Gli italiani non perdono di vista l’investimento in mattone

Gli italiani tornano a risparmiare, anche se non a spendere come prima della crisi. È la conclusione a cui è arrivata l’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2019 del Centro Einaudi e di Intesa Sanpaolo, basato su interviste effettuate da Doxa. Naturalmente è stato considerato anche l’aspetto immobiliare. In media gli intervistati hanno dichiarato una ricchezza finanziaria media pari 101mila euro (3,9 volte il reddito medio), mentre la ricchezza immobiliare è pari a 169 mila euro. Ne deriva una ricchezza complessiva per intervistato di 270 mila euro (al netto delle quote di aziende), che sale rispettivamente a 355 mila e 384 mila euro nel caso dei laureati e dei professionisti e imprenditori. Non solo. Nei 12 mesi precedenti l’indagine il 6,7% del campione ha investito in case (8,7% nel 2018 e 5,7% nel 2017), ma solo il 3% circa l’ha fatto per acquistare o cambiare la propria prima casa; gli altri acquisti sono stati realizzati per ragioni collegate all’impiego ereditario o per avere un reddito aggiuntivo nella vecchiaia. Gran parte del campione condivide che la casa possa offrire un’entrata integrativa al momento della pensione; solo il 22% circa conosce il prestito vitalizio ipotecario. 

Secondo l’analisi, negli ultimi tre anni i bilanci delle famiglie hanno riacquistato parte della prosperità perduta durante la lunga crisi: il saldo tra coloro che ritengono sufficiente o insufficiente il reddito per sostenere il tenore di vita corrente sale nel 2019 al 69% degli intervistati, massimo storico del decennio. Torna ad irrobustirsi il ceto medio. Le tre fasce centrali di reddito del campione, che includono coloro che percepiscono dai 1.500 ai 3 mila euro al mese, si attestano al 57,5% rispetto al 51,7% di tre anni prima. Approssimativamente, 1 milione 300 mila famiglie, secondo i dati del 2019, sono rientrate a far parte del ceto medio o vi sono entrate per la prima volta, riallargandolo. Si conferma anche nel 2019 l’avversione al rischio degli intervistati, anche a costo di sacrificare il rendimento. 

Quando impiegano il risparmio, gli intervistati continuano comunque a mettere al primo posto l’obiettivo della sicurezza. La percentuale dei risparmiatori nel campione torna finalmente a superare quella dei non risparmiatori, dopo aver toccato il minimo storico del 39% nel 2013. La percentuale di reddito risparmiata raggiunge nel 2019 il massimo storico (12,6%, vs. il 12% nel 2018 e 9% nel 2011). La quota di risparmiatori è massima nel Nord-Est (63,8%), seguito dal Centro Italia (54,2%).

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