Edilizia: vendere di più con la Epd

Più volte abbiamo rimarcato come la sostenibilità sia oggi un valore strategico per il settore delle costruzioni. Per questo, fare leva sulle innovazioni della catena di fornitura e sul valore ambientale che i prodotti possono incorporare è indispensabile. L’obiettivo è ridurre l’impronta sull’ambiente dei prodotti e, conseguentemente, delle opere che con essi vengono realizzate. 

Dunque, è ragionevole pensare che un domani più green passi anche attraverso la scelta di materiali sostenibili. In questo campo, il distributore di materiali per l’edilizia, se orientato verso la commercializzazione di prodotti certificati Epd, può giocare un ruolo rilevante e beneficiare di vantaggi tangibili. 

La Epd, Environmental product declaration, o Dichiarazione ambientale di prodotto, inclusa tra le politiche ambientali comunitarie, consente di conseguire una certificazione volontaria internazionale, utile ad attestare le performance ambientali dei beni oggetto di analisi.

Nello specifico, una Dichiarazione ambientale di prodotto è un rapporto minuzioso, stilato secondo standard internazionali, che documenta gli effetti ambientali di un prodotto nel suo ciclo di vita, misurandoli con la metodologia standardizzata Lca (Life cycle assessment).

L’orientamento alla certificazione Epd da parte dei produttori di materiali per l’edilizia è chiaro ed è destinato a crescere con forza nei prossimi anni.

Le aziende, appartenenti a qualsiasi settore, hanno la possibilità di certificare con l’Epd i propri prodotti, ma i dati raccontano che le più attive sono quelle appartenenti al settore delle costruzioni, esprimendo in tal modo grande sensibilità nei confronti dei materiali sostenibili «certificati».

I principali comparti coinvolti sono quelli appartenenti a calcestruzzo, cemento, acciai, laterizi e isolanti. A livello mondiale si registrano più di 10 mila Epd pubblicate, attribuite al nostro settore, di cui in Europa quasi 8 mila. In Italia siamo a un centinaio (dato 2020 in crescita continua).

L’orientamento all’Environmental Product Declaration, da parte delle aziende, è determinato da motivazioni precise e concrete.

In primis, le stazioni appaltanti, avendo intrapreso il cammino verso l’applicazione dei Criteri ambientali minimi, si ritrovano automaticamente a dover maneggiare le Epd, richiamati dai Cam, come strumento di verifica del rispetto dei requisiti (per esempio, la percentuale di contenuto riciclato impiegato per la formazione di un prodotto).

Secondariamente, è sempre più alta la diffusione dei sistemi di valutazione di edifici/infrastrutture, Green Building Rating System, che valorizzano l’applicazione di prodotti etichettati Epd, ritenuta la fonte più attendibile di informazioni sul profilo ambientale di un determinato prodotto.

Inoltre, siamo in presenza di un sempre più alto interesse da parte delle imprese a operare in ottica di sostenibilità ambientale.

Infine, i produttori riconoscono nell’Epd uno strumento per la competitività aziendale in chiave green e anche uno strumento di marketing e comunicazione sempre più richiesto dal mercato, per veicolare informazioni ambientali credibili, consentendo in questo modo una decisa distinzione dalla concorrenza e permettendo visibilità anche a livello internazionale.

I consumatori cercano sempre più la sostenibilità. Per questo, i vantaggi riguardano anche il cliente finale, orientato alla scelta di materiali e prodotti a basso impatto ambientale. Se, peraltro, questi sono certificati, ecco che lo standard di qualità e, dunque, anche il valore economico dell’immobile possono aumentare. Questo ragionamento vale sia per la vendita nello store che online. Distributori, a voi la selezione dei fornitori e dei loro prodotti.

di Roberto Bolici, Professore associato in Tecnologia dell’Architettura, Politecnico di Milano (da YouTrade n.124)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui