A Roma la prima casa urbana di paglia

Macché mattoni, è meglio la casa di paglia, come quella degli indigeni della giungla. Sembra una provocazione, ma è invece una teoria che si è tradotta in realtà, a Roma. L’ha realizzata l’architetto Paolo Robazza fondatore dello studio di progettazione Beyond Architecture Group (Bag). Secondo lui la paglia è ecocompatibile, a basso impatto ambientale, anallergica e traspirante, e perfino efficiente da un punto di vista energetico. Secondo Robazza, non ci sono rischi di incendi: la paglia è molto pressata e ha poco ossigeno all’interno. In breve, non brucia come si potrebbe pensare. La paglia è poi ricoperta da uno strato di intonaco secondo la normativa antincendio europea. I muri di paglia sono però leggermente umidi: un vantaggio, secondo l’architetto, perché le pareti sono autotraspiranti e permettono lo scambio tra aria interna ed esterna. Così regolano l’umidità interna e garantiscono un livello igrotermico degli ambienti interni di qualità elevata. Anche la calce con cui è rivestita è traspirante. La paglia, però, va staccata dalla terra, protetta col tetto e posata in opera asciutta. 

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