Gli ecobonus hanno contribuito a creare 50mila nuovi posti di lavoro negli ultimi dieci anni, con oltre 2,5 milioni di interventi per rendente più efficienti le abitazioni, con un investimento complessivo di 28 miliardi. I dati sono dell’Enea (Ente nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Secondo quanto affermato dal presidente dell’Enea e docente di Economia a Padova, Federico Testa, gli ecobonus si sono trasformati anche in un vantaggio per l’ambiente, con un taglio di 26 milioni di tonnellate di anidride carbonica. In un’intervista all’inserto Affari & Finanza di Repubblica, Testa ha fatto il punto sull’efficientamento che deve essere al centro dell’attività edile: «L’efficienza energetica potrebbe essere la grande occasione per il rilancio dell’edilizia, uno dei settori più colpiti dalla crisi, a patto di introdurre regole intelligenti, incentivi corretti e non ripetere gli errori del passato», ha affermato. un problema c’è, però, ed è la dimensione delle aziende che lavorano nel settore: troppo nane. Un volume troppo ristretto di attività, infatti, è il fattore che impedisce le economie di scala necessarie. Non solo: un altro punto fondamentale è quello della certificazione. «Se una Esco propone un intervento di riqualificazione energetica, sarebbe importante affidarsi a un ente terzo che ne certifichi la validità perché conosce le tecnologie e può certificare che il prezzo offerto sia corretto», aggiunge Testa. «Sarebbe una garanzia anche per la banca che deve finanziare l’intervento, la quale a sua volta non è detto che abbia le competenze per valutare al meglio il dossier». Resta da specificare quale possa essere l’ente preposto a questo impervio compito (contando che in Italia gli edifici interessati sono circa 1 milione e mezzo). Che sia una autocandidatura della stessa Enea?