Vida: il bello di andare in controtendenza

Punto di riferimento per la distribuzione edile nella provincia di Brescia, Vida opera con cinque punti vendita tra il Lago d’Iseo e il Lago di Garda, a cui si aggiunge un centro di sagomatura del ferro per cemento armato. Una realtà giovane e dinamica, che ha alle spalle una storia relativamente recente, ma che ha saputo lasciare il segno fino a diventare protagonista assoluta del territorio grazie alla qualità dei suoi servizi, di una logistica efficiente e ben organizzata, dell’ampia disponibilità di prodotti e soluzioni, con una particolare attenzione all’ambiente.

Non a caso nell’offerta Vida spiccano diversi prodotti per la bioedilizia e numerose soluzioni che fanno della sostenibilità il loro punto di forza, come la gamma eco.build di Italcementi, da sempre partner del multipoint bresciano.

YouTrade ha incontrato i tre soci fondatori Michele Labellottini, responsabile commerciale, Luca Passini, responsabile amministrativo, e Marco Frassi, responsabile della logistica, per scoprire l’evoluzione dell’azienda e i suoi progetti futuri.

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Da sinistra, Marco Frassi, Luca Passini e Michele Labellottini

Vida ha aperto nel 2006. Cosa vi ha portato ad aprire un magazzino edile in un periodo di piena crisi dell’edilizia?
Michele Labellottini. Sicuramente l’ambizione di avere un’azienda nostra. Tutti e tre lavoravamo nel settore come dipendenti di un magazzino edile; a un certo punto delle nostre carriere, abbiamo deciso di avviare un progetto indipendente e abbiamo acquisito due piccoli magazzini con un centro di sagomatura per la lavorazione del ferro per cemento armato a Vobarno. In quegli anni l’edilizia era in piena crisi e abbiamo avuto non poche difficoltà a trovare chi ci desse credito e fiducia. Quando il mercato ha cominciato a uscire dalle difficoltà si sono create nel tempo diverse opportunità. Ci siamo sempre ritenuti lungimiranti, cercando di vedere le cose nel lungo periodo, e grazie alla nostra grinta e operosità, siamo riusciti a portare avanti una gran bella sfida che ci ha portato alla realtà attuale.

Creare un’azienda per il mercato dell’edilizia alla vigilia della crisi è stato un azzardo?
Luca Passini. Eravamo così entusiasti di avere un’azienda tutta nostra che forse nemmeno ci abbiamo riflettuto. Adesso ripensandoci sembra una pazzia aver aperto proprio in quegli anni, ma siamo contenti, soddisfatti e totalmente artefici delle nostre scelte. Siamo in continua espansione sia territoriale sia nel mix di prodotto, e cerchiamo sempre di anticipare le richieste del mercato.

Quali sono i punti di forza che vi hanno permesso di cavalcare le opportunità del mercato?
Michele Labellottini. La fidelizzazione dei clienti, il servizio e la capillarità territoriale. Il periodo in cui abbiamo iniziato vedeva la forte presenza di grossi magazzini e gruppi di acquisto, tuttavia la nostra capacità di mettere il cliente al centro e offrire un servizio a 360 gradi, ci ha permesso di crescere anche nel periodo di crisi, andando a cercare attivamente il lavoro cantiere per cantiere.

A differenza di altre aziende della distribuzione avete scelto come claim «Soluzioni per l’edilizia», mettendo l’accento sul valore aggiunto. Come lo avete deciso?
Luca Passini. Essere un’azienda problem solving è una caratteristica che i nostri clienti ci hanno sempre riconosciuto, quindi perché non citarla nel claim?

Tra le attività dell’azienda ci sono consulenza tecnica, noleggio attrezzature, posa, trasporto e scarico. Non puntate quindi solo sui materiali…
Luca Passini. I materiali rimangono al centro della nostra attività, tuttavia necessitano di una serie di servizi a sostegno della vendita che diventano parte integrante del nostro mix di prodotto.

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Area colore

Della vostra offerta fa parte anche una proposta di linea vita. Di che si tratta?
Luca Passini. Abbiamo due tipi di ganci disegnati e prodotti da noi e un tecnico specializzato per testare la posa e revisionare i sistemi. All’inizio della nostro cammino era una attività che intendevamo implementare, poi con la crescita dei magazzini è diventato un business più marginale.

A che cosa vi siete ispirati quando avete progettato il punto vendita?
Marco Frassi. Arrivavamo da un magazzino in cui era logisticamente davvero difficile lavorare. Un’inondazione ha poi distrutto parzialmente la struttura, e abbiamo preso l’evento come un segno del destino per spronarci a prendere coraggio e aprire la nostra nuova attività.
Michele Labellottini. Così abbiamo acquisito i primi due magazzini. Le possibilità economiche all’epoca non ci permettevano grandi spazi: abbiamo avuto l’esigenza di creare un magazzino di stoccaggio verticale per sfruttare ogni centimetro di superficie disponibile. Un’esigenza che è divenuta una caratteristica pressoché unica tra le rivendite edili.

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Carico merci

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Com’è organizzato il vostro magazzino centrale?
Michele Labellottini. Oggi il magazzino di Vobarno funziona da polo centrale per gli altri punti vendita. Abbiamo un primo capannone dove stocchiamo tutti i materiali tecnici con una zona colore, una per il noleggio delle piccole attrezzature per taglio e foratura, un’area dedicata alle polveri e ai materiali più delicati e un deposito per la ferramenta. Quattro anni fa abbiamo deciso di realizzare un altro capannone per i sistemi a secco e i materiali isolanti. Una scelta che si è rivelata vincente nel pieno del delirio del superbonus 110% perché ci ha permesso di tenere quasi tutti i materiali a terra, permettendoci di servire tutti i punti vendita e anche consulenti di altri magazzini. Ci piace ricordare che siamo un magazzino edile, e non semplici rivenditori, e la logistica vale sicuramente una marcia in più. Nonostante lo spazio sia tanto, tutto lo stoccaggio avviene in verticale con un sistema molto preciso ed efficiente e tre-quattro mulettisti sempre fissi.

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Vida Vobarno

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Qual è oggi la dimensione dell’azienda?
Michele Labellottini. Abbiamo cinque punti vendita e un centro per la lavorazione del ferro per cemento armato, che occupano in totale 52 dipendenti. Il fatturato dell’azienda nel 2021 è arrivato a 25 milioni di euro, mentre per quest’anno prevediamo di toccare quota 30 milioni.

Dai tre soci iniziali, in azienda ora ci sono più di 50 persone. Quali sono stati i momenti che vi hanno fatto compiere il salto di qualità? 
Marco Frassi. È stata una crescita graduale. Abbiamo avviato quasi subito l’acquisizione di alcuni magazzini della zona, a partire dalla Sagomatura Zani di Vobarno. Un’acquisizione che è stata il naturale proseguimento dell’attività dell’azienda, così come è avvenuto per tutti gli altri magazzini che abbiamo acquisito successivamente nel tempo.
Michele Labellottini. Abbiamo un rapporto ottimo con tutte le rivendite della zona. Soprattutto i piccoli magazzini, giunti al momento del cambio generazionale, spesso si sono messi in contatto con noi per proporci delle acquisizioni.
Luca Passini. Ogni volta che abbiamo acquisito un punto vendita, abbiamo sempre deciso di mantenere i dipendenti, guadagnandoci in professionalità ed esperienze. Inoltre, abbiamo sempre cercato di non snaturare del tutto l’identità precedente del magazzino: potrebbe sembrare un punto debole invece è un elemento di forza.

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Il team di Vida

Quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato lungo la strada?
Michele Labellottini. All’inizio siamo partiti veramente da zero e trovare chi, in quegli anni di crisi, finanziasse il nostro sogno non è stato facile. Fortunatamente abbiamo trovato due banche locali che, senza regalarci niente, ci hanno dato fiducia e ce l’abbiamo fatta.
Luca Passini. Un’altra difficoltà è stata più recente, quando durante il primo lockdown abbiamo deciso di anticipare gli stipendi ai nostri dipendenti. Eravamo sicuri di restare chiusi solo 20 giorni invece ci siamo trovati con due mesi a fatturato zero, per cui si è creata una situazione abbastanza stressante dal punto di vista finanziario. Tuttavia, tutto si è risolto per il meglio.

Come è organizzata attualmente Vida?
Marco Frassi. Abbiamo un’amministrazione centralizzata, mentre la gestione dei punti vendita è decentralizzata con una fitta rete di contatti e relazioni, così da tenere un’identità comune.

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Come si compone attualmente la vostra clientela?
Marco Frassi. Il mix è vario. Principalmente i nostri clienti sono artigiani e imprese, ma non disdegniamo il rapporto con i privati e le grosse imprese strutturate.

Come scegliete le merceologie da inserire nella vostra offerta?
Michele Labellottini. In primis scegliamo il fornitore. Così come il cliente sceglie Vida perché trova in noi un partner capace di supportarlo nel suo lavoro quotidiano, anche il nostro fornitore deve restare al nostro stesso passo. Oltre a selezionare i prodotti che non possono mancare in magazzino, tendiamo a privilegiare le soluzioni tecniche in grado di offrire un plus al cliente.

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Trattate anche bioedilizia? Come vanno le richieste di questi prodotti?
Michele Labellottini. Sì, trattiamo bioedilizia già da tanti anni, quando ancora non c’era molta richiesta. Oggi abbiamo varie fibre di legno, vetro cellulare e prodotti che sono prevalentemente rivolti al mercato dell’Alto Adige e della Germania, dove l’attenzione a queste tematiche è molto più elevata.
Luca Passini. Nei nostri punti vendita riscontriamo anche una buona presenza di clienti tedeschi, che richiedono standard di costruzione diversi, più attenti alla sostenibilità, quindi anche noi dobbiamo tenerci aggiornati. Privilegiare prodotti sostenibili per ora è un vantaggio in termini di know-how, ma sarà un tema sempre più importante in prospettiva.

In questo si inserisce la linea di cementi sostenibili eco.build di Italcementi: come avete accolto il lancio di questi prodotti e come sta andando?
Michele Labellottini. Certamente è stata una mossa strategica per Italcementi. Ormai la sostenibilità è un argomento di dibattito giornaliero e un trend che bisogna cavalcare. Naturalmente c’è ancora tanto da fare e bisognerà lavorare molto anche sui progettisti per diffondere questi prodotti.
Luca Passini. Deve esserci un lavoro a monte per supportare le richieste, ma non dubito che questi prodotti avranno successo ed entreranno a far parte del lavoro quotidiano delle imprese. Ci vorrà un po’ di tempo, ma succederà.

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Italcementi è uno dei vostri fornitori: quando è stato inserito e perché?
Luca Passini. In Val Sabbia Italcementi «è» il cemento, anche per la presenza storica dell’impianto di produzione di Rezzato Mazzano, punto di riferimento per il territorio del bresciano. Un chilometro zero che, oltre a rappresentare un punto di forza dal punto di vista logistico, è anche un vantaggio assoluto in termini di sostenibilità ambientale e abbattimento dei costi di trasporto.

Quali sono gli aspetti che vi sembrano più interessanti di questa azienda?
Marco Frassi. Sostenibilità e innovazione.

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E voi come tenete conto della necessità di essere sostenibili? 
Michele Labellottini. Il nostro scopo è rendere i punti vendita totalmente autonomi dal punto di vista energetico. Nel magazzino di Vobarno abbiamo installato un impianto fotovoltaico da 70 kW, che ci permette di essere completamente autonomi dal punto di vista energetico. Anche per il centro di sagomatura del ferro andiamo in autoconsumo.

State progettando anche un sistema di smaltimento per i rifiuti da cantiere?
Michele Labellottini. Sì, abbiamo già predisposto l’isola nel magazzino di Vobarno in cui andremo a svolgere tale attività. Abbiamo appena ricevuto l’approvazione da parte della provincia e intendiamo partire con questa attività da gennaio 2023.

Puntate molto anche sulla formazione. In che modo?
Michele Labellottini. Investiamo tantissimo in formazione. In primis, per noi soci in modo da migliorare le nostre capacità imprenditoriali. Inoltre, facciamo formazione per i dipendenti affinché siano in grado di consigliare e sostenere il rapporto con il cliente. Infine, organizziamo continuamente meeting per i nostri clienti per dare loro modo di acquisire nuove abilità. Sicuramente è una scelta onerosa, ma che permette di raggiungere ottimi risultati.

In che cosa consiste la consulenza tecnica che fornite?
Luca Passini. È una consulenza a 360 gradi. Cerchiamo di sostenere il nostro cliente non solo nella sua quotidianità ma anche nella gestione degli imprevisti.

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Esterno

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Qual è la tipologia di prodotti richiesta in questo momento?
Luca Passini. I prodotti legati al bonus la fanno da padrone.

Il superbonus ha avuto un impatto sul business?
Luca Passini. Certamente, ma la valutazione completa potremo farla solo alla fine del ciclo. Il progetto di riduzione all’80% invece che al 110%, se spalmato in un arco di tempo maggiore, porterà sicuramente a degli ottimi risultati.

E il Pnrr avrà un impatto positivo sul vostro business?
Luca Passini. Dovrebbe avere un grosso impatto. Lo speriamo vivamente.

Qual è il vostro sentiment riguardo i prossimi mesi?
Michele Labellottini. I prossimi mesi non saranno semplici, anche se il mercato non si arresterà del tutto. Ci troviamo in una zona di edilizia di alto livello, dove il bene casa è molto sentito, quindi sicuramente i cantieri andranno avanti, senza però raggiungere i volumi che abbiamo visto negli ultimi due anni. Un calo della domanda si comincia a sentire, anche se sembra aprirsi qualche spiraglio sui prezzi che forse iniziano a scendere. Inoltre c’è ancora il mercato dei bonus.
Luca Passini. Adesso il problema principale è di natura finanziaria, con qualche tensione dal punto di vista creditizio.

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Outdoor

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Come vedete il 2023?
Michele Labellottini. Penso che il 2023 sarà un anno piatto. Il calo dei prezzi porterà a un inevitabile calo dei fatturati, ma bisogna pensare anche che negli ultimi due anni le rivendite sono cresciute almeno del 40-50%, quindi anche un ritorno alla normalità permetterà di lavorare bene, con meno stress. Qualche nuvola all’orizzonte si sta addensando, ma siamo ottimisti di natura e ci sentiamo pronti ad affrontare le sfide che ci riserva il futuro.
Luca Passini. L’importante è anticipare. Abbiamo ridotto molto gli investimenti nell’ultimo anno nella ricerca di nuovi magazzini e nella costruzione di un nuovo capannone, perché vogliamo verificare l’impatto di questa crisi, nel segno della massima prudenza.

Quali sono i vostri prossimi progetti nel cassetto?
Michele Labellottini. Sicuramente nuove acquisizioni, senza eccedere né perdere identità. Sicuramente il 2023 non sarà il periodo migliore ma vedremo cosa succederà.

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Da sinistra Pierluigi Marini (Italcementi), Luca Passini, Michele Labellottini e Marco Frassi (Vida), Giuseppe Matera (Italcementi)

Vida-Italcementi: il segreto è un’offerta completa 

Pierluigi Marini, venditore provincia di Brescia Italcementi

Quando è iniziato il suo rapporto con Vida?
Abbiamo colto l’opportunità di servire Vida dal primo giorno di attività. È stato un rapporto in crescendo che si è consolidato nel tempo. Vida, grazie all’ambizione e alla lungimiranza dei giovani titolari, è divenuta con i suoi magazzini e con il suo personale uno dei punti di riferimento delle imprese edili del bresciano.

Quali sono i principali servizi che Vida vi chiede a supporto dell’approvvigionamento del cemento?
Viene apprezzata la pronta consegna di tutte le tipologie di prodotti, dai cementi classici a quelli sostenibili, dai cementi bianchi alla calce. Il posizionamento baricentrico della cementeria di Rezzato Mazzano, rispetto alla provincia di Brescia, e l’apertura del nuovo deposito sacco di Rovato, in Franciacorta, garantiscono un veloce approvvigionamento.

Quali sono le principali difficoltà che riscontra nei punti vendita della provincia di Brescia?
È una provincia molto grande e molto ricca, gli operatori sono sempre alla ricerca di nuovi materiali da affiancare ai tradizionali e in grado di fornire soluzioni. Con la nostra gamma prodotti siamo punto di riferimento nel lavoro quotidiano delle rivendite.

C’è richiesta anche di formazione?
Sui prodotti consolidati come il cemento si riscontra già una grande conoscenza da parte degli operatori, mentre per i prodotti di ultima generazione, come i.idro Drain, la soluzione drenante per pavimentazioni, ci confrontiamo spesso con le rivendite. Con Vida, in particolare, c’è sempre uno scambio di informazioni, specialmente sui prodotti che vanno oltre le soluzioni tradizionali.

Italcementi: la sostenibilità? Un percorso condiviso

Giuseppe Matera, sales area manager Nord-Est Italcementi

Quale area territoriale gestisce per Italcementi?
La zona che seguo comprende la Lombardia Est, l’Emilia-Romagna, l’area metropolitana di Firenze, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige.

Come stanno andando?
Dopo il rimbalzo del 2021 il mercato registra una tenuta, con un leggero rallentamento nella seconda parte dell’anno, dovuto sia all’aumento dei prezzi d’acquisto, legato all’incremento dei costi di produzione, sia al minor utilizzo del cemento in sacco nei lavori del superbonus 110%.

Che cosa si aspetta per i prossimi mesi?
Sono ottimista per natura, gli investimenti previsti dal Pnrr hanno rimesso l’edilizia pubblica e privata al centro dell’attenzione. Si dovrebbero sbloccare molti cantieri e concretizzarne altri. Il rilancio del superbonus 110% dovrebbe comunque portare nuove energie al nostro settore.

Quali sono i prodotti Italcementi più richiesti nelle sue zone di riferimento?
Per quanto riguarda le rivendite, i prodotti più richiesti rimangono quelli tradizionali: cemento 32,5 e cemento 42,5, quest’ultimo destinato ai lavori che richiedono maggiori prestazioni in termini di resistenza. Poi sicuramente la novità sostenibile è ben rappresentata dal nostro prodotto per pavimentazioni i.idro.Drain. È particolarmente apprezzato dagli studi di progettazione e di architettura per le sue capacità di preservare la falda acquifera e garantire un’adeguata invarianza idraulica. Sta prendendo piede anche nei piccoli lavori che vengono effettuati con il sacco, mentre invece ha una posizione ormai consolidata nei lavori di maggiori dimensioni (piste ciclabili, parchi e aree verdi, aree di sosta) dove viene posato grazie alle competenze della nostra società Calcestruzzi. Altri prodotti molto apprezzati dalle rivendite, sempre sostenibili, sono rappresentati dalla gamma dei solfo-alluminosi, che comprende il cemento e il premiscelato rapido, oltre dai cementi pozzolanici.

Perché scegliere Italcementi?
Italcementi offre una vasta gamma di prodotti sia grigi che bianchi. Dal cemento tradizionale ai prodotti specializzati per l’impiego sia verticale che orizzontale, per murature o pavimentazioni. Nel mercato del sacco il nostro brand è il più diffuso in Italia, grazie a una capace rete di vendita e grazie alla capillare matrice distributiva. Siamo presenti su tutto il territorio nazionale sia con le cementerie sia con i depositi, al fine di essere il più vicino possibile ai clienti e mitigare l’impatto ambientale, inseguendo il famoso chilometro zero.

Com’è stata accolta la linea di prodotti sostenibili eco.build?
Bene, eco.build di Italcementi identifica sia i cementi che i calcestruzzi sostenibili, studiati con l’obiettivo di ridurre l’impatto della CO2 e dare vita ad un’economia circolare. Per noi quello della sostenibilità è un percorso già segnato. Italcementi da diversi anni percorre questa strada e il lavoro di sensibilizzazione che sta iniziando a dare i suoi frutti.

Ci sono zone più sensibili a questi prodotti?
Ci sono clienti più attenti e sensibili ai prodotti sostenibili, come Vida. In questo modo andiamo a percorrere insieme un percorso condiviso.

In questo momento c’è grande fermento nel settore della distribuzione edile, con diverse operazioni di acquisto e fusioni: questo comporta dei problemi nella sua attività?
Nel Nord Italia il fenomeno dei consorzi e gruppi d’acquisto è in continua crescita. Italcementi da sempre è ben presente nelle forniture e nelle relazioni commerciali, sia nei gruppi d’acquisto che nelle rivendite non associate, ponendosi come interlocutore privilegiato.

Oltre alla sostenibilità, ci sono altre aree di interesse su cui Italcementi sta investendo?
Italcementi investe tanto sulla sicurezza, divenuta negli anni uno stile di vita, sulla digitalizzazione e appunto sulla sostenibilità. In queste attività siamo impegnati quotidianamente nella informazione e sensibilizzazione alla nostra clientela.

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