Sembra tanto, ma in fondo non lo è: secondo i calcoli di Immobiliare.it, nel 2025 quasi un quarto (24%) degli immobili in vendita e il 21% del patrimonio immobiliare italiano sarà energeticamente efficiente. Ciò significa che il 76% non lo sarà, insomma. Dal punto di vista energetico, però, il 52% delle nostre case si troverà almeno in una condizione adeguata, avendo magari subito riconversioni, profondi mutamenti strutturali o sostanziali riqualificazioni, anche ambientali e d’uso. Secondo l’analisi, è già in essere una mutazione genetica del sistema-casa, tanto per gli aspetti economici, quanto per l’architettura e il valore simbolico dell’abitazione nella società. La ripresa del mercato immobiliare, e il miglioramento dell’offerta, partiranno proprio da qui.
Il deterioramento del patrimonio immobiliare italiano è un dato di fatto: il 47% degli immobili residenziali ha oltre quarant’anni e appena il 7% ne ha meno di dieci. Nel 2015, solo il 33% degli immobili residenziali in vendita può vantare un adeguato status energetico (classi A, B, C, D) e questo frena le vendite: gli immobili energivori sono meno appetibili e nei prossimi diventeranno sempre più difficili da vendere. Gli immobili efficienti hanno già oggi tempi di vendita più brevi (-18% rispetto a immobili oltre la classe D) e valori di mercato maggiori (+12% del prezzo richiesto).
Nel 2025, prevede l’analisi, cambierà anche l’acquirente: preparato ed esigente per quanto riguarda le tecnologie della casa (connessa, contraddistinta dalla domotica e sempre più funzionale a chi passa poco tempo fra le mura domestiche), ma spesso disorientato e ingenuo per elementi fondamentali come l’esposizione o la luminosità dell’abitazione: compra la casa senza interrogarsi sulla tipologia di immobile davvero più idonea alle proprie esigenze o senza chiedere dov’è il Nord.