Ecco la strategia della Ue per riqualificare gli edifici

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Dopo tanti annunci, la Commissione europea ha presentato la prima strategia per ottimizzare il riscaldamento e il raffrescamento negli edifici e nel settore industriale, che insieme rappresentano il 50% del consumo di energia annuale, di cui il petrolio ha una quota del 13% e il gas del 59%. Ed equivalgono al 68% delle importazioni. Con un approccio tecnologicamente neutrale, il piano si focalizza sulla centralità del consumatore e proprio per questo evidenzia la necessità di avere finanziamenti adeguati e accessibili per riuscire a rinnovare correttamente gli immobili. Si sa che le case del Vecchio Continente sono vecchie, ma gli esperti della Commissioni hanno voluto evidenziare le implicazioni e le problematiche derivate da questo stato di cose con una serie di numeri molto esplicativi:

  • Quasi la metà degli edifici dell’UE hanno caldaie installati prima del 1992, con un tasso di efficienza al di sotto del 60%
  • Il 22% delle caldaie a gas, il 34% delle stufe e o riscaldatori elettrici, il 47% delle caldaie a gasolio e il 58% delle caldaie a carbone hanno superato il loro ciclo di vita
  • La ristrutturazione degli edifici esistenti potrebbe portare a un minore consumo di energia, tuttavia il tasso di riqualificazione è attualmente inferiore all’1%
  • Le fonti rinnovabili sono poco integrate nei sistemi degli edifici: il gas naturale è la principale fonte di energia primaria per il riscaldamento e il raffreddamento (46%), seguito dal carbone (circa 15%), dalla biomassa (circa 11%), dall’olio combustibile (10%), dall’energia nucleare (7%), mentre altre fonti come l’energia eolica, fotovoltaica e idroelettrica si attestano al 5%, e l’energia solare termica e geotermica raggiungono appena l’1,5%.
  • Non solo: la quantità di calore prodotta dai processi industriali e dispersa nell’atmosfera o in acqua secondo le stime potrebbe coprire l’intero fabbisogno di riscaldamento della UE in edifici residenziali e terziari. Per arginare gli sprechi, massimizzare l’efficienza e aumentare la quota di energie rinnovabili, ecco alcuni punti fondamentali definiti nella Heating and Cooling Strategy

Rendere più facile la ristrutturazione gli edifici 

È previsto lo sviluppo di una serie di strumenti sia tecnici che fiscali ed economici. Dalle guide sui materiali reperibili sul mercato per realizzare impianti e isolare in maniera efficiente, alle formule di condivisione dei costi per consentire sia a inquilini e proprietari di beneficiare degli investimenti spesi, alla definizione e promozione di modelli di efficienza energetica per ridurre i costi e aumentare la capacità di spesa

Aumentare le quote di energie rinnovabili

Ammontano ad appena il 18% le fonti rinnovabili che alimentano i sistemi di riscaldamento e raffrescamento. Ma il punto è che senza efficienza energetica negli immobili è più difficile il loro impiego. Così l’incremento delle quote sarà preso in considerazione e promosso dalla prossima versione della direttiva sull’efficienza energetica degli edifici che punta a fornire informazioni chiare per i consumatori e gli investitori sull’uso delle energie rinnovabili.

Riutilizzare i rifiuti energetici dell’industria

Nella città svedese di Göteborg, oltre il 90% degli appartamenti sono riscaldate con il calore di scarto degli impianti industriali vicini (raffinerie e impianti chimici), l’incenerimento dei rifiuti e cogenerazione (la produzione simultanea di energia elettrica e calore) attraverso una rete di teleriscaldamento lunga mille chilometri. Una best practice che potrebbe essere presa a modello, ma non è l’unica: a Vienna ci sono molti sistemi di raffrescamento che in estate usano per il loro funzionamento il calore prodotto dagli inceneritori erogato attraverso una rete distrettuale. Gli organismi nazionali e le autorità locali hanno un ruolo fondamentale nello stabilire il potenziale calore di scarto, creando una regolamentazione adeguata e le infrastrutture necessarie.

Coinvolgere cittadini e industrie

Proprietari, inquilini, amministratori di condomini e pubbliche amministrazioni dovrebbero essere in grado di prendere decisioni consapevoli sulla ristrutturazione edilizia, conoscere le diverse opzioni di fornitura efficienti, sapere come ottenere dei risparmi attraverso contatori avanzati, fatturazione, automazione e controllo in tempo reale dei sistemi, come strutturare i progetti e ottenere un accesso sicuro ai finanziamenti.

Insomma, rendere le costruzioni più intelligenti, più efficienti e sostenibile, non solo permetterà di diminuire le importazioni di energia, ma soprattutto offrirà ai cittadini migliori condizioni di vita e consistenti risparmi delle spese mensili e annuali per il riscaldamento, favorirà l’aumento dell’occupazione e la riduzione dell’inquinamento soprattutto nelle aree urbane.

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