Cambiano gli equilibri di mercato nella distribuzione di benzina e gasolio: le compagnie petrolifere stanno lentamente abbandonando la rete, in favore di Gdo, retisti e operatori indipendenti, i gestori delle cosiddette pompe bianche, cresciuti in pochi anni del 250%. Un’evoluzione che riflette la riorganizzazione in atto, rispetto ad un numero di punti vendita ancora sovradimensionato (20mila, calati del 40% negli ultimi 30 anni) e a una riduzione progressiva dell’erogato medio negli ultimi dieci anni (-20% sulla rete stradale, -58% sulle autostrade).
Il dato è emerso a Roma, durante la giornata conclusiva di Oil&nonoil, manifestazione organizzata da Veronafiere e dedicata alla filiera dei carburanti. L’Osservaprezzi del ministero dello Sviluppo economico, che monitora oltre 20mila stazioni di servizio, fotografa una situazione i cui ormai oltre 6.500 impianti sono colorati con il logo delle compagnie, ma in realtà la proprietà è dei retisti e della Grande distribuzione organizzata. La nuova figura che si è affacciata sul mercato è poi quella degli operatori indipendenti che, con il 20% degli impianti, hanno iniziato a operare direttamente con propri brand, nuovi e spesso sconosciuti, facendo registrare una crescita del 250% nel giro di pochi anni. Il mondo della distruzione carburanti sta mutando pelle non soltanto a livello dei gestori.
Le indicazioni del decreto Dafi di recepimento della direttiva Ue sui combustibili alternativi per la mobilità sostenibile, per esempio, rendono obbligatoria la presenza nell’impianto del terzo carburante, sia esso metano, Gpl o altri prodotti a basso impatto ambientale, come l’elettrico. Su quest’ultimo punto, Enel, proprio nel corso di Oil&nonoil, ha annunciato l’avvio di colloqui con le compagnie petrolifere e con l’associazione degli operatori privati Assopetroli per un progetto di 12mila nuove strutture di ricarica per la e-mobility.
Sul fronte del fenomeno dell’illegalità (stimato nel 15% dell’erogato totale), invece, la nuova Legge sulla concorrenza permette un ulteriore passo in avanti, introducendo l’anagrafe dei punti vendita che, in dialogo con l’Agenzia delle Entrate, può combattere pompe abusive e fantasma, favorendo al contempo una ulteriore razionalizzazione della rete.