Italia seconda in Europa per lavatrici e frigoriferi

Ogni tanto l’Italia eccelle. Nonostante la crisi, il calo dei consumi e la concorrenza dei Paesi con il costo del lavoro più basso, l’Italia produce più lavatrici, frigoriferi e lavastoviglie. Siamo secondi in Europa l’Italia è posizionata subito dopo la Germania e prima di grandi Paesi quali Francia, Spagna, Gran Bretagna e anche della Polonia, considerata il più forte produttore emergente, addirittura da qualcuno valutata davanti all’Italia. Il posizionamento corretto risulta dallo studio condotto da Ceced (l’Associazione europea dei produttori di elettrodomestici) in tutti i Paesi della Ue, presentato da Paolo Falcioni, direttore generale, Ceced Europa. 

Per i posti di lavoro diretti nell’industria degli elettrodomestici, l’Italia con 36.000 addetti si conferma seconda dietro la Germania (49.000) e largamente davanti alla Polonia (25.000). In percentuale sul numero totale degli addetti nell’industria manifatturiera, i produttori di elettrodomestici in Italia sono i primi in Europa, sostanzialmente alla pari con i polacchi allo 0,20%.

Legato al numero di addetti è il monte salari che, nel 2014, in Italia è ammontato a € 1,048 miliardi, che significa una media di 28.723 euro per addetto: valore allineato alla media nazionale per lavoratore in ogni mansione e settore economico. L’impegno in ricerca e innovazione da parte dei produttori di elettrodomestici in Europa ha comportato nel 2015 una spesa di circa € 1,4 miliardi, interamente autofinanziati. Il numero di brevetti registrati è stato 11.562 nel 2013, pari all’8% del totale. Ed è in costante crescita negli ultimi dieci anni.

Cucina Ariston
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Per gli investimenti in innovazione, l’Italia è saldamente al secondo posto con 259 milioni nel 2015, dietro la Germania (418 milioni) e con la Polonia distante terza con 144 milioni. Tutti gli altri Paesi Ue non raggiungono investimenti a tre cifre.

Secondo i dati dello studio, l’Italia ha registrato un fatturato manifatturiero di 8,611 miliardi. Si conferma il posizionamento dopo la Germania (13,98 miliardi), ma largamente davanti a Polonia, terza con 4,79 miliardi, staccando nettamente Francia (3,85 miliardi), Spagna (2,61 miliardi), Gran Bretagna (2,13 miliardi).

Compresi 712.000 addetti indiretti (logistica, commercio, manutenzione, impiantistica ecc.), sale a 922.000 il totale dei posti di lavoro nel settore degli elettrodomestici, pari al 3,1% di tutti gli occupati nella Ue.

Lo studio conferma che il settore degli elettrodomestici, considerato maturo è e resterà importante nell’economia europea, e italiana, perché è strettamente legato a qualità e stile della vita degli abitanti. Non solo gli elettrodomestici hanno creato uno stile di vita sostenibile (ben prima che l’aggettivo stesso diventasse di moda), ma grazie all’impegno dei produttori in innovazione continuano a fornire nuove funzionalità, principalmente smartness e connettività, per fare vivere meglio.

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