Sempre più interconnessione e intelligenza digitale condivisa. Oggi ci sono più oggetti collegati che persone: la tecnologia cambia il mondo, il modo di lavorare e di vivere, a partire dalla casa. Sì, perché già da anni, la domotica è entrata con forza tre le quattro mura domestiche, offrendo servizi e trasformando l’abitazione in un ecosistema tecnologico. Strumenti e macchine in colloquio perenne, un dialogo quotidiano che agevola la vita all’essere umano, sempre più spettatore-protagonista delle frontiere hi-tech. “Smart” è la parola d’ordine, sempre più oggi che prende piede lo smart heating, ovvero il riscaldamento domestico “robotizzato”. Ma quali sono (e saranno) gli sviluppi e le evoluzioni sul mercato. Quali gli scenari (inediti) all’orizzonte? Le risposte e le previsioni di Giulio Salvadori, ricercatore dell’Osservatorio Internet Of Things del Politecnico di Milano e David Herzog, amministratore delegato di Hoval Italia.
Giulio Salvadori – IoT Politecnico di Milano
Non solo città intelligente, ma anche casa connessa. Come sta evolvendo il mercato? “Il trend più interessante – oltre ai canali di distribuzione, l’offerta e i big data – è l’aumento di interesse consumatori per i servizi più che per i prodotti. I bisogni dei consumatori si spostano al comfort e all’efficienza energetica. Il 70% degli utenti è interessato ad acquistare un oggetto per la smart home, ma al momento la diffusione di tali tecnologie è del 20% ed è occupato soprattutto dagli impianti di sicurezza (come videocamere, sistemi di allarme anti effrazione), a seguire il monitoraggio dei consumi energetici“. E nel merito: “I servizi aggiuntivi, al di là dell’oggetto in sé, sono la nuova frontiera: abbonamenti annuali, canoni particolari, gestione della routine domestica, assistenza 24 ore su 24 e polizze assicurative. Questo è quello che vogliono gli utenti di oggi e di domani”.
David Herzog – Hoval
Una rivoluzione è in atto e interessa tutta la filiera. ” Oggi noi di Hoval garantiamo servizi che fino a 20 anni fa erano impensabili. Da anni Hoval ha sposato la IoT: la tecnologia è alleata della creatività e noi vogliamo cavalcare questa onda. Ci sono più oggetti interconnessi che persone al mondo: con loro si può dare vita a una nuova creazione di valore aggiunto e di ricchezza da sfruttare”. Tecnologia per il bene di tutti, dall’azienda e al fruitore. “Noi già da tempo offriamo sistemi che fanno dialogare gli impianti con gli installatori e il cliente finale: il tutto reca indubbi vantaggi a livello economico per il consumatore”.
Caldaie. “In Italia ci sono circa 20 milioni di caldaie installate e circa 150 mila sono “intelligenti”. Il prossimo passo non può che essere aumentare questo secondo numero relativo alla digitalizzazione e delle caldaie, così da implementare l’efficienza. Noi aziende produttrici dobbiamo reggere il ritmo del cambiamento, tenere il passo delle richieste sempre più futuristiche”. Nel futuro c’è un cambio di paradigma: “Nasceranno nuovi business model. Pensiamo alla Gillette, che ha rivoluzionato il suo mercato spacchettando il rasoio in manico (da tenere) e testina con lame da cambiare. Questo per dire che abbiamo la possibilità di rendere i nostri servizi non solo più integrati sulle macchine, ma più collaborativi sulla catena di valore. E dobbiamo sapere bene che da oggi a 10 anni a questa parte, la nostra industria avrà un grande cambiamento di operare. Comunque, già oggi le nostre caldaie saranno collegate a un software, per facilitare la gestione dell’energia. Il valore aggiunto che offriamo oggi è la possibilità di garantire autoregolazioni ad hoc in previsione del tempo atmosferico: soldi risparmiati per il singolo, il sistema Paese e l’ambiente”.