Le nuove tecnologie stanno cambiando la filiera delle costruzioni: internet, il web 2.0, i social network e il cloud computing stanno diventando strumenti e veicoli di riorganizzazione del lavoro, della distribuzione dell’informazione e dei rapporti stessi all’interno della filiera
La crisi aguzza l’ingegno, ma soprattutto velocizza alcuni processi in atto che, in ogni caso, avrebbero avuto un loro sviluppo. Probabilmente più lento. Ma è indubbio che lo sviluppo delle nuove tecnologie nel mercato delle costruzioni e nella riorganizzazione della filiera, che sta avvenendo anche a causa della crisi, è uno dei fattori che più di altri rappresenta una opportunità per le imprese, ai diversi livelli della filiera, per riorganizzare la propria presenza sul mercato e consolidare processi di affiliazione, collaborazione, partnership strategica o, semplicemente, per avviare nuove modalità operative, più adatte ad un mercato che, oltre a ridursi nella dimensione globale del giro d’affari, cambia nella sostanza. La matrice del cambiamento è data dalle nuove tecnologie, dallo sfruttamento delle nuove opportunità che internet consente ai diversi attori della filiera, con i suoi diversi sviluppi recenti, soprattutto in tema di cloud computing e di sistemi collaborativi. Fino ad alcuni anni fa i rapporti all’interno della filiera erano gestiti secondo una gerarchia consolidata, sviluppata in decenni di attività strutturata secondo precise regole di mercato, di diffusione territoriale delle imprese, di rapporti tra soggetti gestiti soprattutto da intermediari, diretti e/o indiretti, delle imprese. Ma il mercato è cambiato. Non solo a causa della crisi. E’ cambiata la domanda, non solo e non tanto in relazione a “quanto e cosa”, ma soprattutto a “come”. La crisi associata allo sviluppo del web 2.0 e delle piattaforme collaborative ha messo in evidenza in primo luogo un cambiamento epocale del consumatore, sempre più responsabile e sempre più informato. Lo sviluppo dei prodotti legati alla sostenibilità e al risparmio energetico ha implicato una crescita della consapevolezza nel consumatore della necessità di informarsi ed essere responsabile nei confronti non solo dell’acquisto, ma delle modalitàò di consumo future. Gli investimenti non sono più traguardati solo sulla realizzazione, ma vengono filtrati attraverso il parametro della gestione. E gestire significa occuparsi soprattutto del post vendita e del post costruito o realizzato. In pratica il processo costruttivo assume una nuova funzione, nella quale il prodotto deve produrre risparmio nel tempo, ovvero nel corso della gestione. In sostanza le esigenze di risparmio ed efficientamento energetico, associate ai vincoli di bilancio incrementati dalla crisi, hanno reso la domanda molto più attenta al prodotto non tanto quanto prodotto in sé, ma per ciò che il prodotto è in grado di sviluppare in termini di consumi, comfort e benessere. E questo è avvenuto in un contesto nel quale l’informazione rappresenta il motore del cambiamento. La velocità dell’informazione, associata alla capillarità e alla diffusione delle nuove tecnologie, ha modificato e sta modificando i comportamenti di acquisto, a tutti i livelli della filiera, ma soprattutto nella relazione con gli utenti finali. Il cambiamento epocale che modifica strutturalmente i rapporti è quello della disintermediazione e della nascita di nuove socialità, attraverso le communities online. Le persone sono diventate i nodi di contenuti nei quali le conversazioni rappresentano le relazioni in termini di collegamenti e dove la rete, le relazioni, le informazioni sono mediate, promosse, avviate, “digerite”, ma soprattutto discusse, in quell’insieme ampio e molto poco sfruttato dal settore che riguarda i social network. Non è solo l’esplosione di facebook e di twitter. E’ la crescita di contenitori nei quali le relazioni sono tematizzate soprattutto nelle modalità di accesso e uso di questi nuovi strumenti di comunicazione, più che nei contenuti stessi. In sostanza, fino ad alcuni anni fa la tematizzazione era sulle cose, sugli oggetti, sui soggetti. Oggi la tematizzazione è soprattutto nel “modo”. Dialogare e comunicare su facebook e su twitter, o su tumblr o flickr, non è la stessa cosa. Sono canali diversi, che spesso hanno anche utenti diversi. E dunque servono nuovi strumenti di approccio, per poter utilizzare e sfruttare questi veicoli per la propria attività produttiva, in particolare per costruire e consolidare partnership strategiche, sia con i prorpi clienti business che con gli utenti finali. Le piattaforme collaborative, il web 2.0, i social network e il cloud computing sono soprattutto strumenti nei quali si organizza il processo e lo rende un “processo critico”, ovvero un processo messo in crisi (non sempre nel male, spesso nel bene) dagli utilizzatori stessi, che diventano da un lato antenne che captano i cambiamenti e le esigenze (sapendo leggere questi fenomeni con oppportuni strumenti) da un altro lato producono consumatori votanti, ovvero non solo soggetti che scelgono, ma anche che spiegano le loro scelte, lasciando tracce, commenti, discussioni, spesso fortemente argomentate e approfondite, nei diversi forum tematici. La crisi associata allo sviluppo delle nuove tecnologie sta spingendo le imprese della filiera delle costruzioni ad una riorganizzazione strategica dell’approccio al mercato, dove la conoscenza è il veicolo delle decisioni, dove l’informazione e le relazioni sono il vero patrimonio dell’impresa, dove si costruisce per gestire e si gestisce per produrre, spostando il fulcro operativo dal progetto al processo, alla gestione del processo. La filiera si modifica ma va anche ripensata. Non solo in rapporto alla visione gerarchica o strutturata dei rapporti, soprattutto va ripensata nella dimensione temporale dei rapporti stessi. Se nell’approccio tradizionale vale soprattutto il processo costruttivo, e dunque sviluppato in un ambito di tempo limitato che finisce al termine del processo, nella nuova logica della sostenibilità la filiera non ha più una fine temporale, la filiera deve dare risposte costanti e “per sempre”, perlomeno per la vita utile dei prodotti, ovvero durante la gestione dei prodotti. Le nuove tecnologie di risparmio energetico spingono verso un forte approccio al servizio, pre e post vendita. Le nuove tecnologie informatiche permettono la gestione del servizio secondo processi molto più ottimizzati e ottimizzabili di un tempo. Ma si devono conoscere gli strumenti e utilizzare secondo i linguaggi e le modalità d’uso che possono determinare il successo o, se mal utilizzati, l’insuccesso dell’impresa. Non è solo il web, è tutto l’insieme di strumenti e relazioni che devono puntare alla costruzione di relazioni consolidate, veloci, strutturate e consistenti, in termini di informazione, tra i diversi attori. E in questo cambiamento che decide i filtri, chi decide quali informazioni utilizzare non è chi produce le informazioni, ma chi le utilizza, sia esso il produttore, il progettista, il rivenditore, l’installatore o l’utente finale, soprattutto l’utente finale. “Gestione” è la parola chiave che caratterizza tutta l’economia delle imprese e anche il settore delle costruzioni, in una fase di passaggio dai sistemi hard ai sistemi soft, dalla costruzione alla gestione, dal prodotto al processo, attraverso un trait d’union dato dalla necessità di una valutazione della sostenibilità complessiva delle attività, ovvero nell’individuazione di forme di gestione delle attività, a tutti i livelli, che consentano l’ottimizzazione di costi e tempi, migliorando il sistema di offerta. L’informazione è il veicolo che consente di mettere in rete tutto, dagli impianti alle imprese. Così come si stanno sviluppando le smart grids per gestire l’efficienza energetica, così devono svilpparsi le smart commnunities per gestire le informazioni, dove il suffisso “co” diventa il vero fattore strategico: co-progettazione, co-working, co-marketing, co-financing, co-housing. Gli obiettivi la filiera cambiano e con essi dobbiamo cambiare anche noi per poter stare con successo e in modo consapevole nel mercato.