I consumi di cemento sono diminuiti, colpa della crisi e di altri fattori ambientali ed energetici, ma quando gli architetti sono alle prese con progetti insoliti, con esigenze estetiche difficili da conciliare, ecco che il materiale più tradizionale torna in auge. Specie se a vista come quello della corrente brutalista. Uno degli interventi più recenti e dimostrativo è il progetto di ampliamento del Landesmuseum a Zurigo. Il museo nazionale svizzero è una delle principali attrazioni turistiche del vecchio quartiere della città: si tratta di un imponente struttura del 1898, in stile Rinascimento francese con decine di torri, opera dell’architetto Gustav Gull.
L’ala recentemente costruita (l’inaugurazione ufficiale è però prevista a luglio 2016) è inconfondibilmente moderna, una massa geometrica di cemento grezzo con accentuate nervature, posta accanto alla all’ingresso principale affacciato sul parco Platzspitz. Eppure vecchio e nuovo stanno vicini in armonia, e tra i due elementi no ci sono interruzioni per dare un senso di continuità al visitatore. Infatti, per quanto queste strutture siano diverse, gli architetti dello studio Christ & Gantenbein Architects di Basilea, incaricati dell’ampliamento hanno cercato di inserire delle somiglianze di progettazione. Per esempio riprendono la forma e volumetria del vecchio edificio, imitando le linee del tetto originale di Gull, entrambi hanno mura molto spesse, nella nuova ala in alcuni punti si arriva a 80 centimetri per soddisfare i requisiti di isolamento termico dell’involucro. Un pelle punteggiata da una serie di aperture circolari che permettono alla luce di penetrare negli spazi interni, dove i pavimenti in cemento hanno un aggregato che evoca i decori del battuto a terrazzo dell’edificio esistente. Le lastre a volta tra il piano terra e la superiore hall of fame sono state sostituite con un soffitto di cemento contemporaneo che riprende la geometria arcuata dello spazio che le sovrasta. A cui state aggiunte delle superfici incise con il motivo ripetuto di un fiore di cardo, realizzate con l’ausilio della modellazione 3D e una fresatrice CNC. Insomma, la nuova ala è monumentale e minimalista al tempo stesso.