Digitale e non solo: l’edilizia che cambia sotto la lente di Sercomated

La digital transformation prevede un insieme di cambiamenti tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali e va oltre la semplice adozione di nuove tecnologie. Permette di erogare servizi, fornire beni, far vivere esperienze, creando nuove connessioni tra persone, luoghi e cose. La trasformazione digitale integra e coinvolge tutto l’ecosistema toccato dal processo. Cosa significa tutto questo per il mondo degli store di materiali edili e per l’intera filiera delle costruzioni?

È stato questo l’argomento al centro del convegno Digital Store Transformation organizzato da Sercomated, società consortile creata da Federcomated (Federazione Nazionale Commercianti Cementi Laterizi e Materiali da Costruzioni Edili), che si è tenuto al Centro Congressi del Devero Hotel di Cavenago di Brianza (Milano).

Ecco una sintesi degli interventi.

Roberto Panzarani, docente universitario e presidente dello Studio Panzarani & Associates, che ha fra le sue attività principali quella di gestire The Innovation Network, centrato sull’innovazione. «Siamo in un momento di grande cambiamento dei modelli organizzativi, economici e sociali. Nel passato l’organizzazione burocratica diffondeva e promuoveva la tecnologia e in qualche modo l’innovazione. Oggi che la tecnologia spesso è più avanzata all’esterno che all’interno dell’azienda, l’organizzazione burocratica non riesce più a funzionare. Il tema dunque è che dobbiamo costruire il nuovo modello organizzativo per il presente e per il futuro. Il nuovo modello di business è un ecosistema in cui convivono clienti, collaboratori e fornitori. Le caratteristiche fondamentali devono essere: «Una visione sistemica che significa avere la capacità di fare le connessioni per individuare nuove soluzioni. Essere consapevoli che il digitale è pervasivo. Essere adaptive, ossia saper vivere sull’orlo del caos e, infine, saper coevolvere insieme al mercato. Questo significa saper co-innovare e co-creare insieme ai vostri clienti, insieme ai vostri fornitori e insieme al sistema».

Vladimir Bazjanac, professore del Lawrence Berkeley National Laboratory, University of California: «Il processo di progettazione e realizzazione delle strutture è cambiato rapidamente. Il cambiamento è dovuto soprattutto all’emergere del metodo Bim e alla sua intrinseca capacità di garantire la validità dei dati inseriti nel manufatto in ogni momento del suo ciclo di vita, permettendo un realizzazione integrata della commessa impossibile fino a ora. Perché il Bim è anche un metodo di progettazione collaborativo in quanto consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione: quella architettonica, strutturale, impiantistica, energetica e gestionale».

Guido Argieri, customer interaction & monitoring Doxa: con l’avvento del digital, il ruolo degli smartphone, l’ecommerce in Italia nel 2016 ha messo a segno 19,6 miliardi di transazioni (+18% rispetto al 2015). Un giro d’affari che però tocca ancora davvero marginalmente il settore della distribuzione edile.

Convegno Sercomated
Convegno Sercomated

Regina De Albertis, vice presidente Ance Giovani con delega per l’Edilizia e il Territorio: «Le costruzioni sono il comparto meno digitalizzato del mondo, con un livello tra i più bassi di investimenti destinati all’innovazione. A livello mondiale, secondo il World Economic Forum, una delle ragioni per le quali la produttività dell’edilizia negli ultimi 40 anni è stata stagnante, o in alcuni casi decrescente, è da ricercarsi nella particolare lentezza nell’adottare le nuove tecnologie digitali nei processi produttivi. Nel decennio 2005-2014 le costruzioni risultano il settore con il più basso grado di digitalizzazione». Il Boston Consultin Group stima che, attraverso la digitalizzazione del settore e l’utilizzo del Bim si possa ottenere una riduzione del costo totale del ciclo di vita di un progetto di quasi il 20%. «E chi investe in innovazione, cresce. Nel 2015 secondo il Cerved le imprese di costruzioni innovative presentano una solvibilità superiore di 5 punti rispetto alle altre». Nonostante questo secondo una ricerca dell’Ance il 77% per cento delle imprese possiede un sito web, ma l’aggiornamento e il controllo accessi è ancora bassissimo. Il Bim è conosciuto dal 92% del campione di imprese intervistato da Ance, ma a utilizzarlo è solo il 13%, mentre più di 1/3 delle imprese utilizza sistemi di project manager e di controllo gestione. Quasi sconosciuta è la realtà aumenta.

Maurizio Alfieri, co-founder Edilportale e Archiseller: «Sulla spinta di alcuni marchi della grande distribuzione del bricolage, da qualche tempo anche il settore edile ha cominciato a sondare la possibilità di vendere online i propri prodotti. Al momento, però, produttori e rivenditori edili hanno una duplice visione dell’e-commerce: come “minaccia”, perché l’e-commerce – spiega Alfieri – consente a qualsiasi rivenditore, ovunque si trovi, di mettere in discussione gli equilibri territoriali che fino ad oggi hanno regolato domanda e offerta sul territorio, e come “opportunità”, perché l’e-commerce rappresenta la possibilità per un rivenditore di ampliare il raggio d’azione del suo know-how, maturato in anni di commercializzazione del prodotto edile. In questo scenario si inserisce la proposta di Archiseller: una piattaforma di e-commerce realizzata dagli specialisti di Edilportale appositamente per la filiera edile, che ogni rivenditore potrà incorporare sul proprio sito».

Mariella D’Incognito, e-commerce manager Archiseller: «Archiseller consente al rivenditore di sfruttare i vantaggi di un e-commerce contenendo l’impiego di risorse dedicate, economiche e di personale: zero i costi di investimento software, content management e marketing, spesso ampiamente sottovalutati nei business plan per l’attivazione dei canali di rivendita on-line. Stabilire sul proprio sito web l’offerta di vendita e lo sconto percentuale rispetto al prezzo di listino ufficiale, ed evadere gli ordini secondo le proprie procedure abituali costituiranno l’unico onere per il rivenditore. Archiseller è la soluzione e-commerce che valorizza il ruolo dei distributori edili e delle loro peculiarità in termini di know-how, logistica, assistenza pre e post vendita, nella vendita online, senza mettere in competizione diretta la rete di rivendita preesistente».

Convegno Sercomated
Convegno Sercomated

Gabriele Nicoli, consigliere produttori Sercomated: «Investire in digital store transformation è vitale per il mondo della distribuzione edile, tanto quanto per la produzione, nonostante la domanda stagnante e le prospettive di una ripresa reale non siano ancora del tutto consolidate. L’aumento delle .com e la spinta della Gdo online costringe a una riflessione più profonda sul nostro ruolo in ottica omnicanale. Serve dunque propensione all’innovazione, cambio di mentalità e l’adozione di nuove competenze digitali con la collaborazione virtuosa delle piattaforme intelligenti in un’ottica di open innovation». I distributori di materiali edili, secondo Nicoli, potrebbero rappresentare quel magazzino virtuale (cloud) per tutto il mondo delle imprese di costruzioni e degli artigiani, che aggiunge: «L’integrazione tra fisico e digitale coinvolge anche i produttori, che difficilmente potranno restare fuori da tutto questo. Dobbiamo prenderne coscienza e chiederci come creare valore, aumentare la produttività e integrare la nostra distribuzione fisica con quella digitale. Non dobbiamo farci intimorire dall’ecommerce, che viene dalla paura di un’offerta sregolata e che la disintermediazione possa portare alla banalizzazione dei nostri prodotti, alla perdita di valore data dall’assenza di tutti quei servizi pre e post vendita che nobilitano, differenziano e assicurano il corretto utilizzo dei nostri prodotti. Va considerato che gli infocommerce e la vendita online offrono un canale di informazione diretto all’utente finale nonché un canale aggiuntivo di vendita in grado di supportare tutta la nostra rete di negozi fisici». L’online, insomma, secondo Nicoli, aggiunge, non toglie e avvicina alla clientela potenziale ritornando preziose informazioni (big data). «Noi produttori dobbiamo sfruttare l’enorme potenzialità che il mondo digitale ci offre cavalcando questo cambiamento e valorizzando le risorse attuali: mi riferisco in particolare alle grandi capacità logistiche e di servizi degli store specializzati dell’edilizia».

Marco Prosperi, direttore Assodimi/Assonolo: «Il noleggio sta vivendo una nuova ri-partenza con tutti gli indici che indicano un aumento del suo peso rispetto ai vari indicatori. È importante dare una risposta professionale, moderna e smart al mercato. Mercato che purtroppo risente di metodi commerciali in certi casi superati. I partner europei hanno già previsto e messo in campo un’evoluzione dei concetti di noleggio e in Italia si stanno sperimentando e discutendo nuovi metodi di incontro domanda-offerta».

Giorgio Casanova, Ceo Metel: «Metel è un’azienda nata nel 1993 e dedicata ai servizi di dematerializzazione per la filiera del materiale elettrico e dell’illuminazione. I nostri soci hanno condiviso una vision per la quale il valore competitivo di ogni azienda è costruito su un’infrastruttura informatica di base definita e condivisa di filiera. Ogni azienda evidenzia così i propri servizi e valori aggiunti rispetto ai propri competitor nazionali e internazionali». Nell’era di Internet il proliferare di ambienti proprietari per gestire informazioni senza valore aggiunto è un costo che le aziende devono sopportare. «Con Metel, invece, l’adozione di modelli informatici di base condivisi dagli operatori del settore permette di realizzare economie importanti. Il mercato e la distribuzione moderna necessitano di incrementare: la visibilità dei propri prodotti e servizi; la collaborazione nella filiera riducendo gli errori derivanti dallo scambio dei dati; la velocità nella distribuzione delle informazioni. Oggi per fare tutto questo è fondamentale utilizzare un linguaggio (standard) condiviso tra computer (EDI), che permetta di comunicare in modo coerente e immediato riducendo al massimo la possibilità di errore». Cosa fa Metel per questa supply chain? «Trasformiamo la carta in bit e byte. Queste aziende scambiano milioni di documenti cartacei che debbono essere reinseriti nei sistemi informatici dei destinatari (a oggi dematerializziamo oltre 8 milioni di documenti ogni anno con un trend di crescita intorno al 10%). I processi da noi gestiti riguardano il ciclo dell’ordine: listino prezzi o catalogo, l’ordine, la conferma d’ordine, il documento di trasporto e la fattura. Il tutto in un formato dati strutturato, portandolo da cartaceo a digitale, sulla base di standard internazionali».

Regina De Albertis
Regina De Albertis

Internet dell cose

Le frontiere del digitale sono infinte, al punto da riuscire a dare un’anima alle cose. È questo il progetto di Let.Life, la startup basata sull’Internet of Things (IoT) che vede tra i fondatori Fabrizio Fava (anche fondatore di BigMat Italia nonché titolare della BigMat Fava e Scarzella, di Asti). Per animare un oggetto, grazie a Let.Life, bastano davvero poche mosse e il risultato ha potenzialità infinte. Una volta scaricata l’app di Let.Life, basta scansionare il lifecode degli oggetti acquistati: in questo modo si potrà creare la loro anima digitale, attraverso la quale le aziende produttrici potranno offrire informazioni, aggiornamenti, suggerimenti d’uso e, naturalmente, anche proposte commerciali. E non è finita qui, perché grazie al sistema di notifiche LifeUp le chiavi dell’automobile potrebbero ricordare che c’è da fare il tagliando, l’orologio potrebbe notificare gli appuntamenti, l’interruttore della luce di casa che è venuto il momento di pagare la bolletta. Una vera e propria rivoluzione già adottata da numerose aziende produttrici nei settori più svariati, dal lusso al tecnico, che potrebbe entrare – e segnare una nuova Era – anche nel settore delle costruzioni. «Una delle idee – spiega Fabrizio Fava – potrebbe essere quella di utilizzare il codice a barre dei materiali per l’edilizia, tramite il quale importare nel sistema tutte le documentazioni utili all’artigiano, come scheda tecnica, scheda di sicurezza, DoP, video tutorial e così via. L’artigiano, inoltre, potrebbe aggiungere fotografie e commenti, comunicare con l’azienda per dare suggerimenti e chiedere consigli, trovare il rivenditore più vicino a sé. Dall’altra, per le aziende questo rappresenta un grande strumento di marketing, comunicazione e customer care: attraverso la nostra app può tenere il professionista aggiornato di tutte le novità che riguardano quel prodotto, mandare aggiornamenti e promozioni». Le applicazioni di Let.Life sono infinte anche in questo contesto: «Basti pensare alla casa – prosegue Fava –. Gli architetti o l’impresa nel momento stesso in cui ti consegnano le chiavi dell’appartamento possono inserire al loro interno anche l’anima digitale dell’abitazione, contenente i disegni, i permessi, le foto degli impianti e tutto quello che quando ne hai bisogno di non trovi mai». Poi c’è tutto il settore delle attrezzature: «Dal trapano alla fresatrice, Let.Life è in grado di certificare l’autenticità di ciò che si acquista, archiviare la garanzia, dare informazioni utili se l’attrezzo si rompe». Il tutto, in forma assolutamente privata, sottolinea Fava, «perché Let.Life non è un social network e noi vogliamo che la privacy di ognuno sia fortemente salvaguardata».

Infine, Luca Berardo, presidente Sercomated, Massimo Buccilli, amministratore delegato Velux Italia, Massimo Bussola, responsabile marketing e IT BigMat Italia, e Gianluca Cavalloni, advocacy & BIM manager Habitat Saint-Gobain. Tutti convinti che ormai che la digitalizzazione non sia più una scelta ma un must per tutte le aziende.

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