La tecnologia, le leggi e l’economia cambiano. E perché il condominio dovrebbe rimanere immobile? Due sono le grandi rivoluzioni che, a dispetto dei conservatori, trascineranno al cambiamento di 1 milione di condomini italiani: la necessità di ridurre i consumi energetici e le disposizioni legislative che offrono nuove opportunità alle amministrazioni degli stabili per intervenire. Argomenti che sono stati al centro di due momenti di riflessione (e apprendimento) a Milano e Seregno. Organizzati da YouTrade, le due tavole rotonde hanno visto gli interventi di Federico Della Puppa, dell’Università IUAV di Venezia, e l’esperto di condominio Umberto Anitori, Fabrizio Bernacchi (responsabile didattico di Eurosatellite), il presidente di Unai, Rosario Calabrese, Pietro Giordano (segretario generale Adiconsum), Nunzio Izzo, avvocato del Foro di Roma, Rosaria Molteni (vice presidente nazionale Anaci). Obiettivo: mettere a fuoco la necessità e, allo stesso, tempo le opportunità di rendere efficienti 14 milioni di unità immobiliari abitati da famiglie, che si sommano a quelli di utilizzo commerciale o industriale. «Il problema è che Il 60% circa dei condomini italiani è stato edificato prima del 1976, anno in cui per la prima volta fu introdotta una normativa che prescriveva per legge criteri di efficienza energetica negli edifici», ha spiegato Della Puppa, «L’82% risale a prima dell’avvento della legge del 1991 sull’efficienza energetica». Insomma, quella delle abitazioni degli italiani va rubricata sotto la voce sprecopoli. Eppure, è stato spiegato nei due appuntamenti, le contromisure ci sono: per esempio, si può realizzare un impianto solare termico per produrre acqua calda sanitaria. Abbinato a una caldaia a condensazione, può portare a risparmi del 40-60%. «È il caso di cambiare: le opportunità sono a disposizione di tutti», ha ribadito Anitori, «anche perché su circa 400mila condomini nei quali sono presenti impianti centralizzati di riscaldamento, il 62,5% hanno impianti vecchi di oltre 15 anni e obsoleti». Il problema, oltretutto, non riguarda solo la bolletta energetica, che si traduce in una maggiore incidenza delle spese condominiali, ma anche di rispettare le disposizioni europee. Entro il 2020, per esempio, la Ue impone che tutte le nuove costruzioni private dovranno essere a «energia quasi zero». E anche i vecchi impianti dovranno di conserva essere aggiornati. Questo significa sfruttare la legge, che consentono a un condominio di votare a maggioranza per rendere efficienti i propri impianti energetici e, non da ultimo, di usufruire degli sgravi fiscali per gli stabili che intendono ridurre il consumo. Per esempio, decidendo di installare pannelli solari o con altri interventi di manutenzione straordinaria. E i due appuntamenti di YouTrade sono stati l’occasione per esaminare le diverse opportunità: dalle caldaie a condensazione, che permettono di risparmiare dal 15 al 20% dei costi per produrre acqua calda, fino a ottenere risparmi oltre il 40%, ai sistemi di termoregolazione climatica con sonde esterne. Per gli amministratori di condominio, insomma, si apre una nuova era.