Le cose semplici sono sempre le più complicate. Almeno in Italia. Sono passate solo due settimane da quando è stata approvata la legge (ex decreto Rilancio) che contiene l’introduzione del superbonus 110% e già c’è chi pensa a modificarla. In meglio, intendiamoci, perché l’idea a cui sta lavorando il sottosegretario alla presidenza Riccardo Fraccaro, e che intende portare all’attenzione del Comitato interministeriale affari europei (Ciae) con l’obiettivo di inserirla tra i progetti di rilancio del Paese che potranno accedere ai 209 miliardi del Recovery Plan, è di allungare la scadenza di un paio di anni. Anche in considerazione del fatto che il superbonus non è certamente superveloce nel suo cammino legislativo, visto che l’incentivo è teoricamente valido dal 1 luglio, ma non accessibile in quanto (ai primi di agosto) mancano ancora decreti attuativi ministeriali e, in subordine, le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate. Quindi, in pratica se ne parla non prima di settembre.
Da qui l’idea di una proroga biennale del 110% anche per il 2022 e 2023. Si potrebbe obiettare che le lungaggini erano ampiamente previste (ne abbiamo ampiamente scritto anche su YouTrade) e, quindi, la proposta poteva essere presentata prima. Ma tant’è. Perlomeno il governo ha individuato una strada sensata per spendere parte dei 209 miliardi messi a disposizione dalla Ue. E difficilmente, si spera, l’idea di un superbonus superlungo incontrerà il veto dei partiti di opposizione.