Ci ritroviamo esattamente dove ci eravamo lasciati: problemi di forniture e prezzi alle stelle in un mercato che continua imperterrito a crescere, sempre che le nefaste, continue strette sulla cessione del credito – qualcuno ha parlato anche della sospensione del beneficio, non sia mai – non rallentino la corsa verso questo sostanzioso contributo alla ripresa.
In effetti, il problema esiste, ed è emerso prepotentemente quando chi fa di conto si è accorto che i furbetti sono sempre in pista, più furbetti che mai. Del resto, se esiste al mondo un settore complicato (impossibile?) da controllare quello è il nostro, e non lo scopriamo oggi.
Insomma, cresce la congiuntura di settore ma non tutta la gente che questo comparto produttivo lo popola. E queste mogie riflessioni probabilmente ci porranno davanti al grave dilemma del «dopo agevolazioni» un po’ prima del previsto.
Meglio cominciare a pensarci, magari rispolverando i vecchi ma sempre attuali tomi dedicati alla cultura d’impresa, al capitolo «programmazione».
Quando le cose vanno bene, non ci sfiora neanche di striscio l’idea che la congiuntura possa riservarci brutte sorprese. Si va con il vento in poppa, e in questo preciso momento non si sa se stia crescendo di più la domanda oppure i prezzi, e di conseguenza gli utili.
Immagino sia quindi seccante che il saccentello di turno venga a richiamare alla prudenza. E credo inoltre che il tema della programmazione di cui sopra coinvolga tutta l’intera filiera, da chi produce a chi applica, con in mezzo l’imprenditoria della distribuzione edile. Quindi, perché non provare a ragionare insieme?
Ho sentito parlare di accordo di filiera, almeno fra produzione e distribuzione. A dire il vero ne sento parlare da qualche lustro, e in certi, sporadici casi le collaborazioni funzionano. La sperimentazione quindi continua e le condizioni favorevoli del mercato potrebbero dare una accelerata, in questo senso.
Del resto, abbiamo già sottolineato come produzione e distribuzione stiano facendo delle scelte, forzate dagli eventi. Si sceglie chi fornire perché le scorte sono quelle che sono, perché la produzione deve fare i conti con la carenza di materie prime e la distribuzione ha la corretta tendenza a destinare i materiali ai clienti più fedeli.
Non è solo un premio, se così lo vogliamo definire, ma anche un abboccamento per vedere se l’accordo di filiera può coinvolgere anche il cliente professionale finale.
Ciò che ci si chiede è se questo modo di operare, che non nasconde una certa virtù morale, possa diventare strutturale. Se sia possibile, in buona sintesi, ragionare oltre l’emergenza e stabilire nuove basi, nuovi principi, che regolino i rapporti fra le parti. L’ingrediente fondamentale, è manco a dirlo, una abbondante dose di serietà. Reciproca.
Ecco quindi che il discorso bonus diventa subito relativo. È una stagione, propizia quanto si vuole, una fase di crescita che può tranquillamente diventare una rampa di lancio per la benedetta trasformazione di questo settore della produzione nella sua più ampia accezione.
Non si potrà lavorare in questo modo con tutti, ma si potrà certamente lavorare meglio con molti. I rapporti di qualità favoriscono anche il senso globale della qualità. E in questa parola è anche intesa l’indispensabile componente della marginalità, indispensabile per crescere.
di Roberto Anghinoni (da YouTrade n.126)