In Cina più prefabbricati per combattere l’inquinamento

Non ci sono solo le ristrutturazioni e l’adeguamento degli impianti termici: per abbattere l’inquinamento c’è chi propone di utilizzare i prefabbricati. L’idea arriva dalla Cina, a cominciare da Shanghai che nel 2016 promuoverà le costruzioni prefabbricate per contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico provocato dai cantieri edili. In Cina è stato calcolato che le polveri dai cantieri rappresentano almeno il 10 per cento dell’inquinamento PM2.5 nelle grandi città, mentre veicoli e fabbriche producono il 50 per cento dell’inquinamento. Circa 10 milioni di metri quadrati di nuove costruzioni, tra cui autostrade sopraelevate e gli edifici residenziali, useranno strutture prefabbricate, ha anticipato Xu Zheng, presidente del gruppo di costruzione di Shanghai che si farà carico della maggior parte dei progetti. In Cina il più grande numero di case a prezzi accessibili si trova della città a Zhoupu, dove gli ultimi sei edifici ultimati utilizzano fino al 40 per cento di strutture prefabbricate. Pareti esterne, balconi, soffitti e scale degli edifici sono stati realizzate in fabbrica e montati. Gli isolanti termici sono stati costruiti all’interno della parete perimetrale. Le condotte sono sepolte nella struttura in anticipo. Ai lavoratori edili non resta che assemblare le diverse parti sul posto. Prefabbricare, secondo gli esperti cinesi, consente di tagliare i tempi del 10 per cento, e di ridurre la forza lavoro del 30 per cento. Un piano di 13 piani edificio residenziale può così essere completato in cinque mesi grazie le strutture prefabbricate. Una tempistica che è molto lontana da quanto avviene in Italia.

Il World Resources Institute a Pechino
Il World Resources Institute a Pechino

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