Raccontare un settore guardando solo i dati generali rischia di far comprendere male le sue vere dinamiche. Per il settore dei laterizi, in calo strutturale da anni, questa frase è ancora più vera in quanto scende ormai inesorabilmente non solo la produzione, ma anche il numero di impianti produttivi e di addetti del settore.
Ma, se si guardano bene i dati, pubblicati nella nuova indagine statistica nazionale sull’industria italiana dei laterizi, prodotta dalla nuova realtà costituitasi dalla fusione di Confindustria Ceramica e Andil nel corso del 2019 e che prosegue il lavoro di approfondimento annuale del comparto svolto in passato dall’Osservatorio Laterizi dell’associazione, emerge che nel settore vi sono state nel 2019 molte novità, alcune delle quali molto significative e che fanno ben sperare per il futuro dell’edilizia in Italia, soprattutto di quella legata ai prodotti e alle soluzioni innovative.
I numeri del mercato dei laterizi 2019 in Italia
Secondo l’Osservatorio, nel 2019 erano presenti in Italia 72 aziende produttrici di laterizi con un’occupazione complessiva di 3.200 addetti per un totale di 90 siti produttivi, quattro in meno dell’anno precedente ed esattamente due quinti di quelli presenti prima della grande crisi di fine anni 2000, con un grado di utilizzo degli impianti del 48%, quindi superiore di 5 punti percentuali a quello dell’anno precedente. Dunque, meno impianti ma più produttivi, segno di una progressiva ristrutturazione e ottimizzazione della produttività del settore.
Dal punto di vista della dimensione della produzione, nel 2019 il settore ha prodotto 4,41 milioni di tonnellate di laterizi, con una flessione complessiva del -2,6% rispetto al 2018, un dato che porta la riduzione produttiva rispetto al picco del 2007 addirittura al 79%. In sostanza i laterizi in 12 anni hanno perso quattro quinti del mercato.
Laterizi 2019: i trend settore per settore
In questa dinamica negativa non tutte le tipologie produttive tuttavia subiscono questa contrazione, in quanto i mattoni e blocchi normali e i faccia a vista sono risultati in crescita rispettivamente del 4,0% e del 3,4%, mentre gli altri comparti hanno fatto segnare dinamiche negative, dal -6,1% della produzione di blocchi alleggeriti al -11,7% per i blocchi da solaio, fino al -3,0% per i fondelli. In sostanziale stabilità la produzione di forati e tavelle (-0,2%) e coperture (-0,4%).
Ma se si analizzano bene i dati, gli elementi positivi sono molti, a partire dalla crescita molto consistente dei blocchi per murature in laterizio normale antisismico, in crescita del 12,9% con una produzione che è salita a 163 mila tonnellate, pari al 3,7% del totale della produzione nazionale di laterizi. Altro dato in forte controtendenza è quello relativo alla nicchia produttiva (28 mila tonnellate) dei blocchi per muratura in laterizio alleggerito antisismico, in crescita del 22,6%, come anche i blocchi solaio per pannelli, in aumento del 17,1% (37 mila tonnellate).
Queste dinamiche, se confrontate con quelle di prodotti più tradizionali, evidenziano come le nuove esigenze di mercato anche nel settore dei laterizi stiano trovando per ora piccole ma importanti conferme, segno che l’innovazione e le nuove esigenze legate all’antisismica, trainata dagli incentivi governativi, siano buoni segnali in un comparto che da molti anni gioca solo con i segni meno.
Impianti di laterizi e dislocazione territoriale
Dal punto di vista territoriale, su 90 impianti attivi 50 operano nel Nord del Paese, dove sono state prodotte 2,36 milioni di tonnellate (53,5% del totale nazionale). I rimanenti 40 impianti, localizzati nel Centro e nel Sud hanno prodotto 2,04 milioni di tonnellate, ma in termini di performance di macroarea, il Nord Ovest nel 2019 ha incrementato la produzione del +6,4%, mentre il Nord Est registra una flessione del -3,5%, il Centro del -1,6% e il Sud del -15,1%.
Prosegue, dunque, la riorganizzazione non solo aziendale, ma anche territoriale della produzione, che geograficamente presenta dinamiche molto diversificate. Come sottolineato dall’Osservatorio, la produzione di elementi da muro è cresciuta significativamente al Nord Ovest (+8%), al Centro (+6,6%) e al Nord Est (+3,7%) mentre si è presentata in calo al Sud (-19%). Gli elementi da muro alleggeriti hanno incrementato la produzione nel solo Nord Ovest (+5,1%), mentre si è registrata una flessione al Sud (-16,3%), al Nord Est (-10,9%) e al Centro (-3,9%). Nell’area Nord Ovest si è incrementata nel 2019 la produzione di forati e tavelle (+8,4%), in sostanziale stabilità nel Sud, mentre ha registrato un calo al Nord Est (-1,3%) e al Centro (-5%).
In crescita, ma su volumi ridotti, la produzione di faccia a vista e pavimenti al Sud (+17,4%), al Nord Est (+16,5%) e al Nord Ovest (+1,9%). In flessione invece al Centro (-9,8%). Solai e fondelli hanno fatto registrare un incremento nel Nord Est (+4,3%), mentre hanno subito una riduzione della produzione al Centro (-4,5%) e al Sud (-30,2%). Infine dinamiche positive per le coperture nel Nord Ovest (+12,2%) e nel Centro (+3,3%), mentre sono risultate in calo sia le regioni del Nord Est (-8,9%) che quelle del Sud (-13,5%).
Fatturato industria laterizi 2019
Sempre secondo le stime dell’Osservatorio, il comparto della produzione di laterizi ha fatturato circa 380 milioni di euro nel 2019. In attesa dei bilanci 2019, che YouTrade come sempre pubblicherà a fine anno in occasione del numero speciale dei Bilanci delle costruzioni, il quadro che emerge dalla lettura delle principali realtà produttive può essere fatto a consuntivo sui dati 2018, per i quali si può far riferimento ad alcuni aggiornamenti rispetto alle tabelle pubblicate nell’ultima edizione del lavoro citato.
Da questo punto di vista, le 14 aziende monitorate rappresentano quasi il 50% del giro d’affari del settore, per un totale di 187 milioni di euro nel 2017. A parità di campo di lettura, dunque escludendo Fornaci Laterizi Danesi, azienda per la quale non risulta ancora disponibile nei registri camerali il bilancio 2018, in forte crescita negli ultimi anni, la dinamica complessiva delle altre 13 società presenta un incremento del fatturato nel 2018 del 4,4%, passando da 169 milioni di euro ai 177 del 2018, con andamenti ovviamente diversificati in base alle diverse realtà imprenditoriali.
La lettura dei dati di bilancio evidenzia come nonostante il mercato dei laterizi abbia imboccato da anni una china discendente, derivante non solo dalle dinamiche negative del mercato nel settore della nuova costruzione, ma anche dal cambiamento quantitativo e qualitativo della domanda, il settore ha affrontato la congiuntura negativa ristrutturandosi non solo a livello di sistemi aziendali, ma anche di prodotti e soluzioni, come nel caso di alcune tipologie specifiche di prodotto che riescono, nonostante il rallentamento della domanda generale di laterizi, ad avere trend positivi.
In questo quadro Fornaci Briziarelli Marsciano si conferma la prima realtà produttiva nazionale, in crescita dell’1,4% tra il 2017 e il 2018, ma di grande rilevanza è la crescita di T2D, con +34,9% nel 2018, che porta il produttore al secondo posto della classifica dei principali produttori di laterizi. In crescita anche Wienerberger (+5%), Siai- Società Agricola Immobiliare Industriale (+18,2%) e soprattutto Fornace Laterizi Vardanega Isidoro (con il valore di crescita più alto, pari a +37,8%). Alcuni bilanci 2019 sono già disponibili e tra questi quello di Ibl, che nonostante il calo registrato nel 2018, mostra nel 2019 un recupero pressoché totale del fatturato. Per altri grandi produttori, come Terreal Italia e Industrie Cotto Possagno i valori sono di leggero decremento. Al di là dei dati di fatturato, la lettura dei principali indicatori finanziari evidenzia come le società presentino complessivamente tuttavia ancora non solo utili in negativo, ma anche Ros e Roe, segno che le aziende nel prossimo futuro dovranno procedere ancora ad ulteriori riorganizzazioni produttive e di posizionamento, al fine di poter rimanere nel mercato con sufficiente competitività.
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