Edilizia scolastica, allarme della Fondazione Agnelli

La Fondazione Agnelli ha puntato il faro sull’edilizia scolastica, un colabrodo che da anni è oggetto di indagini (come quella di LegaAmbiente) e piani di rilancio (come quelli deliberati a suo tempo dal governo Renzi). Ma c’è ancora molto da fare.

La buona notizia è che mappare lo status degli edifici scolastici è comunque positivo, la notizia cattiva è che di fronte alle cifre messe nero su bianco dalla Fondazione Agnelli c’è il rischio di scoraggiare un intervento risolutivo.

Per rendere più sicure e al tempo stesso più sostenibili le 40mila scuole italiane (circa 150 milioni di metri quadrati), infatti, per gli analisti che hanno condotto l’indagine ci vorrebbero circa 200 miliardi di investimenti pubblici. Una cifra che non è evidentemente compatibile con le risorse dello Stato. E che risulta, oltretutto,  tre volte maggiore dei fondi dedicati all’intero comparto dell’istruzione.

Eppure da qualche parte bisogna iniziare. Anche perché le scuole hanno un’età media di 52 anni e due su tre hanno più di 40 anni. I soffitti che cadono con sistematicità indicano che gli istituti sono insicuri e, come purtroppo dimostrano le cronache, crollano alla prima scossa di terremoto, anche grazie all’impiego di materiali scadenti con cui sono spesso state costruite.

Per non parlare della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica: dispersione di calore e inquinamento sono al top e rendono le aule, inoltre, poco confortevoli. E stendiamo un velo sulle risorse per il materiale didattico.

Secondo il rapporto, paradossalmente nel prossimo futuro, uno dei problemi dell’Italia, la decrescita della popolazione, libererà parecchie aule scolastiche, visto che per il 2030 il numero di studenti calerà di 1,1 milioni.

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