Il declino delle attività legate alle costruzioni sta per finire. Finisce, secondo il Cresme, che presenterà i risultati della consueta analisi annuale il 21 novembre alla Triennale di Milano, una fase pesantissima per il settore e comincia una nuova stagione, che dovrebbe consolidarsi nel 2015. Ma il settore delle costruzioni con la crisi non ha solo ridotto le sue dimensioni, è profondamente cambiato. Si è riconfigurato. La ripresa non premierà tutti i modelli di offerta, tutti i segmenti di domanda e tutti i territori. C’è chi è in grado di cogliere meglio di altri i tentativi di rimbalzo che già oggi cominciano a registrare alcuni mercati immobiliari (sono 31 le città capoluogo che nel secondo trimestre del 2013 hanno registrato una crescita delle compravendite), o alcuni comuni in cui la produzione edilizia, anche nuova, sta tornando a crescere (e alcuni comuni rappresentano una vera sorpresa), o alcune tipologie di domanda (basti pensare alle provincie dove stanno crescendo le compravendite di immobili non residenziali), per non parlare del mercato della ristrutturazione incentivato dalle detrazioni fiscali o di alcune tipologie di prodotti e modelli di offerta che non sembrano avere risentito della crisi. Il XXI Rapporto Congiunturale del CRESME è dedicato proprio a questo, a disegnare le nuove mappe della domanda che alimenta la ripresa; nuove mappe in grado di orientare tempi, strategie e modelli di offerta.