Al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, all’incrocio tra le province di Venezia, Treviso e Pordenone, la rivendita Simonetti ha portato il magazzino edile alla sua massima espressione grazie a una estensione che, tra area coperta e scoperta, arriva a 15 mila metri quadrati totali e a un’ampiezza di gamma tra le più complete del settore edilizia.
«Cerchiamo di dare al cliente tutto quello che gli serve, dai prodotti standard alle soluzioni più specifiche. Qualsiasi dimensione, spessore, colore in commercio, noi lo abbiamo in punto vendita», afferma il titolare, Cesare Simonetti. «Siamo in grado di fornire tutto quello che serve per la costruzione di un edificio, dalle fondazioni al tetto. Non trattiamo, invece, le finiture».
Nel 2019 l’azienda si è trasferita dal magazzino storico in Via IV Novembre alla nuova sede in Via Cadamure 2 a Motta di Livenza (Treviso), a seguito dell’acquisizione e ristrutturazione di un edificio dismesso da oltre dieci anni nella zona industriale del comune. Di fianco è stato realizzato anche il nuovo deposito centralizzato del consorzio Game, di cui Simonetti è presidente, che si estende su un’area altrettanto grande di 15 mila metri quadrati.
Domanda. Il vostro punto di forza è il magazzino: perché è un vantaggio?
Risposta. Perché i clienti trovano subito la merce di cui hanno bisogno. Il fatto di offrire la massima profondità di gamma di tutto quello che c’è in commercio nel settore dei materiali per edilizia è un valore aggiunto importantissimo, che consente anche di fidelizzare il cliente.
D. Ci sono anche degli svantaggi?
R. Questa scelta comporta a monte un investimento economico rilevante e la possibilità di avere un magazzino dalle dimensione adeguate per poter stoccare grandi quantità di materiali. Ritengo però che i vantaggi superino gli svantaggi.
D. Quali sono i principali produttori presenti nel punto vendita?
R. Sono presenti le principali aziende del settore e quasi tutti i marchi più importanti. Ci sarebbero altre aziende meritevoli di lavorare con noi, ma in alcuni settori abbiamo deciso di collaborare con un unico fornitore. Il fatto di garantire la disponibilità del prodotto nel punto vendita comporta la necessità di operare delle scelte. Ma soprattutto è fondamentale scegliere prodotti di qualità.
D. Com’è organizzato il punto vendita?
R. La rivendita si sviluppa su una superficie di circa 6 mila metri quadrati coperti e 9 mila scoperti. Ci sono poi mille metri quadrati dedicati al libero servizio e 600 metri quadrati per la sala mostra. L’ingresso al punto vendita presenta subito il banco di vendita e bollettazione, poi accanto l’ufficio commerciale, a seguire l’ufficio tecnico e per ultimo la contabilità.
D. Com’è organizzata, invece, l’esposizione dei prodotti a scaffale?
R. Ogni settore ha una corsia ben evidenziata. Non ho sottovalutato i marchi, tanto che sono tutti indicati, ma non ho voluto gli scaffali personalizzati dei fornitori. Chi entra nel mio negozio entra in un ambiente a marchio Simonetti che ha effettuato delle scelte per conto del cliente, le più ampie e professionali possibile. Mettiamo in mostra tutto quello che è possibile trovare nel punto vendita, anche quei prodotti che spesso sono inseriti a catalogo, ma difficilmente trovano posto sullo scaffale. Tutto è pensato per una clientela di professionisti e artigiani dell’edilizia.
D. Avete anche clienti privati?
R. No, non dedichiamo spazio al cliente privato poiché rappresenta meno del 2% del nostro fatturato.
D. Il mix dei clienti è cambiato nel corso degli anni?
R. Il nostro cliente è il professionista dell’edilizia. Nel corso degli ultimi due anni abbiamo iniziato a fornire in maniera continuativa anche imprese fuori dal nostro tradizionale raggio d’azione, spingendosi anche in zone non limitrofe. Da noi hanno trovato la disponibilità di prodotti e di materiali particolari, e hanno continuato a privilegiarci.
D. La sua rivendita non tratta le finiture: perché?
R. È una scelta. Credo che siano due settori differenti, che richiedono competenze diverse, e come tali vadano trattati separatamente. Le finiture non sono il mio campo, l’edilizia sì.
D. Quindi, che cosa esponete nella sala mostra?
R. C’è una sala dedicata a Velux Italia con tutta la gamma completa dei prodotti, compresi evacuatore fumi e finestre fuori standard. C’è inoltre un’esposizione dedicata al tetto con le varie tipologie di copertura e sistemi di posa, i diversi tipi di pacchetti di isolanti e le coperture delle Industrie Cotto Possagno di cui siamo clienti da decenni. Ci sono anche alcune canne fumarie, ma più che altro i comignoli e, infine, i caminetti e le stufe della Edilkamin. Abbiamo inoltre in progetto di creare una specie di mostra permanente dedicata alla costruzione di una casa, dalle fondazioni al tetto, che mostri le opportunità e le problematiche insite in ogni passaggio. All’interno del percorso espositivo verrebbero inseriti i diversi prodotti dei nostri fornitori. Insomma un modo un po’ diverso di esporre le merci, che consente anche di fare cultura tecnica.
D. Com’è organizzato il magazzino esterno?
R. L’area coperta si estende su 6 mila metri quadrati, compresa la ferramenta, mentre l’area scoperta arriva a 9 mila metri quadrati. Il magazzino coperto è organizzato con un sistema di scaffalatura studiato per le esigenze di ogni specifico prodotto. A monte c’è stato uno studio incredibile: mentre per la ferramenta ci siamo affidati alla consulenza di un’azienda esterna, per il resto ho progettato tutto personalmente. Per sei mesi due addetti hanno lavorato a tempo pieno per fare una lista dei prodotti scaffale per scaffale, in modo da sapere esattamente la collocazione di ogni materiale. Ogni dettaglio è stato curato nei minimi particolari: per esempio, il presidio dei fuganti è stato studiato con un sistema di carico dall’interno verso l’esterno in modo che il prodotto più vecchio, quindi più prossimo alla data di scadenza, sia spinto verso la zona di scarico. Il magazzino è inoltre dotato di una tettoia per consentire le operazioni di carico e scarico sempre al coperto, sia d’inverno che d’estate.
D. Che prodotti sono presenti nel magazzino coperto?
R. Abbiamo tutto quello che serve per avviare un cantiere. Qualsiasi prodotto è gestito in tutte le tipologie e preservato nella sua integrità. Ci sono anche alcune tipologie più specifiche, che non hanno una grossa rotazione, ma servono a dare quel valore aggiunto in più. Al momento questo magazzino sta fatturando più di 1 milione al mese con tre magazzinieri.
D. E nell’area scoperta, invece, che prodotti sono presenti?
R. Laterizi, plastica, corrugati, manufatti in cemento, chiusini in ghisa. Con il boom del superbonus 110% abbiamo dovuto utilizzare anche l’area dei parcheggi per collocare gli isolanti in polistirolo e polistirene, perché all’interno non c’era più spazio. Infine, c’è un’area dedicata ai materiali a bassa rotazione, prodotti speciali con consumi occasionali o che arrivano dall’estero.
D. Di solito rivenditori sono attenti a eliminare le merci a bassa rotazione…
R. Non sono d’accordo. Per quanto mi riguarda, la scelta di avere la massima disponibilità di materiale, mi impone di avere anche questi prodotti. Nella mia azienda il materiale sul venduto rappresenta il 2%.
D. Ma tutto questo quanto costa?
R. Finora questa strategia ci ha permesso di fare utili. Non ho mai capito per quale motivo se faccio il rivenditore non devo avere le merci in magazzino e lavorare sul venduto come un agente di commercio. Sono convinto che avere in casa tutti i materiali sia un valore aggiunto fondamentale, anche per sopperire a eventuali mancanze dei fornitori. Dobbiamo offrire un servizio: il prezzo ce l’hanno tutti, la velocità di consegna no.
D. Come avete gestito la fase della mancanza delle materie prime?
R. Non abbiamo avuto grosse difficoltà. Nel 2021 i fornitori ci hanno dato l’opportunità di caricare dal 30 al 50% in più di materiale rispetto all’anno precedente, anche se non sempre è stato sufficiente per coprire le richieste. Abbiamo comprato qualcosa anche all’estero e ci siamo appoggiati a canali differenti rispetto a quelli tradizionali. Ma soprattutto abbiamo fatto una scelta: non servire i general contractor e concentrarci sulle imprese clienti e le imprese del territorio, restando all’interno di determinate quantità.
D. Qual è stato il materiale che vi ha dato più filo da torcere?
R. La lana di roccia. Non è una novità, perché c’erano problemi già prima del caos che si è creato nel 2021. Abbiamo veramente fatto i salti mortali per coprire la mancanza di materiale, con prodotti alternativi e più costosi.
D. Ci sono altri progetti che avete intenzione di realizzare in punto vendita?
R. Sì, abbiamo in progetto di realizzare una sala mostra dedicata alle pavimentazioni da esterno, cancellate, canalette di drenaggio coi vari tipi di posa. Il drenaggio sta diventando fondamentale e vogliamo mostrare le opportunità offerte dal settore, non solo dal punto di vista tecnico ma anche estetico. È un investimento importante che speriamo di completare durante il prossimo inverno.
D. Quali sono state le tappe principali della crescita dell’azienda?
R. L’azienda è nata nel 1953 e si chiamava Simonetti Giuseppe, dal nome di mio padre. La mia famiglia è sempre stata impegnata nel settore edilizia, e io sono cresciuto in magazzino con mio papà fino a quando non ho preso le redini dell’azienda nel 1989. La crescita è stata costante nel tempo, poi nel 2019 ho deciso di investire nell’attività aprendo la nuova sede. Il risultato è stato immediato. Nel 2021 abbiamo raggiunto i 10,5 milioni di euro di fatturato e quest’anno arriveremo a 13-14 milioni di euro.
D. Come sta andando finora il 2022?
R. Il 2022 sta andando bene, addirittura meglio del 2021. L’aumento di fatturato al 31 agosto è stato del 35%.
D. E a livello di volumi?
R. Sicuramente sull’aumento del fatturato ha inciso anche l’aumento dei prezzi, ma anche i volumi sono superiori. Ci sono delle tipologie di prodotti che sono cresciute molto, come quelle interessate dal superbonus, e altre che soffrono. Ma se andiamo a fare una statistica media i quantitativi sono aumentati.
D. La spinta legata al superbonus è ancora valida?
R. Per la mia azienda lo sarà fino alla fine dell’anno. Per chi si occupa anche di condomini e general contractor probabilmente durerà un po’ di più, ma credo andrà a scemare nel corso del prossimo anno.
D. Quanti dipendenti ha la sua rivendita?
R. Abbiamo 15 dipendenti. Tre nella filiale di Noventa di Piave (Venezia), e 12 nella sede principale. È una squadra molto valida, preparata e motivata. L’età media è di 40 anni, ma sono persone che mediamente hanno quindici anni di anzianità in azienda. L’organizzazione, che fa della disponibilità di prodotto e della velocità i suoi cavalli di battaglia, ha permesso di raggiungere i 700 mila euro di fatturato per addetto nel 2021, e quest’anno speriamo di sfiorare il milione per addetto. Numeri al top in Italia che dimostrano la validità del team.
D. Per essere ben preparati serve un’adeguata formazione: quanto tempo dedicate a questa attività?
R. La formazione è continua e consiste nel rapporto quotidiano che si instaura con i clienti. Bisogna elevare le conoscenze, ma i corsi dei produttori spesso sono attività di marketing trasvestite da formazione.
D. Avete anche un servizio di consulenza?
R. Tutto il personale in rivendita è in grado di offrire una prima consulenza ai clienti. Poi, con il supporto degli uffici tecnici dei fornitori si offre una consulenza diretta più approfondita per risolvere eventuali problemi. Il nostro compito è capire le esigenze dei clienti e offrire disponibilità di prodotto e velocità di servizio.
D. Che cosa pensa dell’e-commerce?
R. Non possiamo ignorare che esiste, ma ritengo che sia un’attività da praticare in maniera specializzata. È un altro lavoro, che non voglio praticare. Al momento sentiamo molto la concorrenza dell’e-commerce nel settore della ferramenta, mentre per quanto riguarda l’edilizia ritengo che la gestione logistica di materiali molto voluminosi e pesanti difficilmente permetterà di arrivare a un commercio online pienamente operativo.
D. Come siete organizzati per la logistica?
R. Disponiamo di quattro mezzi di proprietà, di cui due autotreni, un camioncino e un piccolo furgone, e dal prossimo mese avremo un autotreno in più. Questa flotta, che viaggia sempre a pieno carico, ci permette di soddisfare il 90% delle nostre esigenze. Abbiamo anche una collaborazione con un’agenzia di trasporti esterna, che ci viene in aiuto nei momenti di difficoltà.
D. Consegnate anche direttamente in cantiere?
R. Certo, seguiamo i clienti ovunque lavorino, tenendo a nostro carico i maggiori oneri di trasporto che questa gestione comporta. Ritengo che un cliente fedele debba ricevere il materiale alle stesse condizioni, a prescindere da dove lavora.
D. Come vi regolate ora che i prezzi sono in aumento?
R. Seguiamo la quotazione di acquisto dei fornitori. A prescindere da quanto abbiamo pagato il materiale il nostro cliente ha il diritto di ricevere un’offerta allineata al prezzo corrente. Inoltre, se il cliente prenota in anticipo del materiale, non gli addebitiamo i costi di stoccaggio. Avere un programma degli acquisti infatti è un vantaggio che ci permette di programmare le giacenze e gestire il magazzino in maniera più efficiente.
D. Tra l’inflazione in aumento, il rincaro dell’energia e dei materiali, il 2022 è stato un anno difficile?
R. È stato un anno diverso, non abbiamo trovato particolari difficoltà a reperire i materiali, ma adesso ritengo che all’orizzonte si addensino grossissimi problemi. Per quanto riguarda il costo dell’energia il mercato è completamente impazzito, ma fortunatamente la nostra sede è nuovissima e costruita in base a criteri di risparmio energetico. Inoltre un impianto fotovoltaico ci permette di limitare in modo importante l’impatto degli aumenti dei costi energetici.
D. Lei è anche presidente del Consorzio Game, uno dei primi gruppi in Italia, ma si è sempre dichiarato contrario ai gruppi. Come spiega questo contrasto?
R. I gruppi sono superati da almeno 15 anni e hanno bisogno di fare un passaggio evolutivo. Il Game funziona molto bene, talmente bene che in trent’anni non c’è mai stata una defezione. Tuttavia, ritengo che sia necessario ragionare in termini di crescita strategica e, in questo senso, credo che per il Gruppo sia opportuno arrivare a una fusione dei soci.
D. Riuscirete a conseguire questo obiettivo?
R. Ci sarebbero tutti i presupposti, ma non credo si arriverà mai a questo risultato. Il consorzio fattura, paga, ha credibilità, distribuisce utili, funziona tutto così bene che gli stessi soci non hanno interesse a unirsi in una unica realtà. Ci sarebbero anche i presupposti di anzianità, nel senso che non tutti i soci hanno un passaggio generazionale assicurato all’interno delle proprie realtà aziendali: quando andranno in pensione dovranno scegliere che cosa fare della propria attività.
D. Qual è il suo sogno nel cassetto?
R. Lavorare in magazzino mi dà soddisfazione e credo che mi dispiacerà uscire dal piazzale dopo tanti anni. Spero di riuscire a organizzare l’attività in modo che vada avanti da sola, a prescindere dai risultati economici.