I 10 trend che segneranno l’edilizia nei prossimi anni

Qual è l’eredità del covid per l’edilizia? Se lo chiedono molti distributori di materiali edili (e non solo): il dubbio riguarda il lungo periodo di pandemia che, si spera, volge al termine. Avrà modificato le dinamiche di acquisto, progettazione e costruzione?

Il problema principale, però, è che questa domanda è sbagliata. Perché, se è vero che un anno e mezzo di abitudini modificate probabilmente lasceranno un segno duraturo sull’economia, è altrettanto vero che alcuni trend sono stati solo accelerati dal covid, perché ci sono tendenze che sono indipendenti dalla pandemia, mentre altre sono già in atto da anni, come la necessità di progettare con l’utilizzo del Bim.

Quello che appare certo dal sentiment degli operatori del settore è che l’attuale 2021 è un anno di rinascita e crescita nel settore delle costruzioni. Ma non mancano le ombre, come l’aumento del costo dei materiali e la carenza di manodopera specializzata. Aumenterà anche la competizione e per questo sfruttare le tendenze in atto si può rivelare prezioso per qualsiasi impresa.

Ecco, dunque, i dieci trend di cui tenere conto per l’edilizia dei prossimi anni.

1. Robot in cantiere

La pandemia ha avuto un impatto forte sul settore edile e ha coinvolto le linee guida organizzative dei cantieri, tenuti a rispettare norme di prevenzione sanitaria e protocolli di sicurezza. Sanificazione e dispositivi per la sicurezza sul lavoro sono due aspetti legati, che non saranno dimenticati facilmente. Ma non è questo il nuovo trend. La novità per i prossimi anni, invece, sarà l’introduzione in cantiere di dispositivi indossabili. A raccontarlo sembra fantascienza, ma esistono già stivali che si connettono con altri dispositivi e avvertono se un lavoratore è caduto. E negli Usa sono stati sperimentati dei «muli meccanici» che muovono il materiale pesante o pericoloso. E, ci crediate o no, ci sono robot incaricati di costruire ponteggi o posare i mattoni in modo autonomo. Difficile vederli all’opera nei prossimi mesi in Italia, ma l’esperienza insegna che qui i cambiamenti arrivano in ritardo, ma possono modificare in breve tempo il paesaggio come l’onda di uno tsunami. D’altra parte, nelle fabbriche la robotizzazione è già in atto da anni. Per gli operatori nei cantieri non sarà, comunque, un dato negativo: aumenterà il processo decisionale umano che si occuperà di lavori di livello superiore.

2. Blockchain edile

Anche se molti operatori del settore edile pensano che la digitalizzazione non sia un affare da cantiere, le innovazioni che possono migliorare l’efficienza produttiva passano proprio da un utilizzo della tecnologia. Ma spesso prendono strade imprevedibili. Una su tutti: i contratti smart. Di che si tratta? Tutti hanno sentito parlare dei bitcoin, la principale criptomoneta virtuale. Ma i contratti smart non c’entrano con i bitcoin. Utilizzano, però, la stessa tecnologia alla base, che si chiama blockchain. Sintetizzando, con questa piattaforma digitale si ottiene un’infallibile sicurezza nello scambio di informazioni, per fare qualche esempio, per l’acquisto di un materiale, la cessione di un terreno o per una qualsiasi transazione come il noleggio o la produzione di mattoni. È un sistema condiviso per fare affari, che consente di acquistare, monitorare e pagare i servizi in modo sicuro, tenere traccia dei risultati e organizzare una catena di approvvigionamento automatizzata. Se pensate sia qualcosa di fumoso, sappiate che la blockchain è già oggi utilizzata da grandi aziende della moda, come Prada o Armani, per tracciare la propria produzione. E non sono le uniche industrie ad averla adottata. Per l’edilizia è una novità, ma non tarderà troppi anni ad arrivare.

3. I droni

Lo abbiamo già anticipato tempo fa su queste pagine, ma ora il trend è consolidato: l’uso dei droni nel settore delle costruzioni continua a essere una delle tendenze in più rapida crescita, con un aumento che in alcuni Paesi supera il 200% anno su anno. La tecnologia del drone offre molti usi oltre alla semplice fotografia aerea per le attività immobiliari e commerciali. I droni sono utilizzati per mappare rapidamente grandi aree su lunghe distanze, oppure per la termografia utile per individuare i ponti termici degli edifici. Il software di un drone può fornire dati utilizzabili in tempo reale, che possono essere utilizzati per un rapido processo decisionale, ottimizzando l’intero processo di costruzione. I droni più evoluti, inoltre, possono eseguire alcuni lavori in situazioni pericolose, possono essere sfruttati per ridurre i costi di manodopera e anche per ridurre il rischio di furti. E c’è già chi prevede che con l’impiego di soluzioni di intelligenza artificiale i droni possano avere un ruolo nel sistema logistico. D’altra parte, Amazon li impiega già per recapitare pacchi (in Italia sono attivi in due zone del Veneto).

4. Realtà aumentata

Quando sentono parlare di queste cose, come la realtà aumentata, gli operatori dell’edilizia storcono il naso. «Noi vendiamo cemento e malta, mattoni e infissi, non quella roba lì». Vero. Ma ignorare quello che avviene in altre parti del mondo non è lungimirante. Il mercato globale della realtà aumentata è valutato a oltre 1,2 trilioni di dollari (1 trilione equivale a 1 milione di milioni) entro la fine del decennio e già nel 2019 era stato stimato in 37 miliardi. A che serve la realtà aumentata? Be’, per esempio, alla gestione efficiente di un progetto di costruzione. Chi vuole vendere un immobile nuovo può rendere virtualmente visibile il rendering pre-costruzione per gli acquirenti, che possono «entrare» letteralmente nell’edificio in scala 1:1. Insomma, un conto è vedere un disegno sulla carta, un altro è avere la sensazione di entrare fisicamente in un edificio che deve essere ancora costruito, ammirare la facciata, visitare gli spazi. Un po’ come avviene per certi videogiochi, ma applicato al business. Video a 360 gradi possono consentire anche di visualizzare in 3D i progetti, misurare automaticamente gli edifici, simulare rapidamente (e in modo economico) le eventuali modifiche architettoniche e strutturali, oltre a integrarsi nel processo di realizzazione costruttiva.

5. Bim

D’accordo, il Building Information Modeling non è una novità. Questo non toglie, però, che sia un trend destinato a durare a lungo, probabilmente per sempre. Il Bim consente agli utenti di generare rendering di edifici e servizi, oltre a facilitare la gestione e la condivisione dei dati, che consente una prefabbricazione superiore, veloce ed efficiente, è ormai richiesto per legge per progetti pubblici e la modularità delle costruzioni richiederà sempre più spesso che il progetto sia completamente digitalizzato. Meglio tenerlo a mente.

6. Crescente necessità di lavoratori specializzati

La crisi dell’edilizia italiana nel decennio scorso ha allontanato oltre 500 mila lavoratori. E l’Italia non è un caso isolato: a livello europeo dal 2008 al 2017 sono oltre 3,4 milioni i posti di lavoro persi nel settore delle costruzioni. Ora, però, la tendenza sembra essersi invertita: le aziende tornano ad assumere. Ma c’è un problema: la maggior richiesta è per manodopera specializzata, che è costosa e meno disponibile sul mercato. In futuro i cantieri avranno bisogno di lavoratori più formati per gestire e interpretare i dati prodotti dalla nuova tecnologia e strumenti sempre più sofisticati. E questo, secondo gli esperti, porterà a coinvolgere sempre di più le donne anche in un settore, come quello dell’edilizia, che finora ha registrato un predominio quasi esclusivamente maschile. Il motivo è semplice: attrezzature e tecnologia restringeranno la necessità di un lavoro di manovalanza, mentre apriranno le porte a impieghi in cui la forza fisica non è necessaria. Secondo il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti, i trend di assunzioni del settore edile mostrano una crescita del 94% nelle imprese di proprietà femminile dal 2007 al 2018. Inoltre, nel 2018, il 30% delle società di costruzioni ha promosso una donna a una posizione di alto livello. È lecito attendersi un riequilibrio di genere anche in Italia.

7. Siti di lavoro remoti e accesso mobile

Ispezioni in tempo reale, misurazioni effettuate dalla fotocamera di un telefono cellulare. Sono due esempi di quello che si può ottenere da remoto grazie alla tecnologia anche in cantiere. Ma non solo. Tutti hanno sperimentato durante i periodi di lockdown il lavoro in team a distanza. Anche se la fine della pandemia eliminerà la necessità di distanziamento, molte prerogative del lavoro a distanza continueranno a coesistere, per il sempre maggiore peso del lavoro di desk, progettazione, controllo anche da remoto. Già oggi la sorveglianza degli impianti avviene sempre più spesso tramite sensori che inviano dati a un servizio centrale. Un trend che sarà implementato nelle nuove costruzioni.

8. Aumento dei costi

La tendenza all’aumento dei costi delle materie prime si è rafforzata a partire dalla fine del 2020 e minaccia di continuare a lungo. Certo, non sarà per sempre, ma per ora l’indice dei prezzi alla produzione per i beni da costruzione continua ad aumentare. Se questo provocherà spinte inflazionistiche consolidate e un aumento dei tassi per le imprese sarà dura. Il riflesso immediato, per imprese di produzione, costruzione e distribuzione, sarà la necessità di una gestione dinamica dei listini. Chi ha un sistema digitalizzato per la gestione dei prezzi, specialmente nel caso di un catalogo prodotti molto articolato, avrà vita più facile nell’aggiornamento dei prezzi. Ma non va scordato anche un altro aspetto legato ai rincari: la necessità di una politica di marketing adeguata.

9. Nuovi materiali

Sul mercato si segnalano novità che devono ancora essere confermate sotto il profilo commerciale, ma che possono avere un impatto profondo se riusciranno a coniugare utilità con sostenibilità anche sotto il profilo del costo. Tra queste, ce ne sono alcune che sono state presentate già da qualche anno, come il calcestruzzo semi trasparente, ma che devono ottenere un maggiore riconoscimento quanto a utilizzo. Ci sono, poi, anche materiali inconsueti per i quali al momento è difficile valutare l’impatto reale sul mondo delle costruzioni. In ogni caso, vanno registrate new entry come il calcestruzzo autorigenerante, il grafene 3D, l’alluminio trasparente, le celle solari invisibili.

10. Costruzione modulare

Ne parliamo da anni e, infatti, il mercato è ormai mutato per quanto riguarda la costruzione modulare off site, quella che un tempo si chiamava prefabbricazione. La tendenza, però, sembra destinata a rafforzarsi ulteriormente. Negli Usa, mercato che però è differente da quello europeo e italiano, si prevede che le costruzioni modulari, guidate dal settore residenziale, aumenteranno di valore fino a quasi 110 miliardi entro il 2025, sulla spinta della mancanza di manodopera qualificata e da un aumento della tecnologia di riduzione dei costi. Ma anche se l’Italia continua, per ora, a puntare tutto sulla riqualificazione, per quanto riguarda le nuove costruzioni è un fatto che la modularità abbia acquistato un peso sempre maggiore. Anche perché la nuova tecnologia consente agli edifici prefabbricati e modulari di diventare più grandi che mai. Insomma, questa tecnologia non è più riservata alle palazzine per uffici, ma anche a grandi edifici residenziali.

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