Comfort acustico: cosa prevede la legge e le tipologie di interventi

Casi di interventi per il comfort acustico e per limitare l’inquinamento acustico nell’edilizia civile: dall’appartamento proprio sopra un locale pubblico, alle abitazioni confinanti, fino a muri da isolare, contro pareti da aggiungere, controsoffitti necessari.

Con l’incremento dei ritmi della nostra esistenza quotidiana, sempre più portati verso il limite della frenesia, un momento di relax e riposo al termine di una lunga e stressante giornata lavorativa è tra le necessità più incombenti dei nostri tempi. Il comfort acustico e la tutela della privacy all’interno delle nostre abitazioni, è da considerarsi una tra le caratteristiche salienti che un edificio deve essere in grado di garantire ai potenziali acquirenti.

La legge

A livello legislativo nazionale è in vigore un decreto che stabilisce i livelli di comfort acustico minimo che ogni abitazione dovrebbe essere in grado di fornire come forma di protezione  degli inquilini dai rumori provenienti sia dall’interno dell’edificio che dall’esterno. Tale legge non chiede di limitare il discomfort quanto basta per garantire un livello minimo di qualità acustica nelle costruzioni.

A oggi il panorama nazionale in materia di edifici acusticamente efficienti ed efficaci è ancora troppo scarno e la sua applicazione sul territorio potrebbe essere limitata a una percentuale del costruito che non possiamo ancora ritenere sufficiente. l’obiettivo del raggiungimento di un minimo comfort acustico dunque non è ancora definitivamente entrato a far parte dello standard delle costruzioni.

Esistono quindi un’enormità di edifici sprovvisti di requisiti acustici minimi e una percentuale legata alle difficoltà progettuali, esecutive e derivanti da vincoli architettonici, paesaggistici oltre all’indifferenza ed alla scarsa sensibilità al problema di qualche attore del processo di edificazione.

Non dobbiamo però gettare la spugna, infatti grazie alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni
volte a limitare il problema rumore è oggi possibile scegliere tra molteplici opportunità in grado di limitare fino a eliminare i disturbi da rumore, intervenendo sui vari elementi del fabbricato in base alle necessità e alle disponibilità operative oltre che economiche.

Le tipologie di interventi

Dopo aver identificato con certezza quale sia il tipo di rumore disturbante sarà possibile procedere con la ricerca della soluzione più adatta per limitare l’inquinamento acustico, quando ad esempio il rumore è provocato dai vicini di casa solitamente si sfrutta la controparete, ovvero costruire un ulteriore parete addossata alla parete esistente.

Le possibilità esecutive sono molte e dipendono dalle tipologie di materiali prescelti e dalla destinazione d’uso dei locali oggetto d’intervento. Potremmo suddividere le modalità d’intervento in due categorie:

  • contropareti pesanti in laterizio
  • contropareti leggere in gesso rivestito (anche detto cartongesso)

Partendo dalla parete esistente si procederà alla posa in opera dei pannelli di materiale adibito ad assorbimento acustico per poi erigere una nuova parete in laterizio di spessore a piacere (solitamente 8 centimetri o massimo 12 centimetri) addossata ai pannelli precedentemente posati e nuovamente rivestita di intonaco civile.

Per quanto riguarda i materiali si suggerisce di procedere con tipologie di laterizio alveolato, cioè dotati di una percentuale di foratura del blocco non superiore al 45%. Per i pannelli la scelta dovrà essere effettuata privilegiando materiali aventi costituzione spaziale di tipo fibroso.

Saranno quindi idonei i materiali tipo:

  • pannelli di fibra di vetro con densità 50 kg/m3
  • pannelli in lana di roccia con densità 70 kg/m3
  • pannelli in fibra di poliestere con densità 20 kg/m3

Partendo sempre dalla parete esistente, verrà posata la struttura metallica di sostegno della contro-parete leggera, disponibile negli spessori 50 millimetri, 75 millimetri o 100 millimetri, avendo cura di mantenere staccata la struttura dalla parete esistente (bastano 5 millimetri o 1 centimetro) per evitare il trasferimento delle vibrazioni dal telaio.

la soluzione leggera a secco in lastre di gesso rivestito montate su struttura metallica, è decisamente migliore rispetto alla soluzione pesante in laterizio, sia sotto il profilo della prestazione, che sotto l’aspetto del peso e delle tempistiche esecutive. La soluzione leggera è sempre da preferirsi rispetto all’alternativa in laterizio.

La soluzione in cartongesso risulta vincente sotto il profilo del minore peso, che esclude problematiche di sovraccarico sui solai, della maggiore velocità di esecuzione, dovuta alla tecnica costruttiva a secco e della prestazione isolante acustica, doppia rispetto alla versione in laterizio.

isolamento-acustico

Controsoffitto

Quando il disturbo da rumore proviene dal piano superiore all’alloggio le tecniche d’intervento si differenziano in base alla tipologia di rumore: se sono di tipo aereo (vociare, radio, Tv) si procederà all’edificazione di un controsoffitto (aderente all’esistente o pendente in base alla disponibilità di spessore ed ai limiti imposti dall’altezza minima interna).

Mentre, nel caso in cui i rumori provenienti dai vicini siano dovuti a percussione o calpestio la tecnica del controsoffitto può non essere sufficiente a fornire il corretto livello di confort. Questo dipende dalla tipologia delle pareti che sostengono il solaio, per parete molto massicce sarà necessario prevedere ulteriori interventi direttamente da eseguirsi sul piano di calpestio del solaio soprastante.

Per quanto riguarda la tecnica esecutiva del controsoffitto i materiali saranno molto simili a quelli usati per le contropareti leggere. Si sfrutterà quindi una struttura metallica addossata o pendente dal soffitto, la cui intercapedine verrà riempita di pannelli fibrosi a base minerale, naturale o sintetica e placcata con due lastre di gesso rivestito tradizionali.

La bonifica

Operativamente i passi da seguire saranno dapprima il fissaggio meccanico dei pendini e delle guide a soffitto che sosterranno il telaio creando l’orditura primaria atta a limitare
il possibile passaggio di vibrazioni attraverso la struttura.

Il secondo passaggio riguarda il fissaggio dell’orditura secondaria con passo pari a 60 centimetri, come precedentemente eseguito per la controparete.

Terminato il riempimento dell’intercapedine del controsoffitto si procederà alla posa delle lastre di gesso rivestito (o gesso-fibra) sempre procedendo con la modalità di posa a giunti sfalsati come precedentemente riportato.

Nel caso lo spessore disponibile per l’intervento sia molto elevato (30 centimetri, per esempio, per le abitazioni dei primi del Novecento) sarà possibile procedere alla medesima operazione, sfruttando un maggior spessore dell’intercapedine grazie alla posa di pendini dotati di molla (o gomma).

A livello prestazionale il guadagno ottenibile con un controsoffitto leggero in lastre di gesso rivestito su struttura metallica riempita di pannelli fibrosi è approssimativamente di 10÷20 dB a seconda degli spessori impiegati e dei materiali impiagati.

I materiali

Per sfruttare al massimo la grande capacità isolante delle lastre in gesso
rivestito è stato ideato un controsoffitto speciale, che si potrebbe definire a doppia membrana, interponendo un ulteriore strato di lastre tra l’intradosso del soffitto esistente e le lastre di chiusura sottostanti.

Nel caso di ristrutturazione la tecnica di bonifica che sta dando maggiori risultati come isolamento dai rumori di percussione o calpestio si basa nell’inserimento di un materiale poco deformabile a compressione e di basso spessore (2÷4 millimetri) direttamente al di sotto del nuovo pavimento.

Tale tecnica è applicabile nel caso sia prevista la demolizione e il rifacimento del pavimento esistente o nel caso si debba procedere in sovrapposizione al pavimento esistente.

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