L’attenzione al consolidamento e al rinforzo strutturale degli edifici ha subìto nel corso degli ultimi anni un forte incremento, accrescendo sempre di più la sensibilità anche nei confronti della prevenzione sismica degli elementi prefabbricati progettati in assenza di criteri prestabiliti.
Per rispondere alle esigenze di questa tipologia di costruzioni, l’azienda marchigiana Biemme ha messo a punto il Sistema Stabilflex, un innovativo dispositivo antisismico coperto da brevetto per il collegamento di elementi prefabbricati all’interno dei capannoni industriali.
Per la maggior parte monopiano, i capannoni industriali presenti sul territorio nazionale, in caso di evento sismico, sono spesso soggetti a danneggiamento. Non solo per il fatto che gli elementi portanti sono semplicemente appoggiati o collegati rigidamente tra loro, ma anche a causa dell’altezza delle travi.
Quando i pilastri e le travi sono collegati mediante mezzi di collegamento rigido, in caso di terremoto, questi vengono fortemente sollecitati e possono rompersi, facendo venir meno la stabilità dell’intera struttura, e provocando fratture e deformazioni, così da non riuscire a mantenere la trave ancorata stabilmente al pilastro.
Se la trave perde l’appoggio sul pilastro, in alcuni casi può precipitare a terra facendo crollare definitivamente il coppone di copertura. Anche il coppone e le pareti laterali di tamponatura sono collegati rispettivamente alle travi e ai pilastri mediante mezzi di collegamento rigidi, i quali, in caso di sisma, presentano gli stessi inconvenienti citati in precedenza.
Sistema Stabilflex di Biemme
Il Sistema Stabilflex di Biemme è un dissipatore versatile e adattabile, che collega la trave al pilastro e il coppone alla trave, sostenendo le tamponature in diverse configurazioni, in funzione delle differenti tipologie di capannoni e opifici industriali prefabbricati in cemento armato presenti oggi sul territorio.
Questo dispositivo rende la struttura resistente in caso di evento sismico e può essere utilizzato non solo per la messa in sicurezza dei capannoni esistenti, ma anche per i prefabbricati di nuova realizzazione.
Facile da installare, versatile, leggero, il Sistema Stabilflex non comporta smontaggi o movimentazioni delle parti strutturali e impiantistiche durante la fase di montaggio.
La sperimentazione e la scelta di materiali certificati, come l’acciaio strutturale S355 da costruzione, e di centri di lavorazione specializzati in taglio laser e saldature, con le relative certificazioni, sono risultate fondamentali per soddisfare la domanda di innovazione di prodotto e per la messa a punto del dispositivo.
L’utilizzo del Sistema Stabilflex dà diritto alle detrazioni fiscali per la messa in sicurezza antisismica degli immobili, che oltre alla protezione delle persone, consente di salvaguardare il valore esposto, ovvero attrezzature e materiali stoccati, e la continuità operativa delle aziende.
Biemme mette inoltre a disposizione un manuale di calcolo dedicato ai progettisti che intervengono nella valutazione e negli adempimenti legati al miglioramento sismico dell’immobile.
Come funziona il dissipatore
Grazie alla forma curvilinea, lo smorzatore funge da elemento elastico che può comprimersi o estendersi per dissipare l’energia generata dall’evento sismico.
L’interessante forma a mezzaluna tende a modificarsi in maniera del tutto omogenea, aumentando o diminuendo il raggio di curvatura secondo la sollecitazione cui è sottoposta (trazione o compressione).
Il tratto centrale del dissipatore sarà quello maggiormente sottoposto a stress in caso di sisma: per questo motivo è stato progettato con una sezione più ampia e sovradimensionata per avere una maggiore resistenza alla deformazione.
Durante un terremoto l’elemento si deforma elasticamente, pur mantenendo le sue caratteristiche meccaniche di supporto, contrapponendosi al movimento relativo delle due superfici dell’edificio e manifestando un’elevata duttilità.
Le flange del Sistema Stabilflex presentano delle apposite asole, all’interno delle quali vengono posizionate almeno due barre filettate zincate a freddo con dado esagonale e rondelle piane.
Tali barre sono installate chimicamente al supporto con ancorante chimico epossidico certificato con carico sismico. Prima dell’esecuzione dei fori è opportuno individuare la presenza e il diametro delle armature presenti all’interno degli elementi da collegare, mediante tavole progettuali esistenti o pacometro.
Grazie alle tre tipologie di flange è possibile ottenere differenti combinazioni in funzione delle dimensioni della trave rispetto al pilastro e alla presenza di eventuale impiantistica. Il dispositivo mezzaluna viene fissato alle flange mediante coppiglie passanti all’interno di opportuni fori presenti nei cilindri di aggancio.