli anni Sessanta nasce il servizio di consulenza tecnica per supportare i cicli di verniciatura esterni, mentre negli anni Ottanta l’azienda introduce AZ-Ard, il secondo sistema tintometrico realizzato in Italia, che soddisfa rapidamente le richieste dei venditori.
Il primo cambio di timone avviene nel 1996, con Ilaria Raccannello, figlia di Gino, nel ruolo di amministratore delegato, che si concentra da subito sulla sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oltre che economica.
Dalla fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo secolo, tanto è cambiato: l’aggiunta e il raddoppio di uno stabilimento a Rovigo, diversi certificati ottenuti per il benessere ambientale, gamme di colori che sono state ampliate e, poi, nel 2018, dopo un periodo di affiancamento, l’ingresso di Luigi Gorza, quarta generazione, che ha affiancato Ilaria Raccannello (la zia) alla guida, con nuove e importanti novità.
Insieme ai riconoscimenti e operazioni di marketing, come il primo spot in tv nel 2022 e il certificato A great place to work lo scorso anno. E la storia continua.
di Alice Fugazza