Dal mattone fino a uno showroom dedicato alle finiture d’interni ed esterni. Garavaglia nasce, nel 1984 a Casorezzo, vicino a Milano, nel solco dell’edilizia tradizionale e da lì si è sempre trasformata per stare al passo del mercato. Attilio Garavaglia racconta l’anima e le sfide (vinte) della sua azienda (ora socia di Gruppo Made) fatta di dinamismo e flessibilità: perché se rincorri la novità, raggiungi il successo.
Domanda. Iniziamo dalla storia della sua azienda.
Risposta. La nostra rivendita edile nasce nel 1984 come magazzino specializzato nella fornitura – sia all’ingrosso che al dettaglio – di materiali da costruzione edilizia. Siamo partiti dal cemento e dai mattoni e poi, man mano, abbiamo ampliato la nostra offerta merceologica così da adeguarci alle evoluzioni del mercato e alle nuove esigenze della clientela.
D. Entriamo nel merito di questa evoluzione.
R. Fino al 2000 e rotti siamo stati rivenditori edili “tradizionali”, dunque ci siamo evoluti, potenziando i nostri servizi: al piazzale dei materiali edili si sono aggiunti le finiture d’interni (piastrelle e parquet), l’arredo bagno, sanitari e anche la ferramenta, ultima arrivata.
D. Come avete affrontato e vissuto il rinnovamento?
R. È stato un cammino graduale di inserimento dei nuovi articoli e il nostro lavoro è stato ripagato. Nel 2005 è stato aperto il primo showroom a Casorezzo, specializzato appunto in pavimenti e rivestimenti. Siamo abituati da sempre a non fermarci mai e allora si è iniziato a pensare al magazzino nuovo: nel 2011 infatti abbiamo cambiato sede, con tanto di nuovo capannone e di nuovo showroom (quest’ultimo nel 2012), continuando sempre a implementare gli articoli: finiture d’esterni, un reparto specializzato in porte e finestre per tetti e una nuova divisione colore.
D. La nuova casa quali e quanti vantaggi ha portato?
R. È stata una svolta a 360 gradi. Ci ha dato, e continua a darci una spinta enorme – visti gli anni no dell’edilizia -, portandoci anche a guadagnare spazio nel mercato dei privati. Ci rivolgiamo a loro mettendoli nella miglior condizione possibile per muoversi in comodità ed efficacia.
D. Ci spieghi.
R. Su un area totale di 10 mila metri quadri, ne abbiamo 1250 metri di capannone adibito allo stoccaggio di tutti quei materiali che non possono stare all’aperto. Per cui se piove, un privato che arriva da noi non ha la noia di sporcarsi le scarpe! E poi abbiamo puntato molto sulla scelta qualitativa dei materiali: miriamo alla fascia-medio alta.
D. Perché quella medio-bassa è già satura causa Grande distribuzione organizzata?
R. Lottare con la Gdo è molto impegnativo e con grande umiltà bisogna riconoscere che, se non si ha la forza di competere, è meglio andare su un target di cliente diverso e lavorare per coinvolgerlo il più possibile con le presentazioni dei prodotti. E questa nostra strategia sta pagando.
D. E qual è il target che Garavaglia ha messo nel mirino?
R. Esemplificando, abbiamo un’impostazione più centrata sugli architetti. La Garavaglia vuole i professionisti, ecco.
D. A livello di settori merceologici quali sono i trend?
R. Il capitolato e l’edilizia tradizionale arrancano, non una novità insomma. Detto ciò continuiamo a non trascurarli perché, per esempio, il segmento risanamento-ristrutturazione (che noi trattiamo a livello di interni) si difende.
D. Ma immagino che se dovesse campare solo sulla vendita dei metri quadrati di piastrelle non le basterebbe.
R. Esatto, un rivestimento di un bagno sono 20-30 metri quadrati. A questi però noi ci aggiungiamo tutto il resto: sanitari, rubinetteria, box doccia, arredo bagno e accessori. Ecco che arriva allora un fatturato importante. Abbiamo prodotti di qualità che comunque sono sempre ricercati. Insomma, lo showroom tira.
D. Chiudiamo tornando sul fronte edilizio: un suo esempio che renda bene l’idea della stagnazione?
R. Prima della crisi facevamo 50 mila metri quadrati di solai, ora se ne facciamo 7 mila è un successo.