“(..) i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla
faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare”.
Così Tony D’Amato (alias Al Pacino) incalzava i suoi giocatori nella straordinaria pellicola di Oliver Stone, “Ogni maledetta domenica”. E da Tony D’Amato parte anche Luciano Ziarelli, coacher e ideatore del programma di formazione “Smile”, a cui hanno partecipato oltre 70.000 tra imprenditori, professionisti e manager di oltre 3.000 aziende, enti e associazioni di categoria.
«Un centimetro di lavoro fatto con passione può diventare una distesa infinita di chilometri di successo – afferma Ziarelli . In un mondo globalizzato, infatti, non basta più saper fare bene il proprio lavoro, bisogna saperlo fare bene e con passione. In passato la sfida per il successo era basata sull’affidabilità. Ora, in un mondo in cui devi rispondere agli stessi rischi dei tuoi competitor, il valore aggiunto del prodotto non basta più. Il mercato è talmente ampio che il lavoro si è ormai appiattito su una normalizzazione operativa, e le aziende sentono un disperato bisogno di ricollocare le intelligenze in vista sia dell’ottimizzazione interna che dello sviluppo di nuove idee». Per questo, prosegue Ziarelli, «per tornare a fare la differenza, è necessario puntare su un nuovo umanesimo nelle relazioni commerciali: bisogna passare dal valore aggiunto all’aggiunta di valore, dalla ragione al sentimento della relazione. La ragione compone la competenza e l’esperienza, ma serve anche intelligenza emotiva, coraggio e passione: a contare sarà come fai le cose, e non cosa sai fare».
Ma c’è un problema. «Abbiamo ancora la convinzione che tutto si possa misurare in maniera razionale, e ancora oggi i più grandi esperti mondiali non sono riusciti a capire come poter inserire in bilancio e dare il giusto valore a beni intangibili quali l’etica, la trasparenza, il sentimento, la lealtà. Siamo abituati a esercitare le nostre competenze, ma non a trasmettere agli altri il valore della passione. Tuttavia, in un contesto globalizzato in cui i prodotti si assomigliano molto, la scelta d’acquisto sarà sempre più basata sulla passione, la motivazione, la lealtà del personale presente in azienda. È qualcosa che non si può imporre, solo trasmettere e comunicare tutti i giorni».
“Io non posso obbligarvi a lottare” – diceva infatti D’Amato, ma – (…) in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra,consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei (…) Allora, che cosa volete fare?”…
Nella foto: Luciano Ziarelli