A Sassuolo un’equipe di 65 studenti universitari della Scuola di Architettura e Società del Politecnico, guidati dai professori Arturo Lanzani, Chiara Merlini e Federico Zanfi, sta realizzando un progetto frutto di una convenzione con Provincia di Modena e Confindustria Ceramica. La ricerca si svilupperà nei prossimi tre anni e punterà a una ricognizione sul territorio del distretto finalizzata a sviluppare una riflessione prospettica sulle possibili linee di intervento: le politiche di recupero delle aree industriali e la riqualificazione dello spazio pubblico. «Il Distretto di Sassuolo continua a rappresentare la più formidabile piattaforma manifatturiera e produttiva al servizio dell’industria ceramica italiana», spiega Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica. «Una realtà così complessa e articolata, che nel corso degli ultimi 50 anni si è allargata e evoluta sia da un punto di vista fisico che organizzativo, richiede nuove chiavi di lettura per consentire al sistema ceramico italiano di rafforzare la propria competitività». «Dopo un lungo dissidio, sviluppo industriale e ricerca di qualità nello spazio urbano rurale e naturale possono e debbono integrarsi», aggiunge Arturo Lanzani, docente al Politecnico di Milano. «La qualità del paesaggio va garantita non solo con una più rigorosa tutela nelle sue componenti storiche naturali, ma anche e soprattutto con una diffusa riqualificazione delle molte urbanizzazioni recenti, che non può darsi senza il contributo attivo (culturale, organizzativo, economico) delle imprese che vi sono insediate. Per promuovere competitività e abitabilità del distretto è necessario rinnovare le imprese gli spazi produttivi, riusare o riciclare le aree dismesse delle imprese e fermare il consumo di suolo; riqualificare il patrimonio diffuso di attrezzature e di infrastrutture con una grande e originale manutenzione straordinaria, e più in generale intrecciare lo sviluppo della filiera industriale-tecnologica-commerciale focalizzata sull’urbanizzato e nelle sue zone produttive e lo sviluppo della filiera agricoltura-turismo-cultura focalizzata sui grandi spazi aperti di pianura e di collina».