Parafrasando la celebre frase di Humphrey Bogart nel film L’ultima minaccia: «È l’industria ceramica italiana, bellezza». Il settore vola e fa registrare investimenti record: 351,3 milioni di euro, (+22,7%), volume pari al 6,9% del fatturato annuo. Dal 2000 mai così bene.
Le piastrelle made in Italy galoppano e sfondano il tetto dei 5,1 miliardi di euro (+4,1%), mentre l’esportazione fa registrare un vero e proprio boom: 4,3 miliardi (+5,1%), quando invece il mercato interno rimane stabile a 799 milioni di euro (-0,6%). L’internazionalizzazione produttiva vale 792 milioni di euro, realizzati da 16 società di diritto estero in Nord America ed Europa. Oltre 721,5 milioni di euro il fatturato di ceramica sanitaria, materiali refrattari e stoviglie, garanzie di occupazione.
I dati sono stati presentati da Confindustria Ceramica nel merito di una corposa indagine statistica che ha interessato i numerosi settori che costituiscono l’industria tricolore di tale ambito: piastrelle, ceramica sanitaria, materiali refrattari e stoviglie.
L’analisi di Vittorio Borelli. Il presidente di Confindustria Ceramica ha commentato così i dati: “Lo scenario internazionale sembra tendere ad un lieve peggioramento nelle sue principali variabili, a causa dell’indebolimento del dollaro, del maggior costo del petrolio, di un Pil mondiale in rallentamento e dell’annunciato rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Borelli ha dunque spostato il focus sul fronte energetico: “Sul tema degli oneri generali di sistema dell’energia elettrica siamo fermi a 12 mesi fa: l’Italia non è riuscita a sbloccare gli sgravi già previsti per le imprese. Auspichiamo che il ministro Carlo Calenda interverrà anche sulla cogenerazione, tecnologia per noi fondamentale dalle chiare valenze ambientali e di competitività, che è stata purtroppo in questo ultimo periodo oggetto di interventi normativi confusi, che mettono in seria difficoltà gli impianti già in esercizio e, di fatto, bloccano tutti gli investimenti futuri”.