Abbiamo scherzato: neanche il 2016 segnerà la ripresa per l’edilizia. Anzi, nel primo trimestre del 2016 l’occupazione nel settore è diminuita ancora del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A indicarlo è l’Osservatorio congiunturale dell’Ance. Dall’inizio della crisi il bilancio, spiega l’associazione costruttori, i posti di lavoro persi nell’edilizia sono stati 580 mila, quasi uno su tre (-29,3%), che diventano 800 mila considerando anche i settori collegati. E il prossimo anno non promette nulla di buono: senza adeguate politiche per il settore anche il 2017 rischia di segnare il decimo anni di crisi. In barba a chi aveva pronosticato l’apertura di un nuovo ciclo. Le previsioni per il prossimo anno dell’Ance, infatti, mostrano una nuova flessione dei livelli produttivi dell’1,2% in termini reali su base annua, con una riduzione del 3,6% delle opere pubbliche, del 3% della nuova edilizia residenziale e dello 0,2% nel comparto delle ristrutturazioni. Per scongiurare un altro anno nero, l’Associazione chiede un periodo transitorio del nuovo codice degli appalti, la messa a regime degli incentivi potenziati per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, norme finalizzate a favorire interventi di “sostituzione edilizia”, che implicano la demolizione e ricostruzione dell’esistente, anche un incrementi volumetrici, agevolazioni per la permuta tra vecchi edifici e immobili con caratteristiche energetiche completamente rinnovate. Un’altra richiesta avanzata dall’Ance è la proroga, per un ulteriore triennio, della detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, introdotta dalla legge di Stabilità 2026 e in scadenza al 31 dicembre 2016.