Progetto Fuoco 2022: trend e novità dei sistemi di riscaldamento a biomassa

Appuntamento dal 23 al 26 febbraio presso la Fiera di Verona per Progetto Fuoco 2022, la fiera di riferimento per il settore del riscaldamento e della produzione di energia attraverso la combustione della legna. Con oltre 800 espositori e 60 mila visitatori attesi, la manifestazione ospiterà anche convegni, workshop, dimostrazioni pratiche e occasioni di formazione, distribuiti su un’area espositiva di 130 mila metri quadri. 

In prima linea, assieme alle grandi imprese, giovani innovatori e startup che troveranno posto nella seconda edizione di “Give Me Fire – Progetto Fuoco European Startup Award” in cui numerose aziende innovative italiane ed europee si sfideranno a colpi di pitch con cui presenteranno i loro prodotti tecnologici relativi al settore del riscaldamento a biomassa.

Durante Progetto Fuoco 2022 ci sarà anche un hackathon, una maratona di programmazione in cui i giovani innovatori proporranno soluzioni ai problemi posti da tre aziende del settore: MCZ, Edilkamin e La Nordica-Extraflame.

«Le adesioni – conferma Raul Barbieri, direttore generale di Piemmeti-Progetto Fuoco – sono a livelli prepandemia: le misure adottate alla Fiera di Verona e quelle adottate dai Governi ci consentono di svolgere una manifestazione in piena sicurezza. Le normative d’ingresso prevedono il possesso del green-pass base, l’obbligo di indossare la mascherina e il rispetto del distanziamento sociale. In Fiera inoltre sarà attivo un punto tamponi».

In Italia quasi 9 milioni di apparecchi e caldaie a biomassa

Dalle stufe ai caminetti passando per caldaie, barbecue e cucine a legna e pellet: il settore degli apparecchi a biomassa cresce dopo la flessione causata dalla pandemia.

In Italia, al 2020, secondo i dati di AIEL – l’Associazione italiana energie agroforestali – è presente un parco di 8,7 milioni di apparecchi e caldaie a biomasse. Di questi generatori, 8,4 milioni (97%) sono apparecchi domestici adibiti al riscaldamento, e 300 mila (3%) sono caldaie, ovvero apparecchi installati, quasi sempre, in un locale tecnico per il riscaldamento di unità abitative o uno o più edifici residenziali o commerciali.

Gli apparecchi più rappresentati sono gli apparecchi alimentati a legna da ardere, che contano 6,6 milioni (74,0%) di pezzi, mentre gli apparecchi alimentati a pellet sono 2,3 milioni (25,8%). Gli apparecchi a cippato risultano ancora meno diffusi come numero di pezzi (circa lo 0,2% degli apparecchi installati), tuttavia interessano principalmente caldaie di maggiori dimensioni.

Il consumo di biocombustibili solidi in Italia per il riscaldamento del settore residenziale e commerciale, secondo AIEL, si attesta abbastanza stabilmente tra le 15 e le 20 milioni di tonnellate, con in atto una graduale sostituzione della legna da ardere con il pellet.

Tra il 2010 ed il 2020 la legna da ardere è passata infatti dall’85% al 70% del consumo, con un calo del 15% che consiste in quasi sei milioni di tonnellate. Il pellet viceversa è passato dal 8% nel 2010 al 22% nel 2019 con un aumento del 14% che consiste in quasi due milioni di tonnellate.

La variazione che riguarda il cippato è molto limitata e descrive un mercato, quello delle caldaie di medie e grandi dimensioni, che risulta molto più stabile e di entità molto più ridotta, in termini di consumo, rispetto a quello degli apparecchi e caldaie domestiche.

«Stimoli preziosi che vengono da un mercato in continua innovazione», commenta Raul Barbieri direttore generale di Piemmeti. «Il nostro è un percorso orientato alla sostenibilità. Quella dalle biomasse è un’energia rinnovabile, economica e sicura: per utilizzarla, gli alleati più importanti sono la tecnologia e la voglia di innovare. Progetto Fuoco 2022 metterà al centro proprio questi temi, e la risposta per ora è notevole: al di là dell’ottimo riscontro sul fronte espositori, sono iniziate le attività di recall sui visitatori che stanno rispondendo all’invito di venire a Verona, facilitati dai bus navetta gratuiti dagli aeroporti di Venezia e Bergamo, dalla distanza relativamente breve (a parte gli italiani, la maggior parte dei 15.000 operatori esteri proviene da destinazioni europee raggiungibili in auto o con volo a corto raggio) e soprattutto dai provvedimenti del Governo italiano e di tutti i Governi europei – sottolinea Barbieri – che mirano tutti a garantire il proseguimento dell’attività fieristica. Anche l’Agenzia ICE-ITA sta organizzando una missione di 50 operatori qualificati provenienti dai principali mercati di sbocco della produzione italiana, a conferma dell’attenzione che anche le istituzioni riservano al più importante appuntamento internazionale di questo settore»

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