Ard Raccanello compie 80 anni e festeggia nel segno della street art con un graffito realizzato da Tony Gallo sulla facciata dello storico stabilimento in via Prima Strada nella zona industriale di Padova, dove l’azienda è stata la prima a insediarsi nel 1961. «Sono trascorsi 80 anni da quando mio suocero, insieme ai figli Giuseppe e Gino, hanno iniziato questa attività. Abbiamo deciso di regalare a noi stessi e alla città un’opera speciale», dichiara Giancarla Raccanello, presidente e moglie di Gino. «Siamo orgogliosi di aver decorato la facciata col murale più grande della città dipinto coi nostri prodotti».
La storia
Specializzata in prodotti vernicianti professionali per l’edilizia, l’azienda inizia a muovere i suoi primi passi nel 1939 in una drogheria in Piazza delle Erbe a Padova, dove il proprietario Dante Aurelio Raccanello, oltre ad altri prodotti di uso quotidiano, vende anche colori e polveri pigmentate. Un mercato che apre ottime opportunità di business tanto che, pochi anni dopo, insieme ai figli Giuseppe e Gino, fonda la società Ard Raccanello, conosciuta nel tempo come “i colori dell’indiano”. Oggi l’azienda impiega oltre 100 dipendenti nei due stabilimenti a Padova e Castelguglielmo che ogni anno producono oltre 10mila tonnellate di pitture. Presente in tutto il territorio nazionale con più di 700 distributori e in oltre 20 paesi a livello mondiale, Ard Raccanello è guidata da una proprietà al 100% femminile, con Giancarla Raccanello nel ruolo di presidente e le figlie Ilaria e Cristina, affiancate dal nipote Luigi Gorza. «Stringere un legame tra territorio, arte, impresa, giovani e tessuto sociale è un impegno che la nostra famiglia ha storicamente coltivato», afferma l’ad Ilaria Raccanello. «Siamo stati i primi in Italia ad utilizzare il Bonus Art per finanziare il recupero del complesso museale di Santa Caterina a Treviso, da diversi anni siamo sponsor tecnici delle mostre del Museo Diocesano di Padova e abbiamo contribuito a diverse manifestazioni socio-culturali come il recupero del carcere Due Palazzi, in cui oltre al colore, abbiamo messo a disposizione l’esperienza dei nostri tecnici per formare i detenuti di modo che potessero imparare un mestiere che ci auguriamo possa essergli utile in futuro».
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