Sono convinto, come credo molti di voi, che un mondo interamente alimentato da energia pulita e rinnovabile sia possibile solo se il nostro impegno è rivolto a rendere concreto questo obiettivo.
L’attuale modello energetico, dominante, oltre a non essere sostenibile da un punto di vista ambientale, genera sprechi e disuguaglianze economiche e sociali. Basato in modo prevalente su fonti energetiche non rinnovabili come il petrolio, il carbone e il gas naturale, questo modello vede anche un aumento dei costi economici, sociali e ambientali, per la loro estrazione e utilizzo, oltre a generare una forte dipendenza dai Paesi fornitori.
Le conseguenze che si stanno palesando, a seguito del conflitto in Ucraina, ovvero crisi energetica e impennata dei prezzi, ne sono una reale testimonianza.
Tuttavia, per affrontare con saggezza questa sfida è necessaria una nuova strategia energetica che scommetta su un futuro sostenibile, senza dimenticare che l’indipendenza è fatta di piccole azioni e gesti quotidiani.
Essere indipendenti significa prima di tutto essere consapevoli delle nostre abitudini di consumo, successivamente monitorare i consumi domestici, correggere comportamenti inadeguati e, infine, eliminare gli sprechi.
Non solo: si deve puntare su un’idea di transizione che contempli come uniche fonti energetiche, quelle rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico e geotermico), consapevoli che al momento però non saranno sufficienti a sostenere lo stile di vita energivoro a cui ci siamo abituati.
La risposta alla desiderata indipendenza energetica c’è, ed è sempre stata presente: il sole. L’unica fonte disponibile in gran quantità, non inquinante, di facile adozione in tempi rapidissimi, diciamo immediati. È forse l’unica soluzione che consente il raggiungimento di un’indipendenza individuale.
In particolare, un impianto non dotato di batteria permette un’autonomia del 35% mentre, investendo sull’accumulo, si raggiunge una percentuale ben più generosa, circa il 70%. Una soluzione, quest’ultima, ottimale per un’indipendenza energetica basata solo sull’autoconsumo individuale, istantaneo o differito.
In una giornata tipo, l’impianto fotovoltaico produce una quantità di energia uguale o superiore all’effettivo approvvigionamento della casa. Adottando un impianto con accumulo, l’esubero prodotto è invece conservato in una batteria (accumulatore), consentendo lo sfruttamento dell’energia, prodotta durante le ore di irraggiamento, nelle occasioni in cui l’impianto non è in grado di approvvigionarsi, come nella fascia serale o in caso di maltempo.
Inoltre, è un’opzione particolarmente consigliata per quelle famiglie che trascorrono molto tempo fuori casa durante il giorno. Una soluzione capace di abbattere il prelievo dell’energia dalla rete esterna di circa il 50%.
Il consiglio dei ministri, lo scorso 18 febbraio 2022, ha approvato il decreto legge 01/03/2022 n. 17, che introduce Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali.
Nello specifico, il decreto include un poderoso programma di accelerazione sul fronte delle sorgenti rinnovabili, in particolare per il fotovoltaico, con un intervento di semplificazione per l’installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali.
Guardare al fotovoltaico e intravedere in prospettiva l’istituzione di una divisione dedicata alle energie rinnovabili, potrebbe far aumentare il business ai distributori edili più lungimiranti.
di Roberto Bolici, Professore associato in Tecnologia dell’Architettura, Politecnico di Milano (da YouTrade n. 127)