Ance e Regione Sicilia lanciano l’allarme sul settore costruzioni nell’isola. In Sicilia negli ultimi due anni sono stati persi 80mila posti di lavoro e 500 le aziende hanno chiuso. Secondo il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, «la situazione siciliana è ancora più grave rispetto ai guai dell’intero settore nazionale delle costruzioni». E ha aggiunto: «Il mercato interno dipende in massima parte dall’edilizia e dalle opere pubbliche. Bene ha fatto Renzi a porre come priorità i pagamenti alle imprese (a quelle edili mancano ancora 10 miliardi sul pregresso e circa 7 miliardi sul corrente), nonché gli interventi sulle scuole e quelli per il dissesto idrogeologico». Secondo il presidente dei costruttori occorre un Piano nazionale per la manutenzione del Paese cui deve essere legato un meccanismo che assicuri trasparenza nelle gare d’appalto e che consenta ai sindaci di spendere. «Per dare una risposta completa al problema. Oggi mentre l’Europa spinge lo Stato a pagare le imprese, l’Italia col Patto di stabilità interno punisce con pesanti sanzioni gli amministratori che vogliono pagare. Così restano inutilizzati 7 miliardi di euro per nuove opere affidate agli enti locali», ha concluso.