Il trattamento delle acque? Non sprecare risorse idriche

Precipitazioni intense, necessità di non sprecare la risorsa idrica, ma anche le nuove regole per la gestione degli scarichi e l’utilizzo nelle abitazioni stanno spingendo Starplast ad elaborare nuove soluzioni per il trattamento delle acque che punta su formazione e soluzioni avanzate per il territorio.

La sostenibilità si fonda sull›innovazione e sulla tecnologia», afferma con convinzione Stefano Grandicelli, amministratore delegato di Starplast, azienda marchigiana specializzata in soluzioni per la depurazione, il trattamento e il recupero delle acque.

L’oro blu è una risorsa preziosa da conservare e utilizzare con attenzione, soprattutto in un territorio dove alle piogge torrenziali seguono lunghi periodi di siccità: «Attenzione, non è solo l’Italia a trovarsi in situazioni di emergenza, ma è il mondo intero a fronteggiare una crisi idrica diffusa e il cambiamento climatico è uno dei principali responsabili di questa situazione.

Quindi, in questo contesto, diventa cruciale attuare pratiche efficaci per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua dolce, la cui disponibilità è già scarsa. E ciò implica la costruzione di serbatoi dove immagazzinarla e l’implementazione di infrastrutture per una distribuzione intelligente.

Inoltre, è necessario intervenire sugli edifici residenziali non solo i condomini, ma anche sulle singole abitazioni, affinché la popolazione possa soddisfare i propri bisogni primari senza compromettere la disponibilità futura di questa preziosa risorsa».

Insomma, se gli eventi meteo estremi sono sempre più frequenti e hanno purtroppo  contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, la risposta del mercato non si è fatta attendere.

Così, non sprecare, un concetto che dovrebbe essere la parola d’ordine di qualsiasi amministrazione locale e centrale, per Starplast è l’azione con cui si concretizza la sostenibilità.

Quanto è importante l’efficienza nel trattamento delle acque?

Se dovessi dare un voto da uno a dieci, direi 11. Prendiamo, per esempio, la capacità di gestire i grandi flussi: le precipitazioni sono diventate più intense, perché la trasformazione climatica in atto non riduce la quantità complessiva di pioggia, ma altera il regime temporale del suo rilascio.

Quindi accumulare questi grandi volumi in maniera opportuna e distribuirli in modo controllato nel tempo rappresenta un passaggio obbligato, e gli invasi e i grossi serbatoi servono proprio a questo. Ma, attenzione, prima bisogna intervenire su alcuni aspetti perché le soluzioni tecnologiche siano davvero efficaci.

Quali sono questi aspetti?

Il drenaggio e la manutenzione: ogni volta che si verificano inondazioni o precipitazioni abbondanti, emergono problemi legati al terreno e alle frane.

Tra le diverse cause c’è l’eSpansione edilizia incontrollata, che non ha tenuto conto dei vecchi corsi d’acqua, e portato a situazioni di rischio. Inoltre, è inutile investire in opere eccellenti se poi non sono mantenute adeguatamente.

I fondi del Pnrr potranno servire a ridurre il rischio idrogeologico e al recupero delle acque?

Si tratta principalmente di investimenti legati alle grandi infrastrutture e alla gestione delle risorse idriche su larga scala, il che richiede lavori di notevole portata e ritengo che il Pnrr debba svolgere il suo ruolo in questo contesto. Se ne parla molto, ci sono delle opere finanziate, ma ancora non ho visto dei progetti cantierati.

È cambiata la modalità di progettazione sul territorio dedicata allo smaltimento delle acque in funzione di un meteo più estremo?

Senz’altro le università e i centri di ricerca sono costantemente impegnati nell’approfondire dati, analisi e modellazioni per fornire ai progettisti informazioni sempre più precise.ù

In questo contesto, come Starplast abbiamo recentemente collaborato con l’Università di Bologna per un progetto dedicato all’invarianza idraulica in zone ad alta densità abitativa.

Quali sono i vostri prodotti per la gestione delle piogge?

Gli impianti Bioblu e Biogrigio sono specificamente concepiti per il recupero delle acque in ambito civile. Per le infrastrutture, forniamo manufatti di grande volume per impianti di laminazione e invarianza idraulica. Gli impianti si differenziano tra quelli dedicati alla gestione delle acque meteoriche, ossia le piogge, e quelli per la depurazione degli scarichi e dei reflui.

Nel primo caso Bioblu, è progettato per il recupero delle acque piovane nel settore residenziale e convoglia in un unico serbatoio la pioggia che cade sui tetti delle abitazioni, per poi destinarla all’irrigazione dei giardini o per lo il flussaggio.

Grazie alla sua semplicità d’uso il sistema è stato riconosciuto come invenzione di prodotto, dicitura che indica la soluzione a un problema tecnico grazie a qualcosa di brevettabile.

Il vostro vantaggio competitivo consiste nel gestire grandi volumi?

Per quanto riguarda flussi elevati e le cosiddette acque di prima pioggia abbiamo impianti di ampie dimensioni, che incorporano un sistema di coalescenza per separare le sostanze leggere, come gli oli e isedimenti derivanti dall’usura degli pneumatici.

Sono studiati per trattenere gli inquinanti e rilasciare nell’ambiente acque pulite. Anche nel segmento delle officine e degli autolavaggi.

Gli impianti sono basati sui principi di invarianza idraulica?

Sono sistemi capaci di accumulare l’acqua in un invaso e restituirla a portate costanti nel recettore, nonostante variazioni nelle condizioni di flusso o di condizioni atmosferiche.

La nostra missione è centrata sull’obiettivo di migliorare e contribuire all’ambiente. Quindi, ciascuno dei nostri prodotti è progettato con l’obiettivo di rispondere alle diverse esigenze ambientali, fornendo soluzioni specifiche e mirate.

In che modo Starplast si presenta come un partner, oltre che come produttore di soluzioni?

Il nostro obiettivo primario è sempre stato quello di rispondere alle esigenze del mercato. Vendere i nostri prodotti è importante, ma non è la nostra principale finalità.

Ciò che cerchiamo di fare è collocare i nostri manufatti in modo da fornire una soluzione efficace. Per noi il cliente non è solo un acquirente, ma un partner con il quale collaborare per individuare e risolvere le sfide che si presentano.

Insomma, lavoriamo per costruire sistemi che contribuiscano al mercato e soddisfino le sue esigenze e le sue richieste.

E come si concretizza?

La partnership si manifesta nell’assistere il cliente e nel costruire insieme risposte adeguate, che includono la formazione dei clienti, dei dipendenti o del personale addetto alla vendita. Questo ci consente di offrire soluzioni specifiche per soddisfare le esigenze
del mercato.

E se non disponiamo delle soluzioni necessarie, le creiamo. Prima della vendita c’è il servizio di consulenza nella scelta giusta dell’impianto, poi la manutenzione ordinaria o straordinaria del prodotto attraverso i nostri centri di assistenza dislocati sul territorio. In sostanza, forniamo un servizio pre, durante, e post vendita

Un anno fa avete aperto uno stabilimento a Lamezia Terme, con quale obiettivo?

La vicinanza al cliente permette di fornire un servizio di consegna rapido e di ridurre i costi di trasporto per mantenere i nostri prodotti competitivi. Chiaramente, sono elementi essenziali per conquistare un mercato in eSpansione come quello del Sud Italia, che ha sempre sofferto di carenza idrica.

Infatti, tante abitazioni hanno la necessità di dotarsi di serbatoi di accumulo acqua. Non solo, la prossimità geografica significa anche poter instaurare quel rapporto di collaborazione e di consulenza nella scelta del corretto impianto, a cui teniamo molto.

Quali sistemi producete in questo stabilimento?

Riteniamo che al Sud ci saranno grandi investimenti infrastrutturali e nell’edilizia civile, e noi siamo pronti a rispondere alle varie esigenze, per cui oltre ai serbatoi di accumulo puntiamo anche su un segmento in crescita, quello dei sistemi depurativi.

Lo stabilimento Lamezia Terme è una realtà con un unico impianto di produzione: non è nostra intenzione gravarlo di grandi investimenti, ma mantenerlo snello, dinamico e pronto ai mutamenti per rispondere velocemente alle esigenze di mercato. E stiamo crescendo sia nella produzione che nel volume di affari.

Quali sono i vostri prodotti di punta e quelli più richiesti dal mercato?

Attualmente, si osserva una crescita significativa in due segmenti principali: il primo riguarda il trattamento biologico, che comprende impianti specificamente dedicati alla depurazione delle acque civili, anche nei piccoli centri urbani.

Il secondo è quello della gestione delle acque meteoriche. Inoltre, c’è un aumento della richiesta di pompe per il sollevamento, poiché vi è costantemente la necessità di smaltire rapidamente le grandi quantità d’acqua accumulate negli invasi.

Che rapporto avete con le rivendite italiane di materiale edile?

È cambiato nel corso del tempo: all’inizio non c’era molta sensibilità né esigenza da parte delle rivendite nei confronti dei nostri prodotti.

Abbiamo avviato la nostra attività nel 2008, un periodo segnato dalla crisi edilizia globale, con un crollo del mercato degli investimenti residenziali a settembre di quell’anno. Nonostante le sfide, abbiamo continuato a crescere costantemente, anche se quando si parte da zero è più semplice raddoppiare i numeri.

Ma il settore della depurazione delle acque ha continuato ad aumentare anche durante quel periodo difficile, poiché c’era una crescente consapevolezza dell’importanza di affrontare l’emergenza legata alle risorse idriche.

E le rivendite vedono ora i nostri prodotti non solo come merce da tenere in magazzino, ma li valutano una scelta strategica e comprendono l’importanza di promuovere e supportare attivamente questi prodotti per favorire la crescita del mercato.

Un suggerimento sulla valorizzazione di queste soluzioni nel punto vendita?

Il trattamento delle acque richiede un approccio informativo mirato al territorio specifico in cui si lavora. Il nostro obiettivo è sensibilizzare tecnici, imprese e clienti affinché vedano il punto vendita come una risorsa per risolvere le loro problematiche.

Per questo abbiamo creato l’Ape itinerante, un camion espositivo o uno showroom su ruote,
che portiamo presso le rivendite, dalle più piccole alle grandi.

Ma c’è un modo di impostare l’offerta nel punto vendita?

Non deve essere passiva, limitandosi a soddisfare la richiesta del cliente. È importante adottare un approccio proattivo, proponendo soluzioni alternative che possano risolvere efficacemente le esigenze del cliente.

Spesso queste soluzioni alternative non solo sono competitive sul piano economico, ma possono anche generare riSparmi significativi. Inoltre, considerando che i nostri prodotti hanno grandi volumi e sono collocati all’esterno, stiamo valutando l’idea di installare piccoli totem all’interno dei punti vendita per sensibilizzare i clienti sulla presenza di impianti di depurazione.

Questo permetterebbe di aumentare la visibilità dei nostri prodotti e di incoraggiare i clienti a richiedere ulteriori informazioni. Vogliamo che le rivendite diventino fornitori di soluzioni, non semplici venditori di prodotti.

Avete organizzato anche delle open house presso le rivendite, invitando progettisti.

È un approccio che va al di là del semplice dovere professionale: non stiamo solo lavorando, ma ci stiamo divertendo e desideriamo trasmettere questo spirito anche alla nostra clientela.

Tuttavia, oltre a goderci questo momento, vogliamo anche lasciare un messaggio forte e tangibile sul mercato: l’importanza di collaborare e aiutarci reciprocamente per contribuire positivamente all’ambiente e questo approccio è molto apprezzato.

Per esempio, a un convegno di ingegneri a Bologna uno dei partecipanti ha detto di aver compreso il motivo della scelta dell’ape nel nostro logo: è l’insetto che si ammala e muore prima di tutti in presenza di inquinamento ambientale e pesticidi.

Insomma, ha dimostrato di aver colto appieno il nostro messaggio legato alla sostenibilità. E ci ha fatto ovviamente molto piacere.

A proposito di Ape, che è anche il nome del laboratorio itinerante, il vostro tour continua?

È un simbolo di grande importanza, un impegno che abbiamo scelto di mantenere. All’inizio, alcuni in azienda erano contrari a causa dei costi. Ho risposto che, per quanto possa sembrare oneroso, il prezzo pagato è insignificante rispetto a ciò che ci costerebbe ignorarlo.

Siamo felici di mantenerlo vivo perché è una cultura, una sensibilità che deve diffondersi in Italia, in Europa e oltre. L’anno scorso, per un paio di settimane, abbiamo attraversato tutto il Portogallo, dal Sud al Nord e parte della Spagna con il nostro camion itinerante, visitando i rivenditori per fornire formazione e diffondere il nostro messaggio.

Da questa esperienza, che cosa avete imparato?

L’importanza di sensibilizzare le persone sul reale valore dell’acqua. Credo che la formazione e la divulgazione siano essenziali da affrontare in ambito sociale e politico.

Questo può cambiare il modo in cui pensiamo e agiamo, promuovendo il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. L’Ape itinerante è uno Spazio di confronto e di scambio di informazioni prezioso. Torniamo arricchiti da nuove iniziative, poiché ogni situazione presenta le proprie esigenze e ciò porta alla creazione di nuovi prodotti e nuovi sviluppi.

Com’è andato il 2023 e che cosa vi aspettate quest’anno?

Il 2023 è stato un anno estremamente positivo per noi, con un fatturato che ha superato i 20 milioni di euro. Guardando al 2024, manteniamo un atteggiamento ottimistico: la nostra azienda ha sempre registrato una costante crescita nel tempo.

L’unico periodo di stabilizzazione, non di flessione, è stato nel 2020 a causa dell’impatto del covid, ma siamo riusciti a mantenere le nostre posizioni sul mercato. Per quest’anno, abbiamo fissato come obiettivo un incremento del fatturato compreso tra il 10% e il 15%.

Case più verdi con biogrigio home

L’impianto Biogrigio Home è un sistema compatto e complesso, frutto di grande ingegneria idraulica, progettato per il trattamento delle acque grigie, quelle cosiddette saponate.

All’interno delle abitazioni una percentuale significativa del consumo idrico è destinata all’uso per la cura del corpo e rappresenta circa il 40% del fabbisogno giornaliero per persona, che si aggira intorno ai 220 litri al giorno, contando il consumo complessivo di un territorio.

Una quantità simile a quella richiesta per lo scarico delle acque nere, dove però non è necessario l’uso di acqua potabile. L’obiettivo di Biogrigio Home è dotare tutte le abitazioni residenziali di un sistema di recupero delle acque grigie.

La soluzione è un impianto che ha dimensioni poco più grandi di una lavatrice da posizionare in prossimità degli scarichi dei bagni per raccogliere le acque grigie, che sono successivamente trattate e convogliate attraverso una tubazione dedicata per l’uso non potabile.

Quest’acqua può essere impiegata per lo sciacquone, la lavatrice, l’irrigazione del giardino, il lavaggio dell’auto e altri utilizzi che non richiedono la potabilità. L’impianto, battezzato Biogrigio Home dalle dimensioni più ridotte, è sviluppato per la singola abitazione e si differenzia da Biogrigio, progettato per i condomini.

Come funziona.

L’installazione in una nuova costruzione non richiede lavori particolarmente complessi se è
progettata con l’impianto duale, ossia una doppia tubazione che consiste in due reti idriche distinte: una per l’acqua potabile e una per la non potabile, identificata da un colore specifico.

Inoltre, sono previsti punti di distribuzione con rubinetti dedicati all’uso non potabile, protetti da una chiave a prova di bambino. Attenzione: anche se l’acqua è sterilizzata tramite un debatterizzatore con lampade Uv, rimane comunque non potabile.

Nel caso di un intervento di ristrutturazione con il rifacimento degli impianti, si inserisce un tubo dedicato. Mentre nelle abitazioni dove non sono previsti lavori di recupero significativi e il bagno è generalmente posizionato sul perimetro esterno dell’edificio, si installa Biogrigio all’esterno dell’edificio.

Si colloca lo scarico e il tubo di mandata dedicati senza dover eseguire interventi pesanti sulle pareti interne per tracciare i percorsi delle tubazioni e si passa esternamente coprendo adeguatamente questi tubi.

L’impianto può anche essere posizionato all’esterno dell’edificio, magari con una piccola tettoia o in un garage seminterrato. Complessivamente, l’installazione è un lavoro abbastanza semplice.

Quello delle acque grigie è un tema emergente: ci sono comuni in Italia, per esempio a Bologna a Ragusa, che hanno reso obbligatoria nelle nuove costruzioni l’installazione un sistema per il loro trattamento mentre in Spagna e in Portogallo è giù obbligatorio in tutto il Paese.

Invece, nei regolamenti comunali in Italia Paese è previsto il recupero dell’acqua piovana sulle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni. Biogrigio è stato installato a Roma nell’Eurosky Tower, con un impianto dalla capacità di trattamento pari a 24 mila litri giorno, sufficienti per 950 abitanti. Tutte le acque saponate dei bagni sono trattate e rimandate a un serbatoio pensile, per poi essere distribuite le acque trattate in tutti gli scarichi.

I nuovi impianti? pronti per il futuro

Un progettista di edilizia residenziale dovrebbe regolarsi considerando le innovazioni nel trattamento e recupero delle acque. Starplast ha sempre promosso iniziative con gli Ordini professionali per divulgare informazioni tecniche in questo ambito, come fonte di linee guida per l’innovazione nella progettazione.

Attualmente, per esempio, nelle nuove costruzioni residenziali c’è la tendenza a imporre l’obbligo di dotare le abitazioni di un impianto di recupero delle acque grigie, per riutilizzarle come non potabili.

Per questo l’azienda consiglia al progettista termotecnico di prevedere l’installazione di un sistema idrico duale nelle nuove costruzioni, che potrebbe essere successivamente integrato con una soluzione di recupero delle acque grigie.

In alcuni Stati europei, come Spagna e Portogallo, la pratica è già obbligatoria nelle nuove costruzioni. In sintesi, il progettista dovrebbe essere consapevole di queste evoluzioni normative e tecnologiche, preparando le proprie progettazioni per adattarsi a tali requisiti futuri e contribuire alla sostenibilità ambientale.

di Monica Battistoni

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