Nuovi punti vendita per una rete commerciale e un servizio sempre più capillari, una sede moderna e al passo con i tempi, una Academy dove incontrare persone e lasciarsi contaminare da nuove idee. E anche un esclusivo gioco da tavolo dedicato alle imprese edili. Così Eternedile, il multipoint della distribuzione edile guidato da Franco Nessi, insieme ai figli Federico e Caterina, traghetta le sue rivendite verso un futuro fatto di grandi sfide e opportunità. YouTrade ha incontrato il presidente per scoprire il segreto di questo successo.
Domanda. Eternedile è diventata una delle più importanti realtà della distribuzione di materiali edili italiana: qual è la vostra formula?
Risposta. Ci siamo messi in gioco e abbiamo accettato di realizzare anche investimenti in Regioni all’apparenza scomode, sfruttando le opportunità che man mano si aprivano, come è avvenuto a Milano o in Abruzzo.
D. È stato più difficile aprire punti vendita a Milano o in Abruzzo?
R. Sono state due situazioni molto diverse. A Milano, forse, abbiamo tracciato una strada per le nuove aperture, cioè quella della grande distribuzione, con filiali importanti a livello di dimensioni e posizioni logistiche di primo livello. Questo ci ha portato al successo e devo anche ringraziare l’ingegnere Roberto Forzatti, nostro direttore vendite, che è stato l’artefice e il trait d’union di tutte queste aperture. Nel 2017 abbiamo acquisito la Vemac, leader nella distribuzione dei materiali edili in Abruzzo: una sfida importante, poiché abbiamo operato una ristrutturazione aziendale veramente molto profonda che è durata alcuni anni e che poi ci ha dato risultati molto soddisfacenti. Poi, abbiamo fatto una importante operazione immobiliare acquisendo tutti gli immobili e diventando abruzzesi a tutti gli effetti. Ora abbiamo dieci punti vendita, tra cui l’ultimo a Turrivalignani (Pescara) aperto a fine 2022.
D. Il 2022 è stato l’anno del boom nel settore edilizia: com’è andata per Eternedile?
R. Il 2022 ha fatto registrare una crescita consistente, con risultati economici estremamente positivi, in linea con il generale andamento del mercato che ha gratificato tutti, meritevoli e non. C’è stata un’ondata di lavoro che a volte ci ha sommerso, rendendo difficile garantire sempre un servizio puntuale. Questa è stata una costante che ha caratterizzato tutto il 2022, un anno veramente confuso.
D. Di quanto è stato l’incremento?
R. Nel 2022 abbiamo chiuso a 195 milioni di euro di fatturato, con un incremento di circa il 30%.
D. A parte i sistemi isolanti, quali sono stati i prodotti più richiesti e quali, invece, hanno registrato un calo, nonostante la ripresa dell’edilizia?
R. Hanno beneficiato un po’ tutti i settori. Ovviamente gli isolanti hanno goduto più di tutti del boom, mentre i settori che hanno performato meno sono state le coperture e le guaine. La manodopera è stata impiegata nei lavori più redditizi e probabilmente realizzare facciate è stato più conveniente che intervenire sui tetti.
D. Quali sono i numeri di Eternedile oggi?
R. Eternedile conta 56 punti vendita, e 16 showroom a marchio Aqva Ceramiche, ma a breve chiuderemo l’operazione di acquisizione della Carini ad Arco, in provincia di Trento, portando i punti vendita a quota 58 e gli showroom a quota 18. Attualmente copriamo Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Abruzzo, e impieghiamo circa 550 dipendenti.
D. Di recente avete aperto anche la nuova sede direzionale…
R. Storicamente la sede Eternedile è sempre stata a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, ma la struttura era diventata troppo piccola e non più adeguata alle nostre esigenze. Abbiamo chiesto più volte all’amministrazione comunale di poterci ampliare per realizzare un ambiente adeguato, ma ci è stato sempre risposto negativamente. La sede attuale, in via Marcello Finzi, a Modena, è nata dalla ristrutturazione di un immobile di nostra proprietà che era destinato a diventare un magazzino multipiano futuristico, che avevamo iniziato a progettare tempo fa, ma che è poi rimasto incompiuto a causa della crisi del 2008, in seguito alla quale ci siamo concentrati sull’apertura di nuove filiali. Di recente abbiamo deciso di sfruttare l’immenso spazio di 3.500 metri quadrati di questa struttura per affiancare al punto vendita anche il centro direzionale dell’azienda.
D. La distribuzione di materiali edili in Italia vive un momento particolare, con una forte spinta verso la concentrazione dei punti vendita e un forte salto di qualità a livello culturale e finanziario. Come vede il futuro del settore?
R. Eternedile ha intrapreso un percorso di crescita che è stato quasi fisiologico. Ci piace crescere in modo graduale, assorbire le filiali e creare valore: questi sono i nostri obiettivi. Ci siamo resi conto che non è solo una questione dimensionale, ma la vera sfida è mantenere le stesse performance. Ciò impone l’adozione di sistemi di controllo e di gestione particolarmente efficaci e in continuo e costante aggiornamento. Questa è forse la cosa più interessante che stiamo vivendo e devo ringraziare molto i miei figli Federico e Caterina, che da questo punto di vista sono stati determinanti. Instaurare nuovi processi e inserire anche figure manageriali di livello medio-alto è stato un passaggio obbligato per dotarci di una struttura adeguata. Non porre attenzione a questi aspetti può essere pericoloso: più si cresce e più si è costretti a migliorarsi, guardarsi dentro e dotarsi di una direzione di qualità.
D. Quando è iniziato il passaggio generazionale e come sta andando?
R. Federico lavora in azienda da ormai dieci anni. Condividiamo molte attività, ma lavoriamo anche in maniera autonoma perché a volte non c’è neanche il tempo confrontarsi. Caterina si è inserita molto bene come direttrice generale da cinque anni, portando grandi benefici all’azienda. Pur essendo l’artefice di Eternedile, mi sono reso conto che riuscire a cedere in modo graduale quote di responsabilità è una cosa estremamente positiva. Stare un passo indietro e vedere i propri figli intraprendere scelte e decisioni in maniera autonoma è davvero gratificante.
D. Nella sua struttura le persone rivestono molta importanza. Come le sceglie?
R. In direzione abbiamo personale mediamente giovane e motivato che ha una marcia in più. Non è sempre facile trovare persone che si vogliono mettere in discussione e che operano in maniera seria. Credo che in questo momento siamo organizzati veramente bene, e questa è un po’ la chiave del nostro successo. Per quanto riguarda invece le filiali, il personale è composto da un insieme di giovani e impiegati più maturi, che con la loro esperienza possono dare un contributo altrettanto importante.
D. Da poco avete inaugurato anche una Academy: quanta importanza dà alla formazione?
R. L’Academy Aula è stata voluta proprio per creare un’interazione tra il mondo esterno e il mondo Eternedile con iniziative di ogni tipo: dalla formazione interna a incontri a vari livelli, con eventi organizzati dai fornitori e meeting rivolti ai professionisti anche per l’ottenimento dei crediti formativi. Di recente abbiamo siglato un accordo con il dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari dell’Univesità di Modena e Reggio Emilia che prevede lo svolgimento di seminari e lezioni rivolti agli studenti e studentesse del secondo anno della triennale in ingegneria civile e ambientale. Ci confronteremo sui materiali per l’edilizia, tecnologie costruttive, impatto ambientale, digital transformation, gestione aziendale. Una collaborazione che mi rende molto fiero.
D. Che cosa si aspetta dal 2023 e quali criticità e opportunità intravede per l’anno appena iniziato?
R. Il 2023 sarà leggermente in flessione, ma è difficile quantificare di quanto sia in termini di volumi che di valore economico. Spero in una riduzione dei prezzi, che porterà inevitabilmente, a parità di volumi, a un calo dei fatturati. In questo modo cominceranno a emergere fattori valoriali che premieranno le strutture distributive più organizzate. Per la distribuzione edile nel 2023 si apriranno anche interessanti opportunità grazie al Pnrr in termini di possibili forniture per l’edilizia scolastica o per opere infrastrutturali minori, portando un po’ di compensazione rispetto ai problemi ancora irrisolti della cessione dei crediti.