Nessuna sorpresa per i terremoti: «Ci stupiamo della fragilità del nostro territorio e dell’insipienza che è all’origine di sofferenze e distruzioni. Uno stupore che per chi opera da decenni nel settore delle costruzioni diventa solo rabbia», commenta Massimo Calzoni, presidente del Formedil, l’ente bilaterale di coordinamento della formazione in edilizia. «Il degrado fisico del Paese si accompagna all’incapacità di affrontarlo in maniera sistematica. Così che dietro a queste tragedie causate da eventi naturali vi è soprattutto una scarsa consapevolezza che si concretizza, come stiamo vedendo nel caso del dopo sisma nelle regioni dell’Appennino centrale, in un’assenza di pianificazione e di un metodo in grado di dare stabilità e certezze nella gestione del territorio». Secondo Calzoni, oggi prevale l’improvvisazione e si continua a ragionare e a operare secondo una logica di emergenza, quando invece ci sarebbe bisogno di un approccio totalmente diverso. Nel caso di Ischia poi una cattiva gestione del territorio si intreccia con scelte amministrative che hanno sempre sottovalutato il rischio e sacrificato il rispetto delle regole ad altri interessi o a logiche di consenso. Così come va denunciata con forza la scarsa qualità del costruire. Una qualità che oggi, al di là di una sovra produzione di norme e regole, può essere garantita solo da una competenza dei tecnici pubblici, in grado di selezionare responsabilmente le imprese non sulla base di fattori formali o casuali (come oggi avviene con il sistema del sorteggio), bensì con la forza di una professionalità accertata, così da saper valutare capacità e struttura di cui le imprese dispongono. Competenza e conoscenza sono due elementi indispensabili da cui deriva la possibilità concreta di responsabilizzazione da parte degli attori chiamati a gestire prevenzione, emergenza e ricostruzione. E’ qui che si annida il tarlo che impedisce oggi di garantire in modo responsabile sicurezza delle persone e durabilità delle opere».
Consapevole di questo e dei ritardi che si stanno verificando nell’area dell’Appennino centrale colpita dal terremoto e di cui oggi ricorre l’anniversario, Formedil, in collaborazione con il Sistema bilaterale delle costruzioni e con Civiltà di Cantiere, avvia un percorso di alta formazione destinato all’intera filiera delle costruzioni denominato formiamo il territorio. Ciò al fine di avviare un confronto propositivo su come riqualificare, ricostruire e mettere in sicurezza il patrimonio edilizio esistente e quello storico monumentale.
Costruire anti sisma
La principale finalità dell’iniziativa è quella di creare delle proposte efficaci per rigenerare il territorio e contribuire a una crescita della filiera delle costruzioni, valorizzando il ruolo delle parti sociali che si riconoscono nel Sistema Bilaterale delle Costruzioni, rafforzando la consapevolezza dell’importanza di una ricostruzione che coinvolga le popolazioni e il sistema economico locale arricchendolo di conoscenza puntando su una concreta e fattibile pianificazione e dotando tutti i soggetti chiamati a governarla di metodologie chiarire e condivise, facendo anche tesoro delle esperienze passate e guardando a modelli virtuosi.
Al centro di una strategia di messa in sicurezza del territorio nazionale va posta la prevenzione, lavorando sulle infrastrutture fisiche (strade, ospedali, scuole, villaggi sicuri) e sulle strutture istituzionali con compiti di coordinamento e supporto organizzativo, puntando sulla predisposizione di piani d’ambito a sostegno della progettazione. Essenziale risulta l’attivazione di sistemi di rilevazione e monitoraggio degli eventi, degli interventi, degli effetti, così come un adeguato coinvolgimento della popolazione con azioni informative e formative sia nella fase di realizzazione delle opere che nell’emergenza.