Il dibattito sulla riforma della riforma degli appalti si scalda. Questa volta a scendere in cmapo è l’Anie, associazione affiliata aConfindustria che rappresenta oltre 1.200 aziende associate e circa 410mila occupati. Anie chiede al governo di chiarire che non ci può essere esclusione dalla gara dell’appaltatore per carenza dei requisiti del subappaltatore, chiede di eliminare l’obbligo di indicare una terna di subappaltatori e, soprattutto, di prevedere che il limite alla subappaltabilità si applichi alla categoria prevalente, e ciò non solo per i lavori, ma anche per appalti di forniture e servizi. Il tutto con l’obbligo per l’affidatario di far eseguire le lavorazioni o le parti di fornitura e servizi scorporate esclusivamente ad imprese in possesso delle relative adeguate qualificazioni e di dare vita a Rti ogni qualvolta ci siano lavorazioni ad elevato contenuto tecnologico o rilevante complessità tecnica: lo chiede Federazione ANIE, che rappresenta l’industria fornitrice di tecnologie per le infrastrutture del settore energetico, postale, ferroviario e per la parte impiantistica delle costruzioni, in vista dell’emanazione del decreto Correttivo appalti, in discussione in Parlamento.
Secondo Anie, le nuove norme del testo correttivo devono puntare alla valorizzazione delle molte imprese altamente tecnologiche e innovative presenti sul mercato nazionale, attraverso puntuali modifiche in tema di qualificazione, in linea con quanto già previsto in tema di aggiudicazione dal Codice, che opportunamente va nella direzione di premiare le offerte delle imprese più competitive dal punto di vista dell’innovazione, della sostenibilità ambientale e della qualità tecnologica, non basandosi esclusivamente sul mero criterio economico.