Coraggio, il peggio è passato. Di più: un futuro radioso ci attende. E presto: il 2017, smentendo le previsioni dei gufi, vedrà il settore delle costruzioni crescere del 2,9%, un numero che gli operatori dell’edilizia non si permettono più neppure di evocare in sogno. Già appunto, e se si trattasse di un sogno? Non è esattamente così ma, seppure sia una possibilità che tutti sperano si avveri, è qualcosa che si avvicina. Il numero, infatti, è la previsione contenuta da un documento ufficiale del governo, per la precisione del Def, il Documento di Economia e Finanza, che è una specie di menu per il prossimo anno dal punto di vista dei conti dello Stato. Insomma, sono indicazioni su quanto crescerà o decrescerà l’economia italiana. Su queste previsioni è eretta, successivamente, la Legge di stabilità, cioè quel complesso insieme di decisioni che regolano entrate e uscite dello Stato. Se un pezzo di economia è destinato ad aumentare, per esempio, il governo può calcolare un determinato introito fiscale. E, di conseguenza, una spesa per pagare pensioni, sanità e investimenti. Insomma, sulle previsioni, che però devono poi essere vagliate dalla Ue, si basa il destino di imprese e cittadini. Cioè su quante tasse dovranno pagare, su quali servizi potranno contare, su quanto lo Stato potrà spendere. E in questo caso le previsioni, che sembrano piuttosto ottimistiche, riguardano la crescita del fatturato complessivo del sistema edilizia. Possibile che si avveri? Certo, il governo ha annunciato di avere allo studio un piano Casa Italia, che dovrebbe ridare slancio a opere, appalti e riqualificazione degli edifici. Che, poi, possa rivelarsi poco più che un sogno, come i diversi Piani casa dei governi Berlusconi, è un altro paio di maniche. Un insuccesso che, naturalmente, nessuno si augura. Anche se il Def da questo punto di vista sembra un po’ come il calcio in agosto, quando tutte le squadre sembrano partire con la vittoria in tasca. Poi, però, ci sono le partite vere.