Edificare nuove case in alcuni zone può essere un rischio: il costo non è sostenuto da un mercato troppo povero e in più si immobilizzano troppo a lungo risorse, non solo economiche, perché è un lavoro che richiede tempo. Per questo in Africa, alcune comunità stanno ripiegando su un’antica metodologia costruttiva che permette di costruire edifici sostenibili senza doversi svenare con la banca. Infatti, dal 2000, l’Associazione la Voûte Nubienne ingaggia prevalentemente muratori esperti della tecnica nubiana di costruzione con la terra cruda, che hanno anche il compito di formare gli operai della prossima generazione.
Ciò contribuisce a ridurre la dipendenza delle comunità da materiali costosi come le travi di legno massiccio, le lamiere ondulate o il cemento, mentre i mattoni utilizzati dall’associazione e dai suoi costruttori sono realizzati dalla terra locale e acqua e poi essiccati al sole. Un modo per edificare abitazioni economiche in una zona dove la carenza di alloggi è cronica pur rispettando sufficienti standard qualitativi, infatti mantengono il calore durante la notte e rimangono fresche nelle ore più calde.
Secondo Alex Dembele, coordinatore nazionale dell’Associazione la Voûte Nubienne, oltre al risparmio dei costi di costruzione ci sono altri due vantaggi: la possibilità di avere un clima molto stabile durante tutto l’anno e dare lavoro alla comunità. Aspetto quest’ultimo confermato anche dai numeri: da settembre 2015 in Burkina Faso, Mali, Senegal, Benin, Ghana e Mauritania sono stati costruiti più di 1800 edifici in 700 località e formati 380 nuovi muratori con un impatto economico di oltre 2 milioni di euro. Non solo, secondo i dati rilasciati dall’associazione sono circa 20mila le persone destinatarie di una nuova abitazione e la tecnica nubiana ha evitato di generare circa 55mila tonnellate di CO2 che altrimenti con metodi diversi sarebbero ora disperse nell’atmosfera.