Salgono gli scambi di iBarter

È tornato il baratto. In tempi di crisi si riscoprono le risorse delle economie precapitalistiche, ma in una forma adeguata all’era tecnologica. Così iBarter, il primo portale italiano per lo scambio multilaterale online, in soli cinque anni di attività dal quartier generale di Torino ha dato vita a una piattaforma multimediale di scala nazionale quale strumento per e imprese. Nel 2015 ha scambiato beni e servizi per 3 milioni di euro: quasi mille aziende iscritte hanno effettuato 2.500 transazioni e l’obiettivo per il 2016 è incrementare il numero di iscritti e raddoppiare le offerte. «Le imprese e i professionisti propongono i loro beni o strumenti e vanno alla ricerca dei servizi e prodotti di cui necessitano. Gli scambi, che non avvengono in modo contestuale, sono regolamentati dalla moneta complementare iBcredit, equiparata in valore all’euro», spiega Massimo Cirio co-fondatore del circuito

Ogni giorno sono pubblicate in media 1.300 offerte divise in due macrocategorie: la prima riguarda i prodotti di largo consumo e i servizi con importi variabili tra i 100 e i 3mila crediti, per esempio cancelleria, alimentari e consulenze legali; la seconda invece, tratta operazioni più industriali con importi che vanno dai 2mila ai 50mila euro e spazia dalle ristrutturazioni di uffici, all’acquisto di magazzini, alle campagne di comunicazione strutturate per l’espansione commerciale, alle compravendite immobiliari fino alle sponsorizzazioni internazionali. Chi utilizza il circuito? Aziende di piccole e medie dimensioni: sei su dieci hanno un fatturato che non supera i 3 milioni di euro e solamente il 10% supera i 20 milioni. Alcune hanno magazzini di materiale invenduto o strutture produttive con carichi inferiori al 100% ma costi fissi invariati. Le categorie merceologiche sono molto varie c’è la carpenteria metallica e impiantistica, i produttori di mobili e di attrezzature per uffici e negozi, le società di allestimento per eventi fino alla ristrutturazione immobiliare.ufficio_ibarter

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