Il mercato italiano degli oggetti interconnessi vale 2 miliardi di euro. Il volume di affari del cosiddetto Internet of things (internet delle cose) continua a crescere (+30% rispetto al 2014) grazie alle applicazioni ormai consolidate, che sfruttano la connettività cellulare e le nuove frontiere Wireless M-Bus o Bluetooth Low Energy. E le previsioni per il 2016 sono rosee: si prospetta infatti un incremento sensibile anche per il versante Smart Home, Smart City e Smart Car.
Attualmente la fetta di mercato più grossa è rappresentata dai contatori intelligenti per la misura dei consumi (25%) e dalle auto connesse (24%), che insieme sfiorano il miliardo di euro dei due totali. Le soluzioni Smart Metering, Smart Asset Management nelle utility (gestione da remoto di dispositivi quali ascensori e distributori automatici per rilevare guasti, manomissioni, geolocalizzazione) e Smart Car (5,3 milioni di auto connesse) sono il presente e il futuro del settore, così come lo Smart Building (videosorveglianza e la gestione degli impianti fotovoltaici), Smart Logistics (gestione di flotte aziendali e anti-furti satellitari) e Smart Home (applicazioni anti-intrusione e termostati controllati a distanza). Sono i risultati della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
Secondo Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico, «questi numeri denotano una crescita esplosiva dell’Internet of Things in Italia, ma il cambio di passo del 2015 non è racchiuso solo nella crescita del mercato. Ancora più importante è il consolidamento delle basi per lo sviluppo su tutti i fronti: città, consumatori e imprese».
Il direttore dell’Osservatorio, Angela Tumino, aggiunge come «uno degli aspetti chiave per lo sviluppo futuro dell’Internet of Things è la valorizzazione dei dati raccolti, che possono sia essere sfruttati nei processi interni all’azienda, riducendo i costi e migliorando l’efficacia verso i clienti, sia generare valore all’esterno con la vendita a terzi. La disponibilità di dati puntuali rende possibili nuove strategie di prezzo pay-per-use, che iniziano a interessare non solo i servizi, come l’assicurazione auto che varia in base alla percorrenza annua, ma anche i prodotti, come gli pneumatici pagati in base ai chilometri percorsi».
Smart Home e Smart City
Il 79% dei consumatori italiani si dice pronto ad acquistare prodotti per la Smart Home (il 33% in più rispetto all’anno precedente), ma solo uno su cinque dispone già di almeno un oggetto intelligente nella propria abitazione e le intenzioni di acquisto in questo senso continuano a procedere a rilento: solo il 25% di chi dichiara di voler comprare un prodotto lo farà entro 12 mesi.
Il 60% dei comuni italiani (con popolazione superiore a 20 mila abitanti) ha avviato almeno un progetto Smart City negli ultimi tre anni, mentre il 75% sta programmando iniziative per il 2016. Ma le nostre città sono ancora lontane dal poter essere definite veramente intelligenti: i progetti consistono spesso in piccole sperimentazioni e meno di un comune su tre li ha avviati all’interno di un programma strutturato per migliorare vivibilità, sostenibilità e dinamismo economico. Gestione della mobilità e illuminazione intelligente sono gli ambiti prioritari per i comuni, a cui si aggiungono applicazioni per il turismo e la raccolta rifiuti.
Le applicazioni di gestione della mobilità raccolgono essenzialmente informazioni sui flussi di veicoli, per comunicazioni sul traffico ai cittadini e ottimizzare i cicli semaforici, ma sono diffuse anche le soluzioni per il trasporto pubblico per informazioni sui tempi di attesa, mentre sono rare le integrazioni tra più soluzioni di mobilità. Aumentano infine i progetti di illuminazione intelligente, con una riduzione dei consumi energetici di oltre il 40% e dei costi di manutenzione di circa il 25%.