Edilizia scolastica: al Sud il 75% è a rischio sismico
Il 65% delle scuole italiane è stato costruito prima del 1974, anno in cui è entrata in vigore la prima normativa antisismica. Il 40% degli istituti è stato eretto in zone a rischio sismico e meno del 13% è stato edificato seguendo i criteri di sicurezza anti-terremoto. Inoltre, appena il 31% degli edifici scolastici viene sottoposto a regolari verifiche di vulnerabilità sismica. Se tre indizi fanno una prova, quattro sono una certezza di colpevolezza. I dati di Legambiente certificano quella che non è di certo una novità: la vetustà del patrimonio edilizio scolastico italiano. Che è ancor più accentuata nel Sud del Paese. Già, perché – sempre citando il rapporto di Legambiente – i capoluoghi di provincia del Meridione dicono di avere il 75% delle scuole a rischio sismico e una conseguente e urgente necessità di interventi di manutenzione pari al 58,4% (circa 20 punti percentuali in più della media nazionale).
Un esempio: la Campania. Qui il 90,5% delle scuole poggia le fondamenta in aree a rischio. E qui, però, solo il 19,8% del patrimonio scolastico è stato costruito con criteri antisismici e appena il 28,3% è soggetto a controlli di vulnerabilità. Anche questi numeri sono i risultati di una ricerca condotta da Legambiente su 533 edifici campani, frequentati da più di 121 mila studenti, tra Napoli, Salerno e Avellino. Ebbene, il 59,3% delle scuole campane ha bisogno di lavori di manutenzione, a fronte di un risicatissimo 0,2% che ha effettuato l’indagine diagnostiche dei solai. C’è da segnalare però come in Campania siano cresciute le scuole che hanno goduto di manutenzione straordinaria: 65,8% a fronte del 46% della media nazionale.
Circa lo stato di (poca) salute delle scuole italiane, è arrivata anche una breve dichiarazione dell’ex premier Matteo Renzi: «Sull’edilizia scolastica bisogna continuare a investire tutto quello che c’è senza pensare troppo al patto di stabilità e all’Europa. C’è in gioco la vita e il futuro dei nostro figli. Non abbiamo alternative a questa strada e dobbiamo continuare nel percorso intrapreso dai governi negli ultimi tre anni, dove abbiamo investito 4,3 miliardi di euro per l’edilizia delle scuole e 3 per insegnanti e personale».