Il cantiere del futuro sarà molto diverso da quello a cui siamo tutti abituati: invece di uomini con giubbotti catarifrangenti ed elmetti, vedremo droni che ronzano sopra le nostre teste, ruspe robotizzate e stampanti 3D che strato dopo stato innalzano fondamenta e muri portanti. Attenzione, si tratta di uno scenario proposto dalle aziende di tecnologia, che però devono convincere un settore, tradizionalmente poco propenso al cambiamento e per di più in crisi.
Eppure qualcosa sta già cambiando, almeno negli Stati Uniti. Per esempio, la start up Skycatch ha previsto l’uso dei droni in alcuni progetti di sviluppo immobiliare di fascia lusso, di cui non vuole svelare il nome per motivi commerciali, per fare le rilevazioni del terreno. Un cliente che si può citare invece è Komatsu, il colosso delle costruzioni giapponese, che li impiega per dotare di vista i suoi bulldozer automatizzati: in pratica, i droni inviano modelli 3D di un cantiere a un computer che elabora le informazioni e invia alle macchine senza equipaggio il percorso da fare.
La stampa 3D una delle possibili soluzioni alla crisi degli alloggi?
Aziende e università stanno conducendo esperimenti ed edificando case un po’ ovunque nel mondo, dei migliori progetti ne abbiamo parlato qui. Ma alla folta schiera dei promotori della stampa tridimensionale si sono aggiunte anche archistar come Norman Foster, l’impresa di costruzioni Skanska e Abb, la multinazionale svedese specializzata in tecnologie per l’energia e l’automazione. Insieme hanno deciso di testare un prototipo di stampante con calcestruzzo messa a punto dalla Loughborough University, dotata di un braccio robotico in grado di stampare una grande varietà di forme, tra cui oggetti curvi, cavi e geometricamente complessi a una velocità 10 volte maggiore. Secondo i dirigenti di Sanska la stampa di cemento in 3D ha un grande potenziale, quello di ridurre da settimane a ore i tempi necessari per creare alcuni elementi complessi degli edifici. Una soluzione che consentirebbe di raggiungere un livello di qualità e di efficienza mai visto prima nel settore delle costruzioni. In questo caso si tratta di un approccio diverso dalla costruzione di una casa intera, che non piacerebbe alla fascia alta del mercato, ma nemmeno ai paesi in via di sviluppo dove hanno trovato soluzioni alternative per costruire case a buon prezzo con materiali con locali.
I mattoni 3D pieni di acqua e tetti con aperture a forma di conifere
Lo studio di desing Emerging Objects ha messo a punto messo a punto dei mattoni porosi battezzati Cool bricks. La loro struttura reticolare ceramica tridimensionale è in grado di contenere l’acqua come una spugna e quando l’aria fluisce attraverso la superficie porosa assorbe il vapore dell’acqua che diventa più fredda durante questo processo. Secondo i progettisti, se tutte le pareti di una casa fossero costruite con questo materiale, il flusso d’aria potrebbe far abbassare la temperatura interna. David Correa, dell’Institute for Computational Design, è convinto che gli edifici saranno veramente intelligente solo quando saranno costruiti con materiali intelligenti, molti dei quali si possono trovare nel mondo naturale. Secondo lui meccanica e software sono diventati obsoleti, e se i sensori si guastano la manutenzione di edifici intelligenti è una battaglia. Da qui l’idea di inserire delle aperture nei tetti a forma di pigna da aprire quando è soleggiato e chiudere quando piove per ventilare gli edifici.