Bonus casa, arrivano modifiche di rilievo. Con una premessa: al momento i cambiamenti sono contenuti nel cosiddetto Decreto crescita. Che, però, è stato approvato dal governo la sera di giovedì 4 aprile “salvo intese”. Tradotto: “Queste sono linee di massima, ma ci sono alcuni aspetti su cui non siamo d’accordo e che vanno approfonditi”. Le modifiche, ai bonus casa, insomma, saranno effettive solo quando saranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. Non solo: dopo l’entrata in vigore definitiva del provvedimento, L’Agenzia delle Entrate avrà 30 giorni di tempo per mettere a punto le disposizioni attuative. L’esperienza insegna, però, che i tempi potrebbero anche essere più lunghi, come è avvenuto in passato. In particolare per quanto riguarda la cessione del credito, uno dei punti che sono stati modificati dal governo. Lo scorso anno, per esempio, le Entrate hanno provveduto a mettere a punto il regolamento solo cinque mesi dopo l’entrata in vigore della legge di Bilancio, in cui era contenuta la disposizione sulla cessione del credito. E non è questo l’unico punto interrogativo. Ma veniamo alle novità.
Demolizioni incentivate
Arrivano gli incentivi a chi demolisce per ricostruire. È forse questa la new entry più sorprendente. Fino al 2021 sarà concessa «la misura fissa» di 600 euro complessive per le imposte su registro, ipoteca e catasto per chi cede un intero fabbricato destinati alla demolizione e ricostruzione. A patto che avvenga tutto entro i successivi dieci anni. Tra l’altro, è prevista la possibilità anche di variazione volumetrica, piani regolatori cittadini permettendo.
Sismabonus esteso
Lo sconto fiscale fino all’85% per chi mette in sicurezza un edificio è esteso alle zone a rischio sismico 2 e 3 (finora era solo la zona 1). Come è già previsto, il tetto massimo dell’85% riguarda chi passa a due classi di rischio inferiore, mentre un solo step dà diritto al 75% di sconto fiscale. Per poter ottenere lo sconto l’immobile deve essere ristrutturato, oppure demolito e ricostruito, anche in questo caso con possibile variazione volumetrica se prevista dai regolamenti. Lo sconto vale fino al 31 dicembre 2021.
Cessione del credito
Si allargano ancora le maglie per la cessione del credito d’imposta. Chi ristruttura o riqualifica energeticamente l’immobile può cedere lo sconto fiscale all’impresa che esegue i lavori. La novità è che l’impresa in questione potrà ammortare lo sconto in cinque anni invece che dieci. Altra novità: lo sconto sulla fattura praticato dall’impresa (che a sua volta lo otterrà dal fisco) deve essere di pari importo a quello previsto dai bonus casa. L’impresa, cioè, sarà tenuta a concedere il 50% di sconto in caso di ristrutturazione e il 65% in caso di riqualificazione. La stessa impresa, inoltre, non potrà cedere a terzi il bonus.
I dubbi
Anche se un meccanismo più semplice di cessione del credito sembra andare incontro alle esigenze del mercato, non mancano le perplessità. La prima è quella sollevata da Rete Irene: quante imprese edili sono in grado di offrire questo meccanismo? Il dubbio è che possa essere utile solo a pochi grandi soggetti, che potrebbero a loro volta subappaltare i lavori, incassando il beneficio fiscale e facendo leva sulla propria capacità di contrattazione. C’è, inoltre, il sospetto che l’impresa che concede il credito d’imposta possa incorporare nel preventivo una commissione (non dichiarata) che incorpori il servizio reso al committente dei lavori. Per contro, la nuova disposizione dovrebbe evitare dubbi e ostacoli che derivano dalla necessità di produrre il cosiddetto bonifico parlante, come previsto dalle regole in vigore.