Cortexa in campo: un errore ridurre il superbonus

Cortexa lancia un appello per la stabilizzazione del Superbonus al 110% fino al 2030, legandolo a criteri di qualità degli interventi vincolanti e verificabili. In vista del nuovo governo, l’associazione che riunisce le aziende impegnate nel sistema cappotto, scende in campo: fonti interne alla nuova maggioranza, è scritto in un comunicato, avrebbero riferito che si sta valutando di ridurre la percentuale di detrazione prevista dal 110% al 60-70%, garantita però a lungo termine, oppure di diversificarla in base al reddito del beneficiario o al tipo di immobile oggetto dei lavori: detrazione più alta per la prima casa non di lusso, più bassa per la seconda.

“Stiamo vivendo dei tempi durissimi: scarsità delle materie prime, incremento esorbitante dei costi energetici e di tutti i beni di prima necessità, ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2”. Afferma Andris Pavan, Presidente di Cortexa. “Dati alla mano, una riduzione tout court dell’aliquota del Superbonus non sortirebbe alcun genere di beneficio: escluderebbe molte famiglie dalla possibilità di effettuare i lavori di riqualificazione, rallenterebbe la ripresa del settore edile così come la riduzione di consumi ed emissioni. In questi giorni stiamo assistendo a misure drastiche di limitazione o divieto di circolazione delle auto da parte di città come Milano. Si è deciso di bandire auto anche piuttosto recenti e in buona parte non più inquinanti delle recenti ibride, ma ancora troppo di rado si discute del 40% dei consumi e delle emissioni generate dagli immobili”. Conclude Pavan.

Risparmiare con il capotto
Risparmiare con il capotto

I 5 principali motivi per stabilizzare il Superbonus 110% al 2030

Le ragioni per le quali è necessario preservare il Superbonus con aliquota 110% fino al 2030 sono evidenti, secondo Cortexa:

1. Il 78% circa degli immobili italiani risale all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della Legge 373 del 1976.

2. Senza il Superbonus 110% sarà impossibile riqualificare una quota significativa degli edifici obsoleti ed energivori, mancando così di conseguenza gli obiettivi europei di riduzione di consumi ed emissioni.

3. L’Italia è uno dei paesi europei con una tra le situazioni più gravi in relazione alla povertà energetica, causa di elevati costi sanitari per lo Stato. Secondo uno studio del 2018:

• il 14,1% delle famiglie ha dichiarato di non essere in grado di mantenere la casa adeguatamente calda;

• il 4,5% non ha potuto pagare con puntualità le bollette a causa di difficoltà finanziarie;

• il 13,6% delle famiglie contiene le spese energetiche perché non in grado di sostenerle.

4. L’Italia è tra i paesi europei con la più elevata dipendenza energetica dall’estero: con un punteggio di 52,09 si classifica al 22° posto dell’EEPI (European Energy Poverty Index) complessivo, la peggior performance tra i Paesi dell’Europa occidentale. Per quanto riguarda l’indicatore della povertà energetica domestica EDEPI (Domestic Energy Poverty Index) si classifica al 19° posto, mentre per quello dei trasporti ETEPI (Transport Energy Poverty Index) è in 22° posizione.

5. E’ ampiamente dimostrato che la misura, anche nell’entità del 110%, generi valore e non rappresenti semplicemente un costo. Secondo uno studio ANCE Emilia e Nomisma di luglio 2022, il Superbonus 110% aveva generato un valore economico di 124,8 miliardi di euro (pari al 7,5% del Prodotto interno lordo del Paese) e più di 634.000 occupati in edilizia e 483.000 famiglie con reddito medio-basso hanno potuto effettuare lavori di riqualificazione. Il bonus edilizio aveva già consentito di contenere in maniera significativa l’impronta ecologica degli immobili, con una riduzione di 979.000 tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4%, con 3 salti di classe energetica.

Migliorare il Superbonus 110% legandolo a criteri di qualità verificabili e stringenti

«Come Cortexa», prosegue il documento dell’associazione, «chiediamo sin dall’avvento del Superbonus 110% che lo stesso venga legato a criteri di qualità dei materiali, progettuali ed esecutivi più stringenti e verificabili:

1. Il Sistema a Cappotto è il principale intervento trainante, che consente di ridurre del 45% i consumi energetici di un condominio e del 33% i consumi di una villetta a due piani. Perché ciò sia possibile, è necessario partire da una scelta corretta del Cappotto: per garantire le prestazioni è necessario che si tratti di un kit dotato di certificazione ETA e marcatura CE, fornito come kit da un unico produttore;

2. Il progettista e direttore dei lavori devono conoscere e applicare la norma UNI/ TR 11715 per la corretta progettazione e posa del Cappotto;

3. La posa deve avvenire da parte di installatori qualificati, con competenze certificate secondo la norma UNI 11716.

Questi tre requisiti sono fondamentali per evitare di rendere vano l’investimento e garantire delle prestazioni eccellenti a lungo termine. “Chiaramente, riconoscere a qualsiasi tipo di cantiere la stessa aliquota di detrazioni senza alcun criterio vincolante sulla qualità espone l’Italia al rischio di investire molte risorse in progetti che non porteranno benefici reali in termini di riduzione di consumi ed emissioni». Conclude Pavan.

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