Austria e Spagna sono i vincitori del Wienerberger Brick Award, premio biennale di architettura firmato Wienerberger e dedicato ai più innovativi esempi di realizzazioni in laterizio. La manifestazione giunta alla sua settima edizione, ha incoronato l’edificio 2226 dell’architetto austriaco Dietmar Eberle e la Casa 1014 dello studio catalano Harquitectes. I due vincitori sono stati selezionati da una giuria composta da quattro architetti di fama internazionale fra più di seicento progetti provenienti da 55 Paesi, nuovo record di partecipazioni, e fra i 50 finalisti anche quattro architetti e studi italiani: Renato Rizzi, Lorenzo Guzzini, lo studio Made in Earth e lo studio Bricolo Falsarella Associati.
Queste le parole di Heimo Scheuch, amministratore delegato di Wienerberger in occasione della cerimonia di premiazione: “Sono impressionato dalla qualità e internazionalità dei progetti di quest’anno. Gli architetti hanno illustrato come i concetti di architettura personalizzati possono portare a progetti unici e lungimiranti anche in condizioni climatiche o spazi estremi. Gli innovativi progetti vincitori enfatizzano le varie possibilità di applicazione del laterizio come materiale da costruzione”.
I vincitori del Wienerberger Brick Award:
L’edificio 2226 di Lustenau, in Austria è stato realizzato dall’architetto Dietmar Eberle, che ha saputo concretizzare il suo credo del “ritorno alle origini” attraverso il concetto di energia che contraddistingue il suo progetto. L’intero edificio è stato infatti costruito senza l’installazione di impianti di ventilazione, di riscaldamento e di aria condizionata e l’unica fonte di energia è rappresentata dal calore di scarto emesso dalle persone, dai computer e dagli apparecchi di illuminazione. Il nome dell’edificio non è causale, anzi, indica la temperatura interna prevalente, che durante tutto l’anno oscilla tra i 22 e i 26°C. Tutto questo è reso possibile grazie a una parete in laterizio di 76 cm, a dimostrazione che il consumo di energia può essere ridotto senza ricorrere all’uso massiccio della tecnologia ma servendosi di materiali e strumenti tradizionali che l’architettura ha a disposizione.
Il secondo vincitore del Grand Prize è la Casa 1014 realizzata dallo studio catalano Harquitectes nel centro storico della città di Granollers, in provincia di Barcellona, un ottimo esempio di come utilizzare lo spazio “left-over” nelle aree urbane. La struttura è caratterizzata da un corpo molto lungo e stretto la cui larghezza misura solamente 6,5 metri, condizioni piuttosto estreme per l’elaborazione del progetto, per il quale lo studio ha dovuto tener conto del desiderio dei committenti di dividere la casa in due zone indipendenti. Partendo da questi presupposti gli architetti hanno creato una sequenza di alternanze di spazi interni ed esterni che includono un’abitazione privata e una guest house, a cui si aggiungono terrazzi e atri. A completare la particolarità dell’aspetto e dell’estetica dell’edificio ha contribuito la scelta di utilizzare il laterizio a vista come elemento costruttivo e decorativo per trasmette un’atmosfera di tradizione e insieme modernità.