Intervista a Roberto Vavassori, Cugini: tante new entry nel dopo emergenza

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Roberto Vavassori, condirettore generale Cugini

Produttore dal 1907 di materiali e sistemi per l’edilizia made in ltaly, Cugini si trova a Nembro, in provincia di Bergamo, una delle aree più colpite dal coronavirus. «Ora più che mai dobbiamo sostenere l’imprenditoria italiana per contribuire alla sua rinascita», ha scritto in un messaggio l’azienda, che per il post-emergenza rilancia sull’importanza di fare squadra e su un’edilizia di qualità. Ne parliamo con il condirettore generale Roberto Vavassori.

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Domanda. Come stava andando il mercato prima del coronavirus?
Risposta. Il mercato delle malte premiscelate stava segnando anche per il 2020 un trend positivo. Gennaio e febbraio sono stati mesi di crescita, soprattutto per le malte da ripristino. Anche per quanto riguarda i prodotti destinati alle nuove costruzioni, i volumi si erano standardizzati e non avevamo registrato perdite rispetto all’anno precedente.

D. Poi è arrivata l’emergenza e tutto è cambiato. Da che cosa bisognerà ricominciare?
R. Ci stiamo riflettendo tantissimo. Cugini si è impegnata fin da subito a dare certezze, pagando tutti i fornitori per garantire la continuità. Prima di fare programmi concreti, comunque, dovremo valutare attentamente come si svilupperà il discorso finanziario, capire la sofferenza dei clienti e dei mancati incassi, di come imprese e artigiani accederanno ai fondi messi a disposizione dai decreti. Abbiamo sempre trovato soluzioni, ovvio che non potremo fare da banca.

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La sede di Cugini a Nembro (Bergamo)

D. E sul fronte logistico come vedete la ripartenza?
R. Tutto funzionerà al rallentatore, cambieranno le regole di vita con obblighi più stringenti sull’utilizzo di mascherine e norme di igiene più severe. In più, i volumi saranno sempre più piccoli e frazionati. Le persone si sposteranno di meno, i tempi si ridurranno e le aziende dovranno essere ancora più vicine al mercato. In tutto questo la logistica sarà determinante.

D. Fare rete potrebbe essere una soluzione per il postemergenza?
R. In questo momento ognuno è spaventato, pieno di paura per il futuro. Nulla sarà più come prima. È arrivato il momento in cui tutti devono dare una mano, al di là del mero affarismo. Credo che fare rete sia la soluzione, anche per rilanciare l’edilizia in termini di qualità.

D. In questo momento si parla molto di e-commerce, ma in edilizia stenta a decollare: è un problema di tempistiche o in questo settore non è una formula vincente?
R. Certo è che l’emergenza coronavirus ha incentivato moltissimo l’e-commerce, rilanciando anche molti business locali, tuttavia l’edilizia si presta ancora poco. L’utilizzatore ha bisogno di toccare con mano i prodotti e avere consulenza.

D. Torniamo a Cugini: quali sono i prodotti di punta dell’azienda?
R. Fiore all’occhiello della produzione Cugini è la linea Ademix, una serie completa di adesivi e rasanti per cappotto. Produciamo anche prodotti a marchio terzi, settore nel quale abbiamo avuto sviluppi interessanti, con crescite elevate. Stiamo registrando risultati importanti anche con le malte tecniche, dalle malte tixotropiche per il ripristino del calcestruzzo alle malte a base di calce idraulica naturale per la deumidificazione e il risanamento. A sorpresa, sta crescendo anche la linea di adesivi per piastrelle e ceramiche.

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L’Università di Pavia, dove Cugini ha contribuito all’intervento di risanamento e restauro delle facciate con il ciclo Calcevita: Rinzaffo, Intonaco deumidificante, Intonaco tradizionale e Finitura

D. Perché a sorpresa?
R. Si tratta di mercati consolidati dove ci sono già competitor molto forti, che lavorano a livello europeo e mondiale. Probabilmente il fatto di aver aperto un deposito a Sassuolo ci ha aiutato molto, oltre al fatto che i prodotti sono di ottima qualità. Abbiamo deciso infatti di produrre solo prodotti top di gamma, classificati C1 TE, C2 TE e C2 TE S1, che sono le classi più performanti per quanto riguarda gli adesivi per piastrelle.

D. Quali sono invece i plus delle altre linee Cugini?
R. Cugini è una delle prime cinque aziende in Italia per volumi di produzione di colle da cappotto. Questo ci riempie di orgoglio. Siamo vicini alla distribuzione, agli applicatori, e le aziende che lavorano con noi non hanno mai avuto contestazioni. Siamo molto attenti alla qualità e alle performance, e ciò che è riportato sulla scheda tecnica è rispettato al 100%.

D. Quanto è necessaria la formazione su questo tipo di prodotti?
R. La formazione è fondamentale, sia per il rivenditore che per l’utilizzatore. Ci stiamo strutturando e valutiamo iniziative, dai semplici open day ai corsi più mirati presso i rivenditori, per essere all’altezza del compito.

D. Come si sta evolvendo il rapporto tra produttori e rivenditori?
R. Cugini è un’azienda storica, ma al tempo stesso moderna. Diciamo che ci sono distributori con cui c’è un rapporto puramente commerciale basato su prezzo, servizio e qualità; altri con cui si riesce a instaurare un rapporto di partnership molto più stretto, anche personale. Diventiamo il loro supporto tecnico, possiamo garantire delle aree di esclusiva, cerchiamo di mantenere degli equilibri. Stiamo sviluppando anche degli ottimi rapporti con alcuni gruppi di acquisto, creando importanti sinergie.

D. Il mercato della riqualificazione ha spostato l’accento sempre più sul consumatore finale. Questo per voi comporta qualcosa?
R. I produttori hanno capito che, per arrivare all’utilizzatore, devono lavorare in collaborazione con la distribuzione. Ma mentre in Germania non esiste un applicatore che chiami direttamente l’industria, in Italia la situazione è promiscua. Per quanto ci riguarda, noi abbiamo le idee molto chiare: forniamo i prodotti in sacco al mercato della distribuzione e prodotti sfusi alle imprese che non si rivolgono alla distribuzione.

D. Secondo voi, quali saranno i prodotti che avranno maggiore sviluppo nel prossimo futuro?
R. La tendenza mira a premiare quei prodotti che compongono dei cicli per il ripristino del patrimonio edilizio. Non va però sottovalutato il mercato delle nuove costruzioni, che seppur con volumi molto ridotti rispetto al passato, ci sarà comunque, soprattutto nelle grandi città. In ogni caso nel breve le tendenze vedranno crescere i prodotti da restauro e ristrutturazione, malte per il rispristino strutturale, per il miglioramento sismico, per l’efficienza energetica e l’isolamento termico.

D. Avete in programma novità?
R. Quest’anno prevediamo di inserire nuovi prodotti a completamento delle gamme esistenti di adesivi per piastrelle, guaine impermeabilizzanti e malte tecniche, che ci permetteranno di essere alla pari con gli altri competitor. Stiamo inoltre cercando di spingere il prodotto Fondomix Nanotherm, un massetto specifico per i sistemi con riscaldamento a pavimento ad altissima trasmittanza termica, che siamo stati tra i primi a introdurre sul mercato.

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