In meno di un decennio, il Brasile è passato dai 500miliardi di dollari di prodotto interno lordo del 2004 ai 2470 miliardi di dollari del 2011, trasformandosi così nel nuovo leader dell’America del sud. Il Paese ha ridotto la povertà e la violenza e ha una disoccupazione ai minimi storici, pari al 4,5%, la più bassa che abbia mai registrato. Inoltre, la crescita dei consumi interni e l’incessante interesse degli investitori internazionali hanno portato il Paese a un aumento dei redditi delle classi più povere. Le previsioni del Pil dell’anno in corso sono, secondo il ministro delle finanze, Claudio Mantega, del 4,5%. Inoltre grazie alla “Bolsa familia”, un sussidio concesso alle famiglie più povere, “Fame Zero”, piano economico istituito per sconfiggere la malnutrizione e, infine, “La mia casa, la mia vita” , programma di edilizia popolare, circa 40milioni di persone su 200 sono usciti dalla povertà in meno di un decennio. Se a questo si aggiunge che, lo Stato di Rio ha recentemente scoperto giacimenti di petrolio off shore in profondità, la cui estrazione è gestita dalla compagnia nazionale Petrobras e che internet si sta diffondendo velocemente contribuendo al taglio dei costi, si capisce come le prospettive siano rosee. Non in ultimo si attendono i campionati di calcio nel 2014 e, nel 2016 le olimpiadi.