Oltre 41 miliardi dall’Europa per il superbonus. È quanto prevede il piano del governo per il Recovery Plan che deve essere presentato a Bruxelles per accedere ai fondi europei. La proposta, contenuta nel prospetto presentato in consiglio dei ministri è soggetta ancora a possibili modifiche, ma la previsione di un finanziamento per la riqualificazione degli immobili (leggi superbonus 110%), sembra essere uno dei capisaldi del progetto governativo. C’è, è vero la tensione all’interno della maggioranza sulla gestione dei fondi, ma se alla fine tutto andrà liscio, il super finanziamento verrà incontro alle richieste delle associazioni e delle imprese dell’edilizia, che chiedono una proroga fino al 31 dicembre 2023 del super bonus, finora finanziato a maggio scorso con 14 miliardi con scadenza dicembre 2021.
All’efficientamento degli immobili pubblici si aggiungono, inoltre, il risanamento degli edifici scolastici e la realizzazione di nuove scuole con demolizione e ricostruzione, la ristrutturazione e l’ammodernamento delle strutture ospedaliere, ammodernamento dell’edilizia residenziale pubblica e dei carceri. Il tutto per oltre 41 miliardi, appunto: un’occasione epocale che le divisioni tra i partiti della maggioranza non dovrebbe perdere.
Accanto al Recovery Plan europeo (con buona pace di chi è allergico alla Ue), il superbonus è oggetto anche di proposte di modifiche che potrebbero essere inserite nella legge di Bilancio. Oltre al prolungamento al 31 dicembre 2021 dei vari bonus per interventi energetici se antisismici, una delle proposte in discussione prevede l’estensione del 110% alle unità immobiliari non residenziali, purché possedute da privati. Sempre secondo le ipotesi in discussione, il superbonus 110% potrebbe essere esteso agli immobili in cui «almeno il 40% del condominio sia composto da unità immobiliari con destinazione d’uso residenziale, e dagli edifici composti da due o più unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà tra più soggetti, fino ad un massimo di 4 unità immobiliari». Una mozione bipartisan, inoltre, vuole estendere l’incentivo agli immobili posseduti dalle «aziende di servizi alla persona (Asp) che possiedono immobili a uso abitativo, dalle fondazioni, anche di tipo religioso, che gestiscono patrimoni immobiliari riconvertiti all’uso abitativo», nonché per gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, come ascensori e montacarichi, o «alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia adatto a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap in situazione di gravità, anche se effettuati da over 65».